Sunday, September 23, 2007

il coraggio dei bracconieri


Sembra che il cinghiale di Orbetello sia fuori pericolo: la ferita è lieve, e i veterinari sono molto ottimisti. I bracconieri che lo hanno trafitto con un dardo, nella riserva naturale Duna Feniglia, sono ricercati.

Due buone notizie che non cambiano però niente: questa immagine è raccapricciante, non tanto per la sua crudezza e violenza (scontate), quanto per la commovente dignità con la quale l'animale continua a camminare.
Va avanti, con una forza e un coraggio che voi cacciatori non avrete mai, nascosti come siete dietro il prolungamento fallico di un fucile o di un'altra arma, che vi fanno sentire tanto uomini.

Non la date a bere a nessuno. Siete piccoli piccoli, meschini, vigliacchi, codardi e bravi solo a fare pum pum.

Spero che vi prendano.
Ma soprattutto spero che un giorno vi troviate disarmati di fronte a un cinghiale incazzato.

Ve lo auguro di cuore.
Allora vedrete chi è più forte, veloce, agile, coraggioso e valoroso.

Ah! Nel caso doveste salvarvi, portatevi mutande e pantaloni di ricambio.

Wednesday, September 05, 2007

DIS: i peggiori versi delle canzoni

Tornano, dopo un bel po' di tempo, le famigerate Desert Island Selection. L'altro giorno, al supermercato, stavano facendo sentire "Laura non c'è", che è probabilmente uno dei più brutti testi della storia della canzone italiana. Così ho avuto l'ispirazione per una classifica dei versi più irritanti.
L'idea è che i lettori e le lettrici di questo blog (se ce ne sono ancora, data la mia scarsa frequentazione negli ultimi tempi), possano partecipare aggiungendo le loro (si fa per dire) preferenze.
Ecco la mia lista (in ordine sparso):

- "più bella cosa non c'è,
più bella cosa di te,
unica come sei,
immensa quando vuoi,
grazie di esistere",
da "Più bella cosa" (Eros Ramazzotti). Campionario di banalità anti-poetiche, con una culminazione retorica da adolescente.

- "Laura non c'è capisco che
è stupido cercarla in te
io sto da schifo
credi e non lo vorrei
stare con te
e pensare a lei
stasera voglio stare acceso
andiamocene di la
a forza di pensare ho fuso"
da - appunto - "Laura non c'è" (Nek). Un'espressione più brutta dell'altra, intrisa di una povertà lessicale sconcertante... "a forza di pensare ho fuso". E ci credo: con un neurone solo, che ci vuole?

- "Amici come prima,
non vale più la pena,
considerando il fatto che
è stato solo un gioco",
da "Amici come prima" (Paola e Chiara). La frase è molto più brutta di quel che possa sembrare, per via dell'indecorso accento sulla seconda sillaba (e automaticamente anche sull'ultima, per via del conseguente bisogno di scomporre la parola in due tronconi) su 'considerando', che diventa 'consìderandò'. Brrrrrr

- "In te" (Nek). Tutta! Non saprei scegliere tra espressioni come "mani cucciole" (mani cucciole!!!), o "Risalirò col suo peso sul petto come una carpa il fiume" (che bella metafora, eh?). La poesia lo persegue, ma Nek è più veloce.

- "Provo l'unico rimedio
Che adotto da un po'
La mia testa chiude l'audio
La storia la so",
da "Fiumi di parole" (Jalisse). Lo so che tutti si scagliano contro questa canzone, che ormai è il prototipo della meteora sanremese. Ma come si fa solo a pensare di scrivere una frase come "La mia testa chiude l'audio"? "Chiudere" l'audio: ma che verbo è? Li (rin) chiudessero a loro...

- "ci sarà
un azzurro
più intenso
in un cielo
più immenso",
da "Ci sarà" (Albano e Romina). Questa l'ho scelta in rappresentanza di tutta una tradizione canzonettistica che fa delle rime baciate più banali, zuccherose e retoriche il proprio credo (amore/cuore, malinconia/nostalgia, nuvola/favola, etc.) . Io non so perché Romina a un certo punto è scappata da Albano, ma non mi sorprenderei se centrassero i testi delle canzoni che cantavano. E, visto che ci siamo:

- "Come va, come va?
Tutto ok? Tutto ok?
E l'amore...?"
da "Cara terra mia" (Albano e Romina). Questa non la commento neanche.

- "Con gli occhi pieni di vento
Non ci si accorge dov’è il sentimento",
da "Non voglio mica la luna" (Fiordaliso). Quanto è brutta 'sta metafora, mamma mia... Come sempre, l'immaginazione lessicale degli autori ti fa venire voglia di buttargli addosso il Devoto-Oli. Occhi "pieni" di vento? Ma cos'è???

- "
Se nel buio che ti avvolge
una fiamma scorgerai
corri corri senza indugi
forse è il sole che tu vuoi",
da "C'è tutto un mondo intorno" (Matia Bazar). Mi si stringe il cuore, perché musicalmente la canzone è molto bella, ed io ho un debole per i Matia Bazar (versione 1.0, con Antonella Ruggero e Carlo Marrale). Però questo tono retorico-favolistico è proprio insopportabile, e fa pensare molto più a Cristina d'Avena che a un gruppo che negli anni '80 avrebbe fatto poi la storia dell'elettro-pop italiano (questo pezzo è precedente a quella fase).

- "
C'è qualcosa che non va
In questo cielo
C'è qualcuno che non sa
Più che ore sono
C'è chi dice qua, c'è chi dice la
Io non mi muovo
C'è chi dice la, c'è chi dice qua
Io non ci sono
Tanta gente è convinta che ci sia nell'aldilà
Qualche cosa chissà
Quanta gente comunque ci sarà
Che si accontenterà"

da "C'è chi dice no" (Vasco Rossi). Questa la volevo includere a tutti i costi, un po' a nome di tutti i testi di Vasco Rossi (uno peggiore dell'altro), e un po' per esternare la mia indignazione sul fatto che questa canzone fu considerata a suo tempo "impegnata". Ma vogliamo scherzare? Impegnata a far cosa? A blaterare qualunquismo? C'è chi dice qua, c'è chi dice la, c'è chi dice no, trallalò trallalà. Ce li vogliamo rileggere i testi di De Andrè o no?
"Io non mi muovo". Bravo: resta lì e stai zitto.