Tuesday, December 23, 2008

3 minuti di recupero




Ci sono misteri che ogni uomo si porta appresso per una vita. Misteri che non si rivelano nemmeno in punto di morte, quando pensi che in cambio del grande passo una risposta, almeno una, ti sia dovuta. Trascorri una vita a chiederti 'ma chi', 'ma come', 'ma chiccazz', e quel mistero sfugge come un pesce alla corrente, come il tempo alla giovinezza, come Berlusconi alla giustizia.

Ecco.

Io, qui, adesso, posso dirlo.

Io sono uno di quei pochi eletti che uno di questi misteri, forse il più grande, lo ha risolto.

Il mistero della pasta scotta.

Per quale ragione, tutti o quasi tutti i paesi all'infuori dell'Italia non riescono a cuocere la pasta al dente.

Mi ci sono arrovellato per anni, ho passato notti insonni, ho scalato le più alte montagne, ho parlato la lingua degli angeli (un momento... mi sa che sto cominciando a plagiare qualcuno...). Ma ora io so. Io so, cazzo. Io so.

Vilnius. Supermercato "Maxima". Sabato 20 dicembre. Ore 20 e 15. Minuto più, minuto meno.

Scopro, tra gli scaffali della pasta, un sacchetto di 500 grammi di orecchiette di semola di grano duro, Azienda Montevergine, vicino Otranto. Le orecchiette non si trovano facilmente all'estero. A Helsinki le vende solo Stockmann. Si tratta di una scoperta importante. Ci vorrebbero anche l' cim' di rep. Non ci sono. Mi accontento dei broccoli. L'olio extravergine ce l'abbiamo. Stasera si mangia pugliese.

Vado a casa. Metto l'acqua a bollire e l'aglio a soffriggere.

La faccio corta. Vi state facendo due broccoli come due mongolfiere.

L'acqua bolle. Butto la pasta. L'etichetta riporta i canonici 7-8 minuti di cottura. Mangeremo le orecchiette al dente. Come Maria Annunziata, protettrice della strascinata, comanda.

Mia moglie si impossessa della confezione. Ha notato che sul retro si trova un adesivo con scritte in lituano. Un'aggiunta dell'importatore locale, naturalmente.

Penso: che bravi, vogliono tradurre tutto in lituano, in modo da essere sicuri che le orecchiette vengano preparate a dovere.

Mi sbaglio. Una scritta, lacerante come una lama, dolorosa come un telegiornale di Paolo Liguori, balza all'occhio.

Si tratta del tempo di cottura.

I lituani, mannaggia a loro, hanno tradotto a modo loro.

In Lituania, il tempo di cottura delle orecchiette non è lo stesso.

Cazzo, non è lo stesso.

L'adesivo dice, anzi sentenzia: 10 minuti. 10.

La pasta scotta è dolosa, non colposa. Se la vanno a cercare.

Si tratta di un abominio. Ma ora so che posso morire in pace.

Perchè io so, amici miei.

Al termine di questo travagliato 2008, io so.

Io so.

Thursday, December 18, 2008

10 anni a Tanzi!!!

Scommettiamo che adesso si ammala e gli danno i domiciliari?

Monday, December 15, 2008

La bionda che non ci sta (con la testa)

Paris Hilton ha dichiarato: "Io sono la prova vivente che la bionde non sono stupide".
Pubblico qui di seguito altre possibili dichiarazioni, di analoga attendibilità, che potrebbero seguire la sconcertante rivelazione della 27enne ereditiera:
- Antonello Venditti: "Sono un cantautore cosmopolita che non si fossilizza sulla propria città"
- Emilio Fede: "Il valore più importante per un giornalista è l'indipendenza"
- Vittorio Sgarbi: "Per favore. Prego. Grazie. Sono d'accordo"
- Massimo Boldi: "Di mestiere faccio il comico"
- Walter Veltroni: "Kennedy mi è sempre stato sulle balle"
- Silvio Berlusconi: "Ho deciso di consegnarmi alla giustizia"
- Rocco Siffredi: "Sono vergine"
- Francesco Totti: "Cogito, ergo sum"
- Gandhi: "Porca vacca"

Thursday, November 27, 2008

le responsabilità degli irresponsabili

Non sono un giustizialista incallito, ma probabilmente lo sono più della media (soprattutto da quando il garantismo e le manie di persecuzione sono diventate pratica comune nell'interazione sociale e politica). E in più ho questo atteggiamento (ben noto ai lettori e alle lettrici - quelle rimaste - di questo blog)puritano-moralista nei confronti di alcool e droghe.
La somma di queste due caratteristiche non poteva che produrre soddisfazione dinnanzi alla notizia, pubblicata ieri dai quotidiani, della condanna a 10 anni a Stefano Lucidi, per omicidio "volontario".
Lucidi, per chi se lo ricorda, è quel signore tutt'altro che lucido che il 22 maggio scorso, ubriaco e sotto cocaina, uccise due ragazzi di 23 e 22 anni, investendoli con la propria auto. Aggravante del caso, Lucidi ha tirato dritto e non ha soccorso la coppia.
La sentenza, pronunciata ieri dal Gup Marina Finiti, ha introdotto per la prima volta in Italia l'elemento della volontarietà in un contesto da sempre considerato colposo. Si pensa, ovvero, che l'imputato sia stato chiaramente "irresponsabile", ma che non avesse certo esplicita "intenzione" di uccidere qualcuno.
Vero.
Sono sicuro che Lucidi non voleva ammazzare quei poveretti. Cosa però si debba intendere per "irresponsabilità", "intenzione", e "volontà" rimane un problema eticamente lungi dall'essere assodato.
Esiste una casistica, lunghissima, inesauribile, di morti causate da una guida condizionata dall'uso di droghe e/o alcool. Non c'è modo di negare che il consumo di queste sostanze sia direttamente legato a queste morti.
Chi decide di ubriacarsi e/o drogarsi e successivamente mettersi al volante, si assume una "responsabilità", non un'irresponsabilità, precisa. Si tratta della responsabilità di chi esercita (anche per stupidità, ma non è una scusa) l'"intenzione" di ridurre a un minimo inaccettabile le condizioni della propria e dell'altrui sicurezza.
In questo senso, l'omicidio che potrebbe o non potrebbe scaturire da queste azioni, va considerato a priori volontario. Non si vorrà uccidere esattamente quelle persone, ma ci si mette colpevolmente, dolosamente, nelle condizioni di uccidere qualcuno. Se poi non succede, è solo per un immeritato colpo di fortuna.
Spero sinceramente che la sentenza venga confermata in appello.

Thursday, October 30, 2008

È una mia impressione...

