Maurizio Costanzo ha scritto il testo di "Se telefonando", sulla splendida musica di Ennio Morricone. Per questo e per la televisione di qualità che ha fatto negli anni '70, prima della (o durante la) sua iscrizione alla P2, gli si può attestare un minimo di stima.
Oggi, invece, parlare di Costanzo significa parlare del principale promotore della più mediocre televisione degli ultimi vent'anni, di un individuo poco rispettoso e molto arrogante, di un leccapiedi Berlusconiano che si spaccia per uomo di sinistra (per far fare ancor migliore figura a Berlusconi, che passa così per editore tollerante), e soprattutto di qualcuno che vende il suo semplicistico burinismo per saggezza.
Nella (nuovamente mediocre) rubrica che tiene sul (mediocre) quotidiano Il Messaggero, Costanzo ieri scriveva:
"C’è polemica per i caprioli: l’Europa ne chiede una severa selezione. In Italia dovrebbero essere abbattuti circa 50 mila caprioli. Non conosco le ragioni del provvedimento ma non posso non condividere la presidente della Regione Piemonte che ha detto: «Si fa un gran baccano per i bambi e si parla molto meno dei bambini che quotidianamente vengono uccisi in Libano». In Italia siamo specializzati per togliere l’attenzione da un discorso e passare ad altro. I caprioli sono l’ultimo esempio"
Per chi lo ignorasse, e Costanzo ammette di ignorarlo, ogni anno varie regioni d'Italia incoraggiano l'abbattimento di migliaia di esemplari di capriolo, specie che (particolarmente prolifica) è in Italia sovrappopolata di circa il 15%, e la cui presenza, per vari motivi, provoca ogni anno danni per un totale di circa 4 milioni di euro in tutta la penisola. I cacciatori vengono incoraggiati ad abbattere i caprioli con prezzi (relativamente al tipo di fauna) piuttosto stracciati: per sparare a un cucciolo, il cacciatore deve solo pagare 40 euro. Per abbattere un adulto, ne sono sufficienti 110. Un ostacolo da niente per gli invasati necrofili che non vedono l'ora di vantarsi dei loro 'amore per la natura' e 'rispetto delle sue leggi'.
Ora. La ragione del sovraffollamento di caprioli è data dalla scarsa presenza, in Italia, del suo predatore principale, ovvero il lupo. Una politica ecologica saggia ed equilibrata suggerirebbe, anzichè l'abbattimento dei caprioli, una mirata ripopolazione del canis lupus italicus (ovvero il cosiddetto lupo appeninico). Oppure, come qualcuno ha proposto, smistare (anche previo cattura) una discreta quantità di caprioli dalle zone di sovraffollamento, ad altre (come la Calabria) che invece annoverano un numero equilibrato di questi animali.
Detto questo (e sono naturalmente convinto che Costanzo sia bonariamente all'oscuro di tutto), passiamo a commentare la rubrichetta del Messaggero:
Primo. Bambi non è un capriolo, ma un cervo. Non è né la stessa specie, né lo stesso genus. Uno è Capreolus capreolus, l'altro è Cervus elaphus. Si fosse parlato di daini (Cervus dama dama), l'ignoranza sarebbe stata tollerabile. Sarebbe come confondere un corvo con una cornacchia: grossolano, ma si può perdonare. Ma dire che Bambi è un capriolo è più o meno come dire che Nonna Papera è un gabbiano.
Secondo. «Si fa un gran baccano per i bambi e si parla molto meno dei bambini che quotidianamente vengono uccisi in Libano». Ma quando mai??? Dei bambini uccisi in Libano si parla di continuo (e per fortuna, data la tragica situazione di quelle parti): dei caprioli non se ne parla affatto, se non in qualche angoletto di giornale, o in qualche blog.
Terzo. Perché ogni santa volta che qualcuno solleva un problema di ordine animalista, i soliti semplicioni stanno lì a dirci di pensare alle cose più gravi? Perchè non si può fare un appello per salvare le foche senza che arrivi sempre qualche idiota a dirci che dovremmo pensare a chi muore di fame in Africa? Che cavolo c'entra? Il mondo è (sfortunamtente) così grande da contenere tantissimi problemi: ciascuno (se può e se vuole) si occupi di quello (o quelli) che gli sta(nno) più a cuore. Chi si occupa d'altro (o non si occupa di niente) si faccia gli affari suoi, e sia contento che qualcuno si adopera per migliorare il mondo anche attraverso canali che non sono i propri prediletti.
E, detto questo, vorrei scrivere a lettere cubitali che per me un problema animalista non è MAI, ripeto MAI, un problema secondario. Anzi, a tal proposito,
Quarto. Rincaro la dose. Esiste in Libano un'associazione chiamata BETA (Beirut for the Ethical Treatment of Animals) che si preoccupa degli animali che patiscono (con la morte, o con traumi di vario tipo) i bombardamenti (illegali, fascisti e incivili: vorrei anche questo scriverlo a lettere cubitali) di Israele in Libano. Se c'è una categoria di individui completamente incolpevoli di questa guerra, quella è senz'altro la categoria degli animali non umani.
Datemi del blasfemo, ma io, nel volgere dei tragici eventi di questi giorni, sto pensando (anche, talvolta soprattutto) a loro.
Se non altro perché non ci sta pensando nessuno.
Come per i caprioli.
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
1 comment:
Bambi, il personaggio del cartone Disney è un Odocoileus virginianus, o cervo dalla coda bianca. Ma è stata una modifica adottata dalla Disney, dato che il cartone è basato su un romanzo del 1923 Bambi, la vita di un capriolo (orig. Bambi, ein Leben im Walde) dell'austriaco Felix Salten.
Bambi, come si nota dal disegno, è molto differente dalla specie di cervo che menzioni tu...
Post a Comment