Thursday, November 27, 2008

le responsabilità degli irresponsabili

Non sono un giustizialista incallito, ma probabilmente lo sono più della media (soprattutto da quando il garantismo e le manie di persecuzione sono diventate pratica comune nell'interazione sociale e politica). E in più ho questo atteggiamento (ben noto ai lettori e alle lettrici - quelle rimaste - di questo blog)puritano-moralista nei confronti di alcool e droghe.
La somma di queste due caratteristiche non poteva che produrre soddisfazione dinnanzi alla notizia, pubblicata ieri dai quotidiani, della condanna a 10 anni a Stefano Lucidi, per omicidio "volontario".
Lucidi, per chi se lo ricorda, è quel signore tutt'altro che lucido che il 22 maggio scorso, ubriaco e sotto cocaina, uccise due ragazzi di 23 e 22 anni, investendoli con la propria auto. Aggravante del caso, Lucidi ha tirato dritto e non ha soccorso la coppia.
La sentenza, pronunciata ieri dal Gup Marina Finiti, ha introdotto per la prima volta in Italia l'elemento della volontarietà in un contesto da sempre considerato colposo. Si pensa, ovvero, che l'imputato sia stato chiaramente "irresponsabile", ma che non avesse certo esplicita "intenzione" di uccidere qualcuno.
Vero.
Sono sicuro che Lucidi non voleva ammazzare quei poveretti. Cosa però si debba intendere per "irresponsabilità", "intenzione", e "volontà" rimane un problema eticamente lungi dall'essere assodato.
Esiste una casistica, lunghissima, inesauribile, di morti causate da una guida condizionata dall'uso di droghe e/o alcool. Non c'è modo di negare che il consumo di queste sostanze sia direttamente legato a queste morti.
Chi decide di ubriacarsi e/o drogarsi e successivamente mettersi al volante, si assume una "responsabilità", non un'irresponsabilità, precisa. Si tratta della responsabilità di chi esercita (anche per stupidità, ma non è una scusa) l'"intenzione" di ridurre a un minimo inaccettabile le condizioni della propria e dell'altrui sicurezza.
In questo senso, l'omicidio che potrebbe o non potrebbe scaturire da queste azioni, va considerato a priori volontario. Non si vorrà uccidere esattamente quelle persone, ma ci si mette colpevolmente, dolosamente, nelle condizioni di uccidere qualcuno. Se poi non succede, è solo per un immeritato colpo di fortuna.
Spero sinceramente che la sentenza venga confermata in appello.