Monday, December 26, 2005

TELADOIOLAFINLANDIA - Della coppa Finlandia

Nonostante vi risulterà difficile crederlo, i fatti descritti in questo TELADOIOLAFINLANDIA sono realmente accaduti...

***

“Coppa Finlandia?”
“Kyllä”
“Vuoi dire come la Coppa Italia, però in Finlandia?”
“Kyllä”
“E volete proprio che venga io?”
“Kyllä… ci sono state un po’ di defezioni, e abbiamo bisogno di altri giocatori”.

Ricapitoliamo.
Io e Nicola (Rainò, quello binario) abbiamo appena terminato la partitella di calcetto del Martedì, la squadra dove giocavo ha inesorabilmente perso, io mi sono mangiato un paio di goal che avrebbe segnato anche Esnaider, e tu, o fiero alleato scandinavo Risto Saarinen, mi chiedi se voglio giocare in Coppa Finlandia?
Miii… Kyllä se voglio. E quando mi ricapita!?
Il fiero alleato scandinavo Risto Saarinen è un eccellente e brevilineo trequartista, che dà-del-tu-al-pallone, e in-qualsiasi-momento-può-cambiare-il-corso-della-partita (qualcuno disse: se dovessero farmi un trapianto di cervello, vorrei quello di un giornalista sportivo, perché sarei sicuro che non è stato mai usato). Risto è indecorosamente più bravo di me, così come la maggior parte degli amici con cui gioco il martedì (tranne Nicola, forse, che essendo binario preferisce umiliarmi a ping pong). Ma sono tutti molto simpatici e corretti, e sarà un piacere giocare con loro in Coppa Finlandia.
Mancano quattro giorni all’evento, e così ho il tempo di caricarmi (Miii…). Sogno nell’ordine: 1) 1-0 per noi con gol spettacolare del sottoscritto (tipo serpentina in mezzo a sei avversari); 2) 1-0 per noi con gol normale del sottoscritto (tipo deviazione sottomisura, sempre come dicono quelli col cervello nuovo nuovo); 3) 1-0 per noi con assist decisivo del sottoscritto, o alternativamente senza assist ma con salvataggio sulla linea al novantesimo; 4) 0-0 con risoluzione ai rigori e penalty decisivo del sottoscritto, a cucchiaio (o alla Panenka, come sarebbe storicamente giusto dire, anche se questo significherebbe intaccare l’integrità neurologica di cui sopra); 5) 0-0 con risoluzione ai rigori e penalty decisivo tirato anche male, ma basta che entra.
Incubi ricorrenti: uno o più autogol; non mi passano mai la palla; mi passano la palla ma tutte le volte la sbuccio come una pesca.
Alle 12 e 45 di Sabato 4 Aprile arrivo sul campo di Tali (poté nome essere più anonimo?). Fa un freddo immondo, ma io sono carico (Miii…). Vado a cambiarmi. Abbigliamento di CaroDario: maglietta della salute verde militare con scollo a V e conseguente decolleté villoso, tuta nera del Tarioustalo simil-adidas con 2 strisce invece di 3, scarpette da calcetto (quelle da calcio non le ho), giaccone invernale elegante (potevo portare quello sportivo, ma mica me l’avevano detto che giocavamo all’aperto), guanti da neve, cappello verde militare (pendant) modello South Park. In tasca, fazzoletti, barretta Fazer per eventuali emergenze caloriche (in realtà consumata ben prima del fischio d’inizio), e telefonino acceso per scambiare SMS nella tensione dell’evento (Miii…) con RainoBinario e con la Dott.ssa Ravaioli, tifosissima di calcio, l’unica che può darmi soddisfazione in tale frangente (e fornire ulteriori Miii di incoraggiamento).
Il campo è lo stesso utilizzato nel Secondo Tragico Fantozzi: pozzanghere di imprecisata profondità, e promessa di visione mistica a metà ripresa.
Naturalmente parto dalla panchina. La formazione-tipo è già schierata. Il nome della squadra (i buoni, d’ora in poi) è Rumba Regulins, una vaga promessa di sudamericanità calcistica. Gli avversari (i cattivi, d’ora in poi) si chiamano Kiffen Old Boys, e sono una squadra di vecchie glorie del calcio finlandese, tutte over 35, e dunque apparentemente abbordabili (più in là mi sarei ricordato che Baggio ha 38 anni). Naturalmente i buoni sono in bianco, i cattivi in nero. Mi viene consegnato il numero di maglia più sfigato possibile, il 23 (caratteristica che il referto ufficiale enfatizzerà, attribuendomi erroneamente il 26): a parte Beckham, che comunque non mi è mai piaciuto, non credo esistano o siano mai esistiti fuoriclasse nella storia del calcio che abbiano mai indossato quel numero. Guardo la maglietta: è piena di sponsor, sembra una tuta di Formula 1. Tra le altre, scovo l’etichetta di una casa discografica indipendente finlandese, la Spinefarm, che produce ottima musica elettronica. Un minimo di appiglio affettivo in un contesto nel quale sono decisamente alieno.
