Friday, November 24, 2006

il ritorno delle SUSU

Ammesso e non concesso che ci sia ancora qualcuno che passi dalle parti di questo blog dopo un paio di ere geologiche di silenzio da parte del sottoscritto, cerco di rientrare in grande stile.
Dov'eravamo rimasti... le SUSU, chi si ricorda le SUSU, le situazioni umilianti senza uscita?
Ecco, ce n'è un'altra, e stavolta non c'è nemmeno bisogno di fare un salto al ristorante cinese estone.
E' anche più semplice concettualmente.
Situazione-tipo:
Due persone, che chiameremo P e D giusto per rifarci all'istanza che ho in mente in questo momento (e indovinate un po' chi è D). In salotto. D legge tranquillo. P vuole fare conversazione, e progetta come attaccare bottone.
P, candido come un saggio di Voltaire: "Che c'è D? Ti vedo pensieroso!"
D, emergendo da una copia di "Elizabeth Costello" di Coetzee (lettura scelta strategicamente per mostrare ai lettori di questo blog che D ha gusti letterari raffinati e impegnativi): "Come dici, scusa?"
P: "No, niente, è che ti vedo pensieroso... c'è qualcosa che non va?"
D pensa: "Sì, non va che detesto essere interrotto mentre leggo", ma dice: "No, no, tutto bene, grazie".
P: "Sicuro? Perchè mi sembri un po' teso... guarda che a me puoi dirlo..."
D, già un po' irritato, ma consapevole che la SUSU è in agguato: "ti ringrazio, stai tranquillo che se ci fosse qualcosa te lo direi"
P: "Mah... io dico che qualcosa non va, comunque fa' pure come vuoi..."
D, con un'occhiata implorante aiuto rivolta ad Elizabeth: "Bene, ti ringrazio per avermi permesso di fare come voglio... Ora se non ti dispia..."
P, sul "...ce": "Allora C'E' qualcosa!"
D, per niente polemico e agitato: "No, non c'è niente. Ma sembra che non ci sia modo di convincerti."
P: "Lo vedi, lo vedi come sei polemico? E' ovvio che sei agitato per qualcosa"
D, leggermente polemico e piuttosto agitato: "No, ti dico! Non c'è un bel niente. Vorrei solo starmene un po' in pace a leggere."
P: "Guarda che non ti ho mica detto niente, eh!? Comunque sei proprio irritabile oggi, e penso che parlarne ti farebbe bene"
D (Liz, posso chiamarti Liz vero?, fa' qualcosa!): "Ascoltami bene, io non ho un bel niente. O meglio, non avevo un bel niente, ma ora a furia di insistere, sì, un po' irritato lo sono".
P: "E figurati, ti pareva che non davi la colpa a me. Bravo, eh? Proprio bravo. Sta' a vedere adesso che devo portare la tua croce. Guarda, sarà bene che ti fai un bell'esame di coscienza, perchè hai un proprio un brutto carattere".
D, con un lieve guaito: "io!? Io ho un brutto carattere!? Io!? Un brutto!? Carattere!?"
P: "Oh, senti, basta, ok? Se ci hai voglia di litigare con qualcuno, non guardare me. Figurati se mo' ti do' corda"
E così via.
D ulula sulle frequenze dei coyote, modello tema de "Il buono, il brutto e il cattivo". Il suo non è un ululato di disperazione, o meglio: anche di disperazione, ma soprattutto di autocritica. Egli è consapevole di essere ricaduto in una SUSU.
Com'è successo? In che punto è successo?
Chi può dirlo: le risorse delle SUSU sono virtualmente illimitate, e illimitate sono le conseguenze a meno di non porre l'umiliante freno della resa incondizionata.
D opta per l'inevitabile.
Capo cosparso di cenere, egli abbandona le ostilità ed Elizabeth senza nemmeno avviare le trattative.
La SUSU ha vinto ancora.

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