Wednesday, April 01, 2009

speranza per la sclerosi multipla, e certezza di strage felina

Secondo uno studio americano, pubblicato sulla Repubblica di oggi ( ), i gatti sono capaci di "riaggiustare" da soli la mielina, e quest'abilità, se applicata all'essere umano, potrebbe essere molto utile nella lotta contro la sclerosi multipla.

A complemento dell'articolo, il quotidiano non trova di meglio che accostare una tenerissima immagine di un cucciolo di gatto che giocherella appeso a un albero. Come se la notizia riguardi la cura e la salvaguardia dei felini domestici.

Sarebbe bene ricordarsi di questa notizia, come di tutte quelle che gridano alla svolta miracolosa nella lotta contro il cancro o l'AIDS, perché sono informazioni che dopo un po' svaniscono nel nulla, e nessuno ne sa più niente.

Gli esperimenti sulla sclerosi multipla citati da questo articolo significano per ora una sola cosa: strage e tortura di chissà quanti milioni di gatti, a cui verrà fatto di tutto per causar loro qualcosa di paragonabile alla nostra sclerosi multipla, e su cui si proveranno centinaia di procedimenti farmacologici a random. A fine esperimento, se il gatto non è già morto, o non è in piena salute (ovvero pronto a subire un'altra tortura), lo si farà fuori, con tanti ringraziamenti per il fondamentale contributo alla scienza.

Per i prossimi anni, dunque, la vittima sacrificale della ricerca sulla sclerosi multipla saranno i gatti (compresi i cuccioli che giocherellano sugli alberi). Poi, quando questa miracolosa rivelazione cadrà nel dimenticatoio, e i relativi ricercatori avranno intascato un bel po' di denaro pubblico, verrà fuori un'altra "speranza", con un altro animale protagonista. E aspettiamoci un'altra bella immagine di un simpatico cucciolo di quella specie che giochicchia teneramente.

1 comment:

Mauro said...

Ricordo ancora il dibattito prima del referendum sulla legge 40, tutti quei santi bigotti che difendevano gli embrioni - vite umane, persone come noi che siamo tutti ex emrbioni (sic!).
Ebbene gli embrioni, come anche i feti fino alla 20a (grosso modo) settimana, non sono in grado di soffrire perché non hanno il sistema nervoso.
Gli stessi santi appassionati, tra una preghiera e l'altra, trovano assai giusto ed utile torturare animali perfettamente in grado di soffrire - loro sì esattamente come noi!
Cartesio era contento di torturare gli animali in nome della dea scienza, ancora venerata da molti oggi (specialmente da quelli che si affermano senzadio - atei - e che invece di dei ne hanno talvolta a bizzeffe).
Altri sono contenti di torturare gli animali niente meno che in nome di... no, non lo scrivo: questa bestemmia la lascio a loro. Dio stesso saprà in che modo pareggiare il conto!