Calcio di inizio.
Miii.
Cominciano i buoni.
Tre secondi dopo, la palla passa ai cattivi.
Osservo dalla (diciamo così) tribuna (capienza posti 15, numero di spettatori 6, di cui quattro giocatori, un allenatore e la figlia dell’allenatore, unica in abiti civili).
I buoni giocano discretamente compatti, ma gli attaccanti, tra cui il fiero alleato Risto Saarinen, non vedono palla. I cattivi attaccano con ordine, ma non sembrano per il momento pungere.
Al 12’ del primo tempo, il giudice di gara, mentre sua moglie sta chiaramente commettendo adulterio, assegna un inesistente rigore ai cattivi.
Sul dischetto Janne Lappalainen.
Breve rincorsa.
Tiro: portiere da una parte, pallone dall’altra.
Yksi-nolla.
Guarda il mare!!!
Fosse stata una partita con pochi gol, avrei volentieri segnalato anche altre azioni degne di nota. Ma non è andata così.
18’. Esa Pamppunen si invola ramingo ed esule verso la porta difesa (si fa per dire, e capirete presto perchè) da Esko Salminen. Vertice sinistro dell’area di rigore. Tiro. Salminen para ma non trattiene. La palla filtra e per Pamppunen è un gioco da ragazzi infilare a porta vuota.
Kaksi-nolla.
Se qualcuno non ha totalmente dimenticato i mondiali nippo-coreani, questo gol è una fotocopia del primo segnato da Vieri all’Ecuador. Ne consegue il sillogismo:
Il gol di Pampunnen ricorda uno di Vieri
Vieri nell’occasione giocava contro l’Ecuador
I Rumba Regulins sembrano l’Ecuador.
24'. Kari Kukko di piatto.
Kolme-nolla.
28’. SMS della Dott.ssa Ravaioli. Mi chiede quanto stiamo. Superato un breve attimo di sconforto le rispondo sinceramente.
35'. Hannu Hiltunen, che gioca nei buoni, decide che in un modo o nell’altro un gol lo vuole fare. Opta per la soluzione più agevole. La propria porta.
Neljä-nolla. La situazione è seria, ma non tragica.
42'. Innocuo colpo di testa di Henri Keinänen. L’impagabile Salminen va in presa sicura. La palla si trasforma in saponetta Camay. Sguish! E sono viisi.
La situazione è tragica, ma non seria.
43'. Aleksander Baranov si presenta solo davanti al portiere (di nuovo). Dribbling secco. Salminen, fedele al nome, rimane fermo e impassibile. Baranov deposita.
Kuusi-nolla.
Fine primo tempo.
Mi sembra di averne contati sei, ma potrebbero essere di più.
I buoni raggiungono la tribuna. Il fiero alleato Risto Saarinen non ha toccato palla. Nell’aria un senso di spleen baudelairiano: angoscia verso l’infinito. Subentra una più rassicurante atarassia epicurea. Tanto vale farsene una ragione.
Vorrei che non fosse così, ma è grazie all’atarassia che decidono di farmi entrare. Sul nolla-kuusi che danno posso fare?
E così è. Al 10’ circa della ripresa, vengo invitato a scaldarmi.
Miii al quadrato.
Entro al posto dello spento Ahonen, sulla fascia sinistra. Dovrei fare l’ala, come il mio idolo Bruno Conti, ma siccome i cattivi pressano ancora come degli ossessi, di fatto sono terzino.
Ma la squadra sta giocando con piglio diverso. C’è fiducia tra i giocatori: forse lo 0-6 può essere difeso fino alla fine. Verso il 70’ faccio l’unica cosa memorabile di una partita assolutamente anonima: vicino alla mia area mi libero per due volte di tacco dell’assatanata ala avversaria per poi liberare in scioltezza. Per il resto: 2 passaggi azzeccati su 5, un fallo laterale, un mancato aggancio a centrocampo, svariate rincorse vane dietro l’ala di cui sopra, e un sublime atto di vigliaccheria durante una punizione avversaria dal limite (sono in barriera, vedo la palla partire dal piede avversario e ingrandirsi velocemente: se non mi sposto mi arriva in pieno volto. Mi sposto. La palla filtra nel modo più pericoloso possibile, ovvero sbucando improvvisa dalla barriera. Ne è valsa la pena: Salminen si esibisce nell’unico intervento efficace della partita. Gli ho fatto fare un figurone: anche questo è gioco di squadra)
All’81', in mischia, Petri Itkonen porta a seitsemän le reti avversarie. Se lo potevano anche risparmiare. Anche il gesto di Totti alla Juve pare eccessivo, perchè servono due mani e la cosa è un po’ impacciata.
Non accade altro. Le buone notizie (a-ho giocato; b-non mi hanno spezzato le gambe) sono superiori alle cattive (sconfitta di proporzioni epiche).

3 comments:

Anonymous said...

Guardo il mare!
Cercavo una citazione di Flaiano è ho trovato questa descrizione di un match finlandese!
Un post divertentissimo, racconta altri match, kiitos! :)

ciao

Andrea

Anonymous said...

imparato molto

Anonymous said...

quello che stavo cercando, grazie