...o da quando mi sono sposato ho perso le mie lettrici?
Se la risposta è no, vi prego di fare finta che è vero, perché mi fa sentire molto desiderato :)))

Wednesday, October 15, 2008

travolto da un'insolita folgorazione lituana

Domenica scorsa in Lituania hanno votato per le politiche. Per la cronaca, hanno vinto - di una pellecchia - i conservatori. Non si tratta di una notizia tragica, perchè da queste parti i conservatori sono quelli che hanno lottato per l'indipendenza e la democrazia contro la dittatura sovietica. E in ogni caso, la sinistra è in mano a ex-collaboratori del regime, e quindi non esattamente figure affidabili, ne' in senso politico, ne' in senso generalmente morale.
Tanto ci sarebbe da dire sulla necessità di formare una reale cultura di sinistra nei paesi ex-sovietici (esattamente come sarebbe necessario formare una reale cultura di destra in paesi come il nostro, che invece hanno subito una dittatura di destra).
La notizia non è comunque questa.
la notizia è che ho appreso che, per legge, nelle liste elettorali lituane, accanto al nome del candidato deve apparire una lista accurata dei suoi precedenti penali, se esistenti.
Mi è sembrata una cosa di gran civiltà, e inevitabilmente il pensiero è andato all'Italia.
Quanto sarebbe bello se anche da noi ci fosse l'obbligo di indicare i precedenti penali nelle liste elettorali?
Poi invece è subentrata la mia coscienza ecologica e ho concluso che è meglio di no: in tempi in cui l'ambiente è minacciato da ogni parte, stampare e pubblicare i precedenti penali dei candidati italiani richiederebbe il disboscamento di mezza Amazzonia. Solo per riempire i precedenti penali della voce "Berlusconi Silvio" ci vorrebbero trenta pagine.
Di conseguenza, anche da un punto di vista pratico ci sarebbero molti inconvenienti, dato che le liste dovrebbero essere pubblicate in pesanti volumi.
"Buongiorno. Dovrei votare!"
"Che volume desidera?"
"Il terzo, 'Berlus-Boss', e il quinto, 'Buttig-Carfag', grazie".
"Prego, si accomodi nell'urna, le mandiamo subito un incaricato con la carriola"

Sunday, October 05, 2008

Azerty, mon amour

Eccomi di ritorno dopo una lunga pausa matrimoniale. Non ritengo
questo blog sede di sdolcinati riferimenti alla mia vita private,
quindi – dopo aver dato notizia del mio lieto evento – penso si possa
tranquillamente continuare la vita di tutti i giorni.

Vorrei dunque parlarvi del mio viaggio di nozze a Parigi :-)

No, no, non preoccupatevi, non per ammorbarvi con romantiche passeggiate sulla Senna, escursioni a Chartres, e cenette romantiche innaffiate da Bordeaux.
Vorrei parlarvi di Azerty. Che non è un immigrato ungherese che si è ritoccato il cognome perché suonasse più parigino, ma il nome convenzionale con cui si fa riferimento alla composizione della tastiera di un computer francese.

Ora.

Una nazione che, come l'Italia, ha fama di essere illogica e iper-burocratizzata, e che per giunta ha il vezzo sciovinista di chiamare il computer "Ordinateur" e l'e-mail "Corriere electronique" (con qualche accento grave o acuto da qualche parte, non ricordo), non poteva accettare la banale semplicità della (quasi) universale tastiera Qwerty.
Qualche lettera (non troppe, ma il che – come vedremo – risulta ulteriormente perverso) la dobbiamo cercare in posizioni per noi inusuali. Bisogna adattarsi.
Io e mia moglie abbiamo cercato di non usare troppo Internet, per rispetto verso il nostro viaggio di nozze, ma se – come noi – si sceglie di farlo durare un mese e non la tradizionale settimana, bisogna arrendersi all'idea che un po' di lavoro, durante quei giorni, vada sbrigato.

Eccoci dunque alle prese con vari Internet café e con la micidiale tastiera Azerty. Solo il nome, Azerty, invece di Qwerty, ci suggerisce che la prima e la seconda lettera sono in posizione inusuale. Particolarmente, la Q al posto della A mi ha creato alcuni contrattempi, mq ho reqgito immediqtqmente, qnche per viq del fqtto che
lq posizione dellq W ql posto dellq Z rqppresentq unq minqcciq meno preoccupqnte (essendo aueste lettere meno ricorrenti auqndo devo scrivere, eccetto nqturqlmente se nqvigo per il zorld zide zeb). Un po' più complicqto è dover qccettqre l'ideq che ql posto delle M si trovq il punto, mq qnche lì mi sono qdqttqto.

Con uno sforwo .ini.o, ho i.pqrqto q rispettqre lq diversità e q cqpire che persino unq co.unità così qppqrente.ente qrrogqnte co.e auellq frqncese, con tutti i suoi viwietti e le sue fissqwioni, è degnq di unq rispettosq tollerqnwq dei suoi usi e costu.i, e che tutto auello che serve è un po' di spirito di qdqttq.entom

Cqwwo, auqnte lewioni si i.pqrqno viqggiqndo!

Friday, August 01, 2008

oggi sposi



"A un passaggio a livello
lontano dal mondo
un giorno d’agosto assolato
un capostazione annoiato
vide a un finestrino
di un accelerato
una signora bruna
e più non lavorò
passava le serate
a guardare la luna
e i treni si scontravano
ma lui non li sentiva
prima o poi l’amore arriva

C’era un bancario
così serio, così serio
che non rideva mai
fuori orario
ma un giorno allo sportello
arrivò un giovanotto
indubbiamente bello
aveva un assegno da un milione
della Banca Popolare
e disse sorridendo
“me lo può cambiare?”
e lui cambiò l’assegno
e la sua vita intera
quella stessa sera
rubò la cassa e scappò via
via con lui a Bahia
e la gente parlava
ma chi la sentiva
e ballavano insieme
una samba giuliva
prima o poi l’amore arriva

C’era un politico
ladro e indifferente
non voleva bene a niente
neanche agli amici democristiani
neanche ai bambini
neanche a Fanfani
solo un pochino
lui si eccitava
se Nuccio Fava lo intervistava
ma a una seduta
molto affollata
vide una splendida deputata
le disse “amore
dimmi di sì”
e lei “non posso
son del Pci”
e perse la testa
e come un ossesso
urlava “amore
non è un problema
c’è il compromesso”
e Fanfani strillava
ma nessuno sentiva
e nel transatlantico
un sussurro saliva
e Andreotti dichiarò
alla stampa sportiva:
prima o poi l’amore arriva

C’era un bagnino
che non sapeva nuotare
ma era raccomandato
da uno zio piesseì deputato
stava lì sulla spiaggia
di Gabicce Mare
a pensare, a pensare
perché neanche la rana
riusciva a imparare
ma una bella tedesca
dai capelli biondi
urlò “aiuto, annego
entro trenta secondi”
e lui come un cefalo
si tuffò nel mare
perché in amore bisogna
saper galleggiare
la riportò a riva
e lei aprì gli occhi
e disse “mio eroe,
mio tritone, son viva”
e la spiaggia in coro:
prima o poi l’amore arriva

E c’era un barbone
senza abitazione
aveva solo la televisione
mangiava le ghiande
come i maiali
però teneva novanta canali
ma una notte d’inverno
che nevicava
e Corrado in pelliccia
da Gstaad presentava
sentì che di freddo
e di stenti e di affanni
era ormai arrivato
alla fine dei programmi
ed ecco la vide
rosa e felice
e sorridente, l’annunciatrice
che gli annunciava
“i nostri programmi riprendon domani”
e urlò “sì, domani
mia splendida diva”
e il freddo e la fame
già più non sentiva
abbiamo trasmesso:
prima o poi l’amore arriva

C’era un supergenerale
di superpolizia
arrestava e sparava
per difendere, diceva,
la democrazia
se l’era rinchiusa
e portata via
ma un giorno in un blitz
in un covo sul mare
catturò una giovane
extraparlamentare
e personalmente
la volle interrogare
e alla fine lo videro
che piangeva
lei non lo voleva
e lui le diceva
“ma non senti il fascino
della divisa?”
“La divisa è un bijou”
lei rispondeva
“ma quello che fa schifo
è che ci sei dentro tu”
e lui fece tanti blitz
ma non era più lui
e non si divertiva
e ai suoi carabinieri
gridava “At-tenti
vigilare, in riga
sparategli a vista
è un’erba cattiva”
prima o poi l’amore arriva

E c’era un uomo che voleva esser morto
perché nella vita
tutto gli era andato storto
scornacchiato, disoccupato
mangiò sei buste di talco borato
un chilo di Vim
duemila Rim
trecento fette di sottilette
e arrivò l’ambulanza
che già delirava
e già per spacciato
l’avevano dato
ed ecco la vide
e di colpo sentì
un brivido dentro
e all’istante guarì
com’era carina, la crocerossina
che con un sorriso
diceva “riposi, è ben fortunato
si è proprio salvato
stanotte ritorno
a provarle la febbre
che l’è tutto rosso
mi tolga la prego le mani di dosso”
ma quello già tutto
bruciar si sentiva
non era il febbrone
era proprio passione
e tutto il reparto
di urli riempiva
“dottore dottore
prima o poi l’amore arriva”

C’erano dei maniaci
luridi e laidi
che si eccitavano
guardando Heidi
e un giorno in un parco
dove facevano i porci
videro due gemelle
così belle, così belle
che in tre minuti finirono
le caramelle
e dissero basta
con le perversioni
si sposarono in chiesa
e per testimoni
i quattro bruti di più
vestiti in cravatta
e impermeabile blu
e il prete diceva
“beato chi lascia
la vita lasciva
prima o poi l’amore arriva”

E c’erano uomini con un lavoro sicuro
e donne con le case ordinate
e una piazza dove le sere d’estate
ci si sdraiava insieme ad aspettare
un’attesa un qualcosa un altro aspettare
e tutte le notti
un fantasma appariva
e in tutta la piazza tuonar si sentiva
“o voi che credete che indifferenti
e rassegnati invecchierete, contenti
che non c’è una bocca che vi può ferire
o una foto sul muro che non vi fa dormire
non c’è niente da fare
non si può scappare! guardate
è dietro! vi guarda goloso
chissà da quanto lui vi seguiva
vi prenderà! non c’è scampo!
vi ha preso! evviva! evviva!
prima o poi l’amore arriva”

Stefano Benni

Monday, July 21, 2008

schiavo dell'imbecillità

Santo cielo, Bossi, quanto sei stupido.
Fa' il dito medio durante Fratelli d'Italia e spiega: «Non dobbiamo più essere schiavi di Roma. L'Inno dice che l'Italia è schiava di Roma... toh! dico io»
La vittoria, cretino!
E' la vittoria che è schiava di Roma.
Dov'è la vittoria, le porga la chioma, che schiava (---> riferito alla vittoria) di Roma, Iddio la creò... Poropò, poropò, poropòppoppoppoppò...
E siamo d'accordo che non è un bell'inno. Io per primo voterei "Va' pensiero" (e naturalmente non per le ragioni tue).
Ma tu... Quanto sei imbecille!
Se gli imbecilli fossero cinema, tu saresti Via col vento.
Ma vada via al c**

Wednesday, July 16, 2008

dubitare di Celentano



Il Corriere della sera di oggi pubblica un'accorata lettera di Adriano Celentano al padre di Eluana Englaro, la ragazza in coma, al centro, suo fatale malgrado, di una disputa sulla legittimità o meno dell'eutanasia.

Non ho un'opinione precisa sull'eutanasia: credo fortemente nella vita come principio centrale e portante di ogni discorso etico (da cui, ad esempio, il mio animalismo radicale), tuttavia, nella maggior parte dei casi in cui il problema dell'eutanasia sale alla ribalta delle cronache, tendo a simpatizzare con i sentimenti e la forte umanità di chi decide di 'staccare la spina'. Insomma, non so da che parte stare, ma se fossi costretto a una scelta (che non sia 'caso per caso') credo che mi dichiarerei favorevole.

Questo, tuttavia, ha poco a che fare con il motivo per cui scrivo questo post, che in effetti si riferisce a uno specifico passaggio della lettera del molleggiato, solo indirettamente legato al problema dell'eutanasia. Cito:

"Ammiro quindi Giuliano Ferrara per le sue battaglie a favore della vita e spero, pur comprendendo il suo stato d'animo, signor Englaro, che le bottiglie d'acqua in piazza del Duomo aumentino. Aumentino per far aumentare il dubbio. Il dubbio in coloro che credono di non avere dubbi e quindi di scartare a priori la possibilità di un'altra vita oltre quella terrena. Una vita diversa dove non ci sono bugie e incidenti ma solo gioco e Amore. Quell'amore che la sua amata figlia non ha fatto in tempo a conoscere. E qui, solo per un attimo, vorrei mettermi nei panni di chi non crede ed è amareggiato per la triste sorte di una figlia. Così mi chiedo se qualche volta, specie in casi come questi, a uno che non crede possa venire il dubbio, che magari potrebbe esserci davvero un qualcosa che va oltre l'aridità di questo attimo fuggente trascorso sulla terra".

Lasciamo perdere l'ammirazione per Giuliano Ferrara, della quale posso se non altro rispettare il coraggio. Sono un orgoglioso membro dell'UAAR, e credo di aver manifestato il mio ateismo in varie occasioni. Sono dunque, almeno credo, consapevole dei termini della disputa tra atei e credenti. Ebbene, caro Celentano, se esiste una dicotomia per la quale il consenso risulta quasi unanime questa consiste nell'asse dubbi-certezze. Da una parte (quella dei dubbi) stanno gli atei, dall'altra (quella delle certezze) i credenti.

Caro Celentano, siete VOI credenti che avete bisogno di dubbi, non NOI atei. NOI siamo quelli che dubitano sin dalla notte dei tempi, e che cercano di studiare con efficacia le vere ragioni dell'origine della vita, e altre questioni sulle quali VOI non avete in realtà il minimo dubbio.

VOI siete quelli che i dubitanti li mandavano sul rogo, o li scomunicavano, o in generale li facevano pentire di essere nati. VOI siete quelli che "non avrai altro dio all'infuori di me", VOI siete quelli che "la fede non si discute". VOI siete quelli che va bene anche che mezzo mondo si prenda l'AIDS, ma i preservativi MAI.

Faccio molta fatica a comprendere con quale faccia tosta un Celentano qualsiasi possa invitare al dubbio un padre distrutto dal dolore, che se ha ora raggiunto la certezza di voler togliere la vita a sua figlia è solo perchè è passato attraverso un infernale e tragico vortice di dubbi e ripensamenti.

Caro Celentano, perchè non torni a parlare di foche che quella volta mi sei piaciuto veramente?

Wednesday, July 09, 2008

45 giramenti



Ha francamente stracciato i marroni.

Sto parlando dell'espressione "Il lato B", riferita a deretani, fondoschiena, sederi e chiappe, specialmente ora che qualunque giornale e sito (da quelli sfacciatamente scandalistici, a quelli che fanno finta di essere un po' intellettuali, come La Repubblica) ha completamente ceduto alla morbosa abitudine di avere una rubrica fissa di pettegolezzi (con nomi da romanzo di Fleming, tipo "Operazione Gossip" o "Il morso della vipera").

Che due palle. Jennifer Lopez mostra il lato B. Il lato B...loom di Orlando (bel gioco di parole, eh? Santo cielo!). Elisabetta Canalis, un perfetto lato B.

OH!

La vogliamo smettere?

Vogliamo provare con un'altra metafora? Una qualsiasi: "gli irti colli", "le focaccine", "la bicamerale": quello che volete. Basta che la facciamo finita con 'sto lato B da tutte le parti.

Che poi, mi da' anche fastidio una cosa: prima che arrivassero i Cd prima, e a maggior ragione gli iPod dopo, il "lato B" (di un disco in vinile a 45 giri) era una specie di luogo dell'anima. Era lo spazio che veniva relegato alle canzoni sperimentali, innovative, meno "commerciali". Per dire, lati B erano "I am the walrus" dei Beatles, "Paint Box" dei Pink Floyd, "Dear God" degli XTC. Erano un mondo meraviglioso dove i musicofili trovavano le classiche perle, cui affezionarsi in misura persino maggiore degli hit da classifica, i lati A.

Insomma, costituivano un vero e proprio culto.
Con la T.
Adesso la T l'hanno tolta.
Che tristezza.
Anzi: che risezza.

Friday, June 27, 2008

Viva Zapatero siempre!!!




E non perché la Spagna sta meritatamente dominando gli Europei.
L'estensione dei diritti alla vita alla Grandi Scimmie è un evento storico, importantissimo soprattutto per coloro che adesso lo trovano ridicolo, e che - tra qualche anno - faranno la stessa fatica che facciamo noialtri (tanti) adesso a capire come certi abusi e violenze verso gli animali non umani siano possibili di questi tempi.

Gracias Zapatero. Ora per favore fai un pensierino anche alle corride.

http://www.lastampa.it/lazampa/girata.asp?ID_blog=164&ID_articolo=490&ID_sezione=339&sezione=News

PS: manco a dirlo, tra quelli che trovano la cosa ridicola c'è la Chiesa Cattolica, che persiste nella sua entusiasmante corsa contro il tempo, l'evoluzione e l'intelligenza.

PPS: Manco a dire neanche questo, la stampa italiana non ha dato particolare risalto a questa notizia, giudicandola secondaria, e trattandola - in più di un caso - con quella leggerezza a metà tra il tenero e l'ironico. Ve possino cecavve.

Monday, June 09, 2008

ZOOSPHERE!!!




Lo so che della seguente notizia potenzialmente, da 1 a 10, vi importa tra 0 e 0.5, però sono troppo imprisciato (che in tranese significa "copiosamente entusiasta ai limiti dell'eccesso di autocompiacimento"), e quindi ve la beccate lo stesso.
Oggi è uscito il mio primo disco: "Zoosphere - a musical encryptation of animal sounds", composto ed eseguito con Petri Kuljuntausta, che è uno dei più grandi compositori elettronici finlandesi (e nel sottogenere dei "soundscapes" è decisamente il più grande): per intenderci, è come giocare in doppio con John McEnroe.

Vi trascrivo le note di copertina, curate da Davide Colonnari:

***

Zoosphere – A musical encryption of animal sounds is the product of a twice-in-a-lifetime collaboration between "musicologicians" Petri Kuljuntausta and Dario Martinelli. We shall tell the story of their collaboration in chronological order, despite the order of the tracks in the present album. In 2003, Kuljuntausta invited Martinelli to perform an improvised live-electronics installation at Leena Kuumola Art Gallery in Helsinki. The idea was to combine the dense, polychromatic sound textures so masterfully created by Kuljuntausta with the various animal sounds that Martinelli has been tackling at an academic level, through his pioneering work in zoomusicology. No previous plan was made for this gig—the two simply met half an hour before the concert, plugged in their equipment, and started playing.
The result, which we hear virtually untouched in A Zoomusicological Essay (the second track of this album), is fresh, lively and colourful. It sets a here-and-now instinctive mood, blending the complex artificiality of Kuljuntausta's sounds with the straightforwardness of Martinelli's animal samples by cheerful nonchalance.

Less spontaneously Romantic and more on the side of Enlightened rationality is the duo's second effort, Do Not Feed The Artists (the first track of the album).
Composer Shinji Kanki, himself interested in animal-related music, commissioned
Martinelli to write a "zoomusicological suite" for the 2004-05 New Music Academy concert season at the Sibelius Academy. A perfect occasion for Martinelli to return the favour to his friend, so the invitation was soon extended to Kuljuntausta.

The two sat down months before the premiere (scheduled for 31st of March, 2005), and immediately set a major rule, in fact a conditio sine qua non, of this new work: this time, every tiny single sound employed in the piece should be an animal sound. Beyond this, the two musicians could do whatever they wanted with the samples, and indeed they did, even to the point of creating completely unrecognizable camouflages. The starting point, though, was always systematically, zoological. Kuljuntausta and Martinelli built a sheer Noah's Ark of sounds, possibly even more
dense than the previous piece, using dozens of animal species (from insects to big mammals), alternating soft quasi-melodic passages with industrial entropy, mechanical clockworks with a hint of irony. How not to read between the lines of the opening and closing phrases of the piece, so reminiscent of the little melody heard in Spielberg's Close Encounters of the Third Kind. Who are the aliens here, when a title like "Do not feed the – well – artists" is actually delivered?

The suite, performed as a tape-composition (featured on this album) plus live-improvisations, and repeated in Tartu at the Eclectica Avant Garde Festival the same year, was enriched by an elegantly zoomorphic choreography by Laura Pesonen, an additional bonus to a composition whose synaesthetic/multimedia intentions should be clear from the very start.

A final note, to serve as a disclaimer. Listeners who are handling this CD in the hope of finding some New Agey animal sound compilation aimed at relaxation and cosmic harmony will be profoundly disappointed. Zoosphere is an uncompromising work of experimentation, aimed to explore the richness and the potential of animal voices, with an approach that is by no means passive and contemplative, but rather inquisitive, intrusive and profoundly creative.

***

E, quest'estate, dovrebbe finalmente uscire "(R)esistere"... stay tuned!!!

Saturday, May 31, 2008

il valore dei biscotti

Notizia di qualche giorno fa:

***

Cane lancia allarme a salva padrona
Bergamo, la donna era caduta in casa
Provvidenziale possedere un cane, specie se intelligente e molto rumoroso. Ne sa qualcosa una signora di Bergamo. La donna, 80 anni, è caduta in casa e ha rischiato di rimanere ferma per giorni se non fosse stato per il suo bassotto di nome Tea. La cagnetta, avendo notato l'infortunio della padrona, ha richiamato l'attenzione dei vicini di casa abbaiando dalla finestra aperta in modo insistente. In pochi minuti sono stati chiamati i soccorsi.

La signora, 80 anni, si era infatti sentita male e, dopo essere caduta in soggiorno, non era più riuscita a rialzarsi. La bassotta Tea aveva già visto la stessa scena poche ore prima, quando c'erano ancora i familiari a soccorrere la padrona. Adesso che non c'era più nessuno ha deciso di far da sola. Si è affacciata al balcone della casa della centrale via Broseta e ha cominciato ad abbaiare forsennatamente.

Ad accorgersi di lei sono stati gli inquilini del palazzo di fronte, che hanno notato i movimenti del cane, che si spostava quasi apposta per far guardare all'interno della portafinestra socchiusa. I vicini hanno intravisto la signora a terra e hanno chiamato il 118. Per effettuare il soccorso sono dovuti intervenire anche i pompieri, che si sono arrampicati proprio sul balcone dove la cagnetta stava ancora abbaiando. Ora la donna sta bene, e per Tea ci sarà una doppia razione di biscottini.

***

Cioè, fatemi capire, Tea salva la vita alla vecchia, e tutto quello che ci si auspica per lei è una "doppia razione di biscottini"?

Ve la immaginate la stessa situazione con un essere umano al posto della cagnetta?

Ecco come potrebbe concludersi l'articolo:

"Ora la donna sta bene, e per la signora Tea ci saranno a cena quattro fette di taleggio anziché due. Giorgio Napolitano aveva pensato di farlo cavaliere, e i pompieri di dargli una medaglia al valore, ma giustamente il sindaco di Bergamo ha fatto notare che il taleggio è più che sufficiente. Anche la signora 80enne, salvata da Tea, si è trovata d'accordo con il primo cittadino, facendo notare che alla sua età si ha già un piede nella fossa, per cui il gesto di Tea non rappresenta esattamente un investimento a lungo termine sulla propria vita. Avesse avuto 40 anni, si poteva pensare di accompagnare il taleggio con la polenta taragna, ma date le circostanze va benissimo solo il taleggio".

Parafrasando una canzone dei miei amatissimi XTC, la strada verso il biocentrismo è lastricata di vetri rotti.

Friday, May 02, 2008

Nessuna meraviglia (di Gino Stefani)

Sempre con l'intento di metabolizzare la rabbia post-elettorale, vorrei mettervi a parte di un messaggio scritto da uno dei miei maestri. Gino Stefani e' stato il mio primo importante mentore, ai tempi dell'Universita' di Bologna. E' musicologo e semiologo, come me ora, e da lui ho imparato tantissime cose, a cominciare dall'idea di fare ricerca accademica mantenendo sempre viva l'attenzione verso questioni etiche e sociali. Ha scritto di pacifismo, integrazione sociale, handicap e tante altre cose, sempre rimanendo musicologo e semiologo. Dopo le elezioni ha spedito a me e ad altri amici questo messaggio, che trascrivo molto volentieri su questo blog:

***
Nessuna meraviglia…
che in queste elezioni abbia prevalso il partito e l’interesse dei ‘due terzi’ della popolazione, i benestanti, che vivono ed esprimono il paradigma dell’avere.
In questo paradigma, il valore primario è appunto l’avere, ossia il proprio personale interesse economico. Nel suo nome, un governo che cerca giustamente di far pagare le tasse viene presentato come un ladro, che cerca di “mettere le mani nelle tasche dei cittadini”, ovviamente i cittadini che nelle tasche hanno soldi.
Un secondo valore è la sicurezza, che qui vuol dire anzitutto difesa dallo straniero, l’immigrato, e questo specialmente nel ricco Nord. Sicurezza che si allea con la stabilità, valore primario per il mondo delle Borse.
E poi c’è la cosiddetta libertà. Chi parla di ‘libertà’, nell’attuale contesto politico? Non certo il ‘terzo’ sotto la soglia della povertà, i disoccupati, chi stenta ad arrivare a fine mese, gli handicappati e le loro famiglie; ben altre sono le loro aspirazioni e richieste; per loro ‘libertà’ è, semmai, ‘partecipazione’, come diceva una nota canzone. Chi parla di libertà sono, certamente, i carcerati; ma poi anche chi è a rischio di carcere, e si difende dalla giustizia; e finalmente chi vuole, insomma, mano libera per farsi i suoi affari senza intralci dalle istituzioni, anzi possibilmente con il loro aiuto.

Ma una certa amarezza…
nel vedere, in queste elezioni, così scarsamente rappresentati i valori e diritti umani della solidarietà, della difesa degli ultimi, dell’ecologia, della dignità dell’uomo e del suo lavoro. Valori alla base del progetto “Fermare la disumanizzazione” che abbiamo proposto nell’ultimo Convegno nazionale della Globalità dei Linguaggi.
Amarezza nel pensare che molti, forse, che pure condividono il nostro paradigma non hanno avuto la necessaria “coscienza accesa” per affermarli - in una battaglia, certo, oggi già perduta in partenza - come testimoni e portatori di un messaggio di fede e speranza in un futuro più umanizzato.

Tuesday, April 15, 2008

berluscofili, berlusconidi e berluscogeni

Che siamo un popolo di imbecilli non c'è dubbio, non c'è mai stato e mai ci sarà. Però ci sono tanti modi di essere imbecilli: si può non pensare di esserlo, o pensare di non esserlo, per esempio, e la differenza non è affatto sottile.

Ma soprattutto ci sono tre specie di imbecilli italiani: i berluscofili, i berlusconidi e i berluscogeni. Tutti votano Berlusconi, e sommati fanno il 99,9% degli italiani. Certo, alcuni tecnicamente non lo votano, nel senso che la crocetta il giorno delle elezioni la mettono altrove, ma non cambia niente. Lo votano lo stesso, tutti i giorni, con costanza e metodo.

Cominciamo dai berluscofili. Sono quelli che amano Berlusconi, e dunque lo votano anche con la crocetta, sebbene in genere, a domanda specifica, facciano i vaghi e non lo ammettano, perchè un senso recondito e incolto di pudore ce l'hanno, da qualche parte del loro unico e depresso neurone. I berluscofili sono persone che "non pensano di essere imbecilli", nel senso che proprio non lo sanno. Vivono in un loro mondo semi-analfabeta che li nutre di prodotti, mediatici e non, del Berlusconismo: ammirano Berlusconi perchè non sono come lui, ma lo vorrebbero tanto. Per loro Berlusconi è carismatico, simpatico, capiscono le sue battute, solidarizzano con le sue manie di persecuzione, sono in sintonia con la sua volgarità.

Ci sono poi i Berlusconidi. Anch'essi amano Berlusconi, e quasi tutti gli assegnano la fatidica crocetta. Vanno piuttosto fieri della loro stima al mafioso piduista: sono quelli che all'inizio di quest'incubo, 14 anni fa, dissero "finalmente un imprenditore alla guida del paese". Amano Berlusconi perché sono come lui: furbi, mercanti NEL tempio, evasori fiscali, disonesti, sleali e volgari. Sono imbecilli e "pensano di non esserlo", nel senso che credono attivamente di essere in gamba. Si nutrono anch'essi dei prodotti del berlusconismo, ma in più contribuiscono alla loro ideazione, finalizzazione e soprattutto vendita.

Infine ci siamo noi altri, i Berluscogeni. Quelli che pensano di non aver votato Berlusconi, quando invece tutto quello che hanno fatto è stato mettere la crocetta altrove. Per i restanti giorni dell'anno, invece, i Berluscogeni non solo hanno votato il mafioso piduista, ma hanno diligentemente contribuito alla creazione di Berluscofili e Berlusconidi, spesso diventandolo essi stessi. Mi ci metto anch'io, ma - e lo voglio dire chiaro e tondo - mi sento molto meno colpevole della stragrande maggioranza delle persone che conosco (le eccezioni sanno già di esserlo, quindi è inutile nominarle).

Chi sono i Berluscogeni ve lo spiego con il mio personale omaggio a un'eccezione, Giorgio Gaber. Uno dello 0.01%. Il titolo è "Qualcuno è Berluscogeno":

Qualcuno è Berluscogeno perché crede che tutto quello che deve fare per sconfiggere Berlusconi è non votarlo alle elezioni.

Qualcuno è Berluscogeno perché invece di essere operativo, si parla addosso. Parla, chiacchiera, polemizza, argomenta, ciarla, ipotizza. Quanto siamo bravi a parlare. Fatti zero, ma quante belle parole. E questo blog ne è un esempio.

Qualcuno è Berluscogeno perché si fa rincoglionire dal calcio. Io per primo. La prima azione del nuovo governo Berlusconi sapete quale sarà? Comprare Ronaldinho. Coi nostri soldi. Mortacci sua, fosse almeno presidente della Juve.

Qualcuno, tutti noi, siamo Berluscogeni perché siamo tutti, tutti, malati di egocentrismo e narcisismo.

Qualcuno è Berluscogeno perché fa il provinciale cronico, e tutte le sante volte che vado in Italia mi fa le solite domande da paesano: ma fa freddo lì? Ma è vero che ci sono 6 mesi di giorno e 6 mesi di notte? Che palle!I provinciali sono il miglior pubblico dei leader populisti. O non lo sapevamo?Ce lo vogliamo fare un embrione di viaggio all'estero, andare a vedercele le cose, de-esoticizzarci. Così giacché ci siemo ci facciamo un'idea di quanto siamo ridicolizzati all'estero per aver votato Berlusconi.

Qualcuno è Berluscogeno perché, sempre con la scusa del provincialismo, giustifica il suo italico lassismo con la frase "eh... ma lì è tutta un'altra mentalità". E chi cavolo ce la deve cambiare questa mentalità? Una delegazione di finlandesi svedesi e norvegesi? Sveglia!!!

Qualcuno è Berluscogeno perché è fermo al Medio Evo. Pensa che la resistenza consista nel rimpiangere il passato e le tradizioni. Si è trasformato nella peggior specie di conservatore-reazionario. Non capisce niente di quello che sta succedendo oggi: fa il fighetto con lo slow-food e l'alternativo con la pizzica tarantata, e il progresso lo sta lasciando nelle mani dei fascisti. Complimenti!

Qualcuno è Berluscogeno perché la massima espressione della nuova generazione è indossare i pantaloni a mezzo culo. Ragazzi e ragazze, siete pie-to-si. Non leggete, non guardate, non capite. Tutto il vostro mondo è fatto di sms, feste che cominciano all'una di notte, ignoranza orgogliosa, disimpegno ostentato, canne e alcool. E nuovi amici. Sempre nuovi, tutto nuovo. siti, comunità, chat: tutto organizzato per non frequentare la stessa persona per più di 5 minuti, di fatto non siete capaci di mettere a fuoco una qualunque cosa per più di 5 minuti. Sapete quando si è giustificati ad essere così? A due anni! E' allora che le capacità attentive non ti consentono di concentrarti più di tanto. E due anni è la vostra età mentale. Pie-to-si!

Qualcuno è Berluscogeno perché non rispetta la privacy, è pettegolo, guardone, e la sua vita si riduce a farsi i fatti altrui. La De Filippi siamo noi, il Grande Fratello è fratello nostro!

Qualcuno è Berluscogeno perché dice "arrivo fra 5 minuti" e arriva dopo un'ora, o perché dice "ti faccio sapere" e poi scompare. E qualcun altro è Berluscogeno in questo preciso momento se pensa che sto esagerando. La verità è che se non siamo capaci di essere coerenti con quello che diciamo per faccende così insignificanti, figuriamoci per le faccende importanti. I nostri "arrivo tra 5 minuti" e "ti faccio sapere" sono il nostro allenamento quotidiano alla disonestà.

Qualcuno è Berluscogeno perché, sempre con il suo proverbiale provincialismo, si sorprende nell'apprendere che in Finlandia certe strutture pubbliche non sono predisposte contro furti e truffe, e la prima fottuta cosa che dice non è "che bello!", ma "scusa, ma allora uno può rubare quanto vuole, qui". Siamo Berlusconidi dentro!!!

Qualcuno è Berluscogeno perché ha trasformato la sua anti-cultura in cult. Le tette della Fenech, le parolacce di Lino Banfi e le scoregge di Alvaro Vitali: un tempo erano piccole debolezze che ciascuno si teneva per sè. Ora ci facciamo le "retrospettive". Qui fanno le retrospettive su Bergman, Godard e Kazan. Lì le facciamo su Bombolo. E se non ci sono le retrospettive, pazienza: ci sono sempre i fratelli Vanzina con le tette della Silvstedt, le parolacce di Christian De Sica e le scoregge di Massimo Boldi.

Qualcuno è Berluscogeno perché legge Maxim e Berluscogena perché legge Cosmopolitan.

Qualcuno è Berluscogeno perché adesso è riuscito anche a far sparire pacifisti ed ecologisti dal parlamento.

Berlusconi non è un uomo, è uno stile di vita, un modo di essere. E quel modo di essere ce lo abbiamo ben bene radicato nei nostri geni. Crocetta o meno.

Via così, allora: altri 5 anni di sistematica distruzione delle istituzioni, della cultura, della natura e dell'economia. Voi a guardare e io a guardarvi da quassù. Tutti insieme a parlare e parlarci addosso.

E la rivoluzione? Fra 5 minuti. Ti faccio sapere. Guarda: ti chiamo io tra massimo mezz'ora.

Thursday, April 03, 2008

l'abbuffata di punti interrogativi? Prima o poi doveva succedere!

Eh! Eh! Eh!
Lo sapevo... lo sapevo!!!
Su http://www.sportmediaset.it/calcio/articoli/articolo9305.shtml c'è un'intervista al centrale juventino Giorgio Chiellini, che dichiara di credere ancora allo scudetto. Titolo del servizio:
"Il titolo? Aspettatevi sorprese?"
Doveva essere: "Il titolo? Aspettatevi sorprese!" Col punto esclamativo. I babbei sono tanto fissati con le domande retoriche che ormai trasformano in domande anche le affermazioni.
Che avrà voluto dire Chiellini "domandandoci" se aspettarci sorprese o no?

Uah! Ah! Ah!

Sunday, March 30, 2008

rifacciamo lo stesso gioco

Sedicenne investito da ubriaco
Il giovane attraversava sulle strisce pedonali
(http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/italia/news/2008-03-30_130153088.html)

CORREGGERE IN:
Sedicenne investito da ubriaco ITALIANO
Il giovane attraversava sulle strisce pedonali

Ubriaco alla guida uccide un 16enne
Dramma a Brescia: il ragazzo travolto sulle strisce pedonali(http://lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200803articoli/31437girata.asp#)

CORREGGERE IN:
Ubriaco ITALIANO alla guida uccide un 16enne
Dramma a Brescia: il ragazzo travolto sulle strisce pedonali

Brescia, ubriaco falcia due ragazzi
Muore 16enne, ferita lievemente un'amica
(http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo407146.shtml)

CORREGGERE IN:
Brescia, ubriaco ITALIANO falcia due ragazzi
Muore 16enne, ferita lievemente un'amica


Nel Bresciano, il giovane travolto da un'automobile guidata un quarantenne arrestato
Nel sangue del guidatore un tasso alcolico superiore di 4 volte ai livelli consentiti
Guidava ubriaco, investe e uccide un sedicenne sulle strisce pedonali
La madre: "Non gli avevo comprato il motorino perchè temevo gli incidenti. E invece..."
(http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/cronaca/incidenti-stradali/ubriaco-uccide-sedicenne/ubriaco-uccide-sedicenne.html)

CORREGGERE IN:
Nel Bresciano, il giovane travolto da un'automobile guidata un quarantenne ITALIANO arrestato.
Nel sangue ITALIANISSIMO del guidatore un tasso alcolico superiore di 4 volte ai livelli consentiti
Guidava ubriaco, investe e uccide un sedicenne sulle strisce pedonali
La madre: "Non gli avevo comprato il motorino perchè temevo gli incidenti. E invece CON TUTTI QUESTI ITALIANI AL VOLANTE..."
(Quest'ultima correzione, cinica, risponde al cattivo gusto del giornalista di riportare il commento di una madre devastata come se questa fosse lievemente contrariata. "E invece" puntini puntini. Ma va, va).

Saturday, March 29, 2008

verità scomode, e verità ancora più scomode

Qualche giorno fa, grazie a una di quelle catene di S.Antonio via e-mail che continuo a ricevere nonostante le mie esplicite proteste ai mittenti, ho ricevuto una presentaizone Power Point molto interessante. Ha a che vedere con la crescente emergenza-acqua che, secondo gli esperti, potrebbe diventare drammatica e fatale verso l'anno 2070.

Il link della presentazione (che vi consiglio caldamente) è il seguente:
http://www.scribd.com/doc/2244567/Year-2070

Se non volete cliccare, eccovi il testo:
This is the year 2070 I have just turned 50, but I look and feel 85.
I suffer from serious kidney problems, because I do not drink enough water. I'm afraid I do not have much time left to live.
I am one of the oldest people in this society. I remember when I was a child of 5. There were lots of trees in the parks, houses with beautiful gardens,and I could enjoy having a shower for half an hour. Everything was very different. Nowadays we use towels with mineral oil to clean our skin. Before, women had beautiful hair.
Then, my father washed his car with water coming out of a hosepipe.Now, my son does not believe that water could be wasted that way. Now, we have to shave our heads to keep them clean without the use of water. I remember there were SAVE WATER warnings on outdoor posters, radio and TV, but nobody paid attention. We thought that water was to last forever.
Now, all the rivers, lakes, dams and underground water beds are either dry or contaminated. Industry came to a standstill,unemployment is sky high.Desalination plants are the main source of employmentand workers receive part of their salary in drinkable water. Assaults on the streets for a can of water are very common. Food is 80% synthetic. Before, it was recommended an adult drinks 8 glasses a day. Nowadays, I am only allowed half a glass.
We now have to wear disposable clothing,and this increases the amount of litter.
We are using septic tanks,because the sewerage system does not work for lack of water. All the people look horrible: wrinkled due to dehydration,full of sores caused by ultra violet radiation,as the ozone layer is almost gone.
Skin cancer, gastrointestinal infections and of the urinary tractsare the main causes of death. Due to the excessive drying of the skin young people of 20 look like 40. Water cannot be produced, oxygen is not sufficient due to the lack of trees and vegetation, and the intellectual capacity of the younger generations is severely impaired.Scientists have no solution to the problem. The morphology of spermatozoa in many men has changed.As a consequence, babies are born with deficiencies, mutations and physical deformities. The average life expectancy is 35 years. Water became a very coveted treasure.Any green zones crossed by rivers are guarded by armed soldiers. Where I live, there are no trees, because it seldom rains.
If it does, it is acid rain. We were warned to look after the environment, but nobody cared. I tell my son about the green fields,the beautiful flowers, the rain, how we swam and fish in the rivers and dams, drinking all the water we could, and how healthy people were. He asks:Daddy! Why there is no water? Was I guilty?
My generation destroyed the environment.
We did not heed the warning signs. Now our children pay a very high price! Soon, I think, life on earth will not be possible,as the destruction of nature has reached an irreversible stage. How I would like to go back and make mankind understand… ...that we still had time to save our Planet Earth.

Ben mi sta, vero? Faccio così tanto lo schizzinoso verso le catene di S.Antonio, e poi mi ritrovo qui a trascriverne una intelligente, profonda e persino poetica.

Beh, a dire il vero, di questa bella presentazione sto per parlare abbastanza male:
Primo perché - confermo - queste lettere cumulative con 5Mb e passa di attachement che arrivano non richieste, mi stanno sulle balle almeno quanto i vari "Enlarge your penis" e "Impress your wife", che almeno si prendono cura della mia felicità ed efficienza fisica.

E secondo perché, ancora una volta, mentre ci facciamo belli nel denunciare un problema, in realtà non abbiamo nessuna voglia ne' di risolverlo, ne' di capire quali - in linea di principio - potrebbero essere le soluzioni.
Questa presentazione è come le canzoni cosiddette di protesta di Vasco Rossi: fanno tanto le incazzate, ma non scalfiscono niente e nessuno. C'è chi dice no... c'è chi dice no... a cosa? a chi? rispetto a quale problema? in prospettiva di quali soluzioni?

Lo volete un esempio operativo, facile, pratico ed efficacissimo per affrontare il problema dell'acqua?
Diventate vegetariani!!!
Così il consumo d'acqua lo dimezziamo. Ripeto: dimezziamo. 50% in meno. Non sono dati di associazioni animaliste: lo dice lo United States Department of Agriculture, che in linea di principio, in quanto ente governativo di uno Stato con ampi consumi di carne, avrebbe tutto l'interesse a diffondere notizie di orientamento etico opposto.
Dimezzare il consumo d'acqua significa che, tanto per cominciare, la lettera in power point, piuttosto che riceverla nel 2070, la riceveremmo già nel 2132.

Che palle, vero? Già, 'sti vegeteriani rompono con i diritti degli animali, poi rompono con la salute, ora rompono anche con l'ecologia.

Sì. E se aspettate qualche post, vedrete che rompono anche con i diritti umani.

Ma per intanto concentriamoci sull'ecologia.
Allora, che facciamo? Facciamo girare ancora un po' la catena di S.Antonio a 5 amici che poi la gireranno a 5 amici eccetera eccetera, o cerchiamo di convincere 5 amici (tra cui noi stessi) a diventare vegetariani, o almeno a ridurre drasticamente il consumo di carne?

La risposta soffia nel vento... anzi, scorre nell'acqua.
Quella poca che ci è avanzata dal MacDonald, e dal macellaio sotto casa.

PS: La cosa più divertente è che il mittente di questa catena di S.Antonio è un mio amico avidissimo consumatore di carne, e che (in aggiunta) di mestiere fa il vivisettor... pardon, il ricercatore in bioteconologie.

PPS: non mi venite a dire che ridurre il consumo di carne aumenta quello delle piante perché è una baggianata. In effetti lo riduce: il 60% dei vegetali coltivati a scopo alimentare viene usato per nutrire gli animali che poi verranno macellati. A noi esseri umani tocca il 40%. La cosa non deve sorprendere, perché per arrivare a una bistecca nel vostro piatto bisogna passare per mesi (talvolta anni) di foraggiamento per l'animale che poi verrà consumato nel vostro piatto. Fatevi un po' i calcoli...

Wednesday, March 19, 2008

facciamo un gioco

Io vi trascrivo 4 titoli di altrettanti quotidiani on-line, e voi mi dite cosa c'è in comune tra di essi, a parte l'ovvio fatto che trattano della medesima notizia:

www.ansa.it:
Roma, ubriaco alla guida uccide due irlandesi
L'incidente mortale nel centro della città, vicino a Castel Sant'Angelo. Le due ragazze, di 28 e 29 anni, investite da una Mercedes a folle velocità: una è stata sbalzata per circa 40 metri, l'altra trascinata per 60. L'investitore ai domiciliari.

www.corriere.it:
Travolge e uccide 2 ragazze, il pirata subito scarcerato
Friedrich Vernarelli (in foto) era ubriaco. Ora è ai domiciliari. Le due irlandesi rientravano in albergo

www.tgcom.it:
Roma, due irlandesi travolte e uccise
Spunta online la scuola guida del pirata
L'autista è ai domiciliari: probabilmente guidava con un tasso alcolico al di sopra del consentitoLe due giovani vittime, 28 e 29 anni, sono morte sul colpo. Il conducente dell'auto si è dato alla fuga ma è stato raggiunto e bloccato dai vigili urbani. Da Internet spunta un video dove il pirata si presenta ai cybernauti facendosi riprendere al volante della sua auto durante un viaggio spericolato tra Roma e Budapest. Intitolata ironicamente "Friedrich - drive safely!" (Friedrich - guida sicura!), la clip mostra il ragazzo visibilmente alterato mentre guida senza mani, balla e ride.

www.repubblica.it:
Ubriaco, travolge due giovani irlandesil'investitore è già agli arresti domiciliari
Tragedia nella notte a Castel Sant'Angelo nel centro di Roma. Le vittime avevano 28 e 29 anni. L'automobilista (foto) è fuggito: raggiunto e arrestato, è già uscito dal carcere.

Trovato?
No? Allora ve lo spiego io.
La notizia, com'è ovvio, si riferisce a quel delinquente imbecille di Friedrich Vernarelli, che non solo beve e guida spericolato per abitudine, ma se ne fa anche un vanto via internet. Ora ci sono scappati i morti, trascinati o schizzati via per decine di metri dalla macchina (che doveva andare dunque a velocità pazzesca). Poi il troglodita è anche fuggito senza soccorrere le due povere ragazze, che - tra le altre cose - stavano anche attraversavando sulle strisce pedonali. Infine, dato che abbiamo una delle giustizie più creative del mondo, il babbeo è già ai domiciliari.
Spero gli diano l'ergastolo.

Ma lasciamo perdere questa storia tristissima, e torniamo al giochino.
Cosa accomuna, a parte le ovvietà, i 4 titoli?
L'elemento che s'impone all'attenzione è la mancanza, in tutti i titoli (e in altri che ho visitato sul web), di ogni riferimento alla nazionalità del Vernarelli.

Nazionalità che è ITALIANA. Capito? Italiana! Non rumena, non albanese, non tunisina.
I-ta-lia-na! E pazienza per il nome tedesco.

Il bello è che, quando l'idiota è straniero (soprattutto se proveniente da "certi" stati), i giornali (di qualunque orientazione essi siano: ecco perché ho trascritto i titoli da un giornale di sinistra, uno di centro, uno di destra e uno teoricamente imparziale come l'Ansa) si affrettano a titolare cose tipo "Tal dei tali, di nazionalità rumena...", o addirittura anche senza certezza: "autista non ancora identificato, ma di probabile provenienza extra-comunitaria..."

Cos'è? Non ce li abbiamo gli attributi per sottolineare che i mascalzoni sono anche i nostri cari compatrioti?
Oppure fa meno notizia quando il criminale è italiano?
Oppure fa più comodo a certe politiche alimentare la xenofobia (come se ce ne fosse bisogno: anche Grillo fa lo xenofobo ormai)?
Oppure in fondo in fondo siamo tutti un po' razzistelli?

Permettetemi di riscrivere i 4 titoli:
www.ansa.it:
Roma, italiano ubriaco alla guida uccide due irlandesi
www.corriere.it:
Travolge e uccide 2 ragazze, il pirata, di nazionalità italiana, subito scarcerato
www.tgcom.it:
Roma, due irlandesi travolte e uccise da un italiano
Spunta online la scuola guida del pirata

www.repubblica.it:
Ubriaco di nazionalità italiana, travolge due giovani irlandesi. L'investitore è già agli arresti domiciliari

Che dite? Non sono più carini così, i titoli?

Tuesday, March 04, 2008

Le domande retoriche? Che je possino!

Il giornalismo italiano? Linguisticamente pietoso. Il motivo? Le domande retoriche.
"Se un giorno dovessi fare un trapianto di cervello vorrei quello di un giornalista sportivo. Perché so che non è mai stato usato" Joe Paterno è uno yankee repubblicano che si occupa di football americano, ma se riusciamo a perdonargli questi tre difetti, quello che ne rimane è il creatore di uno degli aforismi più azzeccati dai tempi di Oscar Wilde.

Il giornalismo italiano, soprattutto - appunto - quello sportivo, ha preso da tempo l'abitudine di formulare titoli, sottotitoli e passaggi da interviste e conferenze-stampa, con lo schema delle domande retoriche.

Esempi freschi di stampa. Contesto: Juve-Fiorentina 2-3, avant'ieri. Ranieri, allenatore bianconero, viene messo in discussione dalla tifoseria. Giocatori e società lo difendono. Ecco come i quotidiani italiani riassumono le dichiarazioni di Buffon e compagni. "Ranieri? Non si discute"; "Ranieri? E' merito suo se siamo terzi"; "La Champions League? Non é in pericolo"; "Un punto in tre partite? Può capitare a tutti". E via dicendo. La stragrande maggioranza dei titoli è di questo tipo. Pochissime le eccezioni.

Mi chiedo (non retoricamente): perché? E mi vengono in mente due sole possibilità, una più idiota dell'altra:

1) Il giornalista vuole sottintendere che l'intervistato sta rispondendo ad una domanda del giornalista. Invece di strutturare l'articolo nello schema classico domanda-risposta, preferisce prendersi la licenza di incorporare la domanda nella dichiarazione dell'intervistato.

2) Soprattutto nei titoli, il giornalista vuole essere più sintentico possibile. La domanda retorica - così crede - gli permette di dire tutto quello che gli serve in poche parole.

Analizziamo (un po' più retoricamente): sarà vero?

Per quanto riguarda il punto 1, l'intenzione può essere programmaticamente plausibile (ma comunque non la condivido: che c'è di male nella struttura classica dell'intervista?), ma esteticamente risulta disastrosa. Primo, perché la strategia ormai è così abusata che la domanda retorica scatta una frase sì e una frase no, e quindi il livello stilistico dell'articolo è più basso di un Hofner. Per capirci, riformulo lo stesso periodo:

"Il punto 1? L'intenzione può essere programmaticamente plausibile. Esteticamente? Disastrosa. Perché? Perché la strategia ormai è così abusata che la domanda retorica scatta una frase sì e una frase no, e quindi il livello stilistico dell'articolo è più basso di un Hofner. Che cosa intendo? Riformulo lo stesso periodo"

Secondo, perché l'intervistato ci fa una figura o da scemo, o da sordo, o da pedante logorroico. Da scemo, perché sembra perennemente bisognoso di ripetere quello che l'intervistato gli chiede. Immaginate la scena:
Giornalista: che ne pensa di Ranieri?
Intervistato: Ranieri?
G: Eh, Ranieri!
I: Ah, Ranieri. Allora...

Sordo, perché pare che non sia sicuro di quello che gli chiedono.
G: che ne pensa di Ranieri?
I: Gli stranieri?
G: No stranieri. Ranieri. Ra-nie-ri!
I: I portieri?
G: Daje! Ranieri. Ranieri. L'allenatore della Juve
I: Ranieri?
G: Si, bravo!
I: Ma chi, il cantante o il principe?

E pedante, perché si fa le domande da solo per poter continuare a parlare. Non so se avete presente, quelli che fingono di aver capito che stai per far loro una domanda che in realtà non t'è passata manco per l'anticamera del cervello: "La Juventus bla bla bla la difesa non è all'altezza bla bla bla Trezeguet non ha visto palla bla bla bla... E poi tu mi chiederai: e Ranieri? Ranieri ha fatto delle scelte bla bla bla"

Punto 2: dicevamo, il giornalista crede di risparmiare sulla lunghezza del titolo. La cosa sarebbe accettabile, e rispettabile, se l'unica opzione, in forma affermativa, fosse qualcosa come "Vedo che Lei mi pone una domanda sulle prestazioni di Ranieri Claudio, attuale allenatore della Juventus F.C., messo in dicussione da parte della tifoseria di detta squadra, che lo considera inadeguato a guidare una formazione storicamente abituata a lottare per lo scudetto. Ebbene, mi sento di rispondere, a nome della società stessa che ho l'onere e l'onore di rappresentare dinanzi alla stampa, che, a mia modesta opinione (che peraltro ritengo suffragata dai fatti, dato che comunque la nostra squadra, reduce - non dimentichiamolo - da un campionato di serie B, occupa momentaneamente un rispettabilissimo terzo posto, davanti a formazioni ben più attrezzate tecnicamente), il sig. Ranieri non va messo in discussione, a nessun titolo. Ha fatto e sta facendo quello che può, e anche di più".

Il giornalista allora opta per: "Ranieri? Non si discute", con mirabile vocazione alla sintesi. Ma perché, allora, non scrivere direttamente "Ranieri non si discute"? A voler essere precisi abbiamo anche risparmiato un carattere ("?"). Senza contare tutte le soluzioni al punto 1: ora l'intervistato ci fa una figura migliore, e soprattutto l'estetica della frase è molto più misurata.
"La Champions League non è in pericolo". Che problema c'è?
"E' merito di Ranieri se siamo terzi". Qui abbiamo rispiarmiato due caratteri ("di" al posto di "?" e di "suo": 3 + 1 - 2)

Il cervello? Se un giorno dovessi trapiantermelo, vorrei quello di un giornalista sportivo. Perché? Saprei che non è mai stato usato.