Scritto nel lontano 1998, questo brano non è altro che la specializzazione ecologico-animalista, del pezzo di Giorgio Gaber "Destra & Sinistra", che è anche un gioco che adoro e che mi diverto ad applicare a vari contesti, con somma insofferenza di chi mi è vicino in quel momento. Si prende un qualunque argomento (oggetto, situazione, personaggio...) e gli si conferisce, giustificandolo adeguatamente e con logica, una connotazione politica, secondo un'ottica bipolarista. C'è anche una variante proporzionale, ma la lasciamo perdere per oggi.
I parametri di giudizio sono molteplici e liberi: si può tener presente la forma, la storia, l'utenza culturale dell'oggetto in questione e quant'altro si reputi opportuno. E così, partendo dallo storico dualismo prosciutto crudo-mortadella, il gioco si dipana fino a vette sublimi quali il golf (di destra perché sport individuale ed elitario, in opposizione al calcio, o meglio ancora alla Benniana Pallastrada) e la posizione a smorzacandela (di sinistra in quanto forma di emancipazione femminile, in opposizione alla pecorina).
Durante quella remota sera del 1998, pensai di circoscrivere queste riflessioni al ramo etico-sociale che più mi sta a cuore. Del tutto si potrà fare una sana risata, o, volendo, una semiseria analisi sociologica.
Fatto sta che in un periodo di compromessi e di melmismo ideologico-politico, ristabilire un pò di distanze mi sembra un'operazione piuttosto salubre.
Dunque. Cominciamo dalle cose facili. Caccia a destra e pesca a sinistra, indubbiamente. La tradizione, le prese di posizione dei partiti, la stessa 'morfologia' dei due (pfui!) sport, non può che imporre questa scelta. Del resto il fucile è parte integrante dell'oggettistica di destra, così come, a sinistra, la -ehm!- canna. Naturalmente, si distinguono anche delle correnti interne, visto che la caccia nei boschi è certamente meno a destra di un safari, e che la pesca da canna è più a sinistra di quella subacquea.
Delle altre crudeli forme e manifestazioni di maltrattamento ai danni degli animali, va notato che la lussuosa e anacronistica pelliccia fa sicuramente parte del repertorio destrorso, mentre i mancini optano con (forse) altrettanta insensibilità verso gli abiti in pelle, più economici e tamarri (per inciso, esiste il tamarro di destra e il tamarro di sinistra. Quello a cui mi riferisco adesso è il genere Ligabue-Springsteen). All'interno della categoria, non esiterò a collocare a destra gli accessori in coccodrillo, e a sinistra quelli in cuoio.
Cambiando argomento, la gente di destra sembra molto più incline al vegetarismo per ragioni salutiste e dietetiche, mentre nei vegetariani di sinistra, di minor numero, prevale la scelta etica. Va detto che la rinuncia alla carne è vissuta dal compagno come triste memoria delle carestie belliche, mentre la camerata vive questa scelta come uno status symbol, come di chi può 'permettersi' di farne a meno. Delle carni, collocherei la coscia di pollo a sinistra e l'anatra all'arancia a destra, mentre, per il pesce, che costituzionalmente è più a destra della carne nonostante l'apparente paradosso, ritengo più 'rosso' il merluzzo e più 'nero' il filetto di platessa.
Gli antivivisezionisti di sinistra ce l'hanno molto di più coi cosmetici che non con i farmaci, e naturalmente, a destra, la prospettiva si inverte. Negli orrori di stampo folklorico, invece, la corrida e il palio di Siena vanno a destra, contrapposti al circo e al combattimento tra galli, che sono forme di svago più proletarie e/o malfamate. Gli zoo, ahimè, sono trasversali.
Prevale, tra le camerate, più che l'animalismo, che si colloca à gauche, la zoofilia, scandita da tristemente noti ideali razzisti. Infatti, il cane di razza è per definizione nero, beatificato dal padrone che lo considera superiore, mentre il bastardino, meglio se trovatello, è inequivocabilmente rosso. Segnalo ancora qualche corrente interna. Rottweiler e Doberman, non foss'altro per i nomi, tendono molto più a destra di un dalmata (grazie al J'accuse anti-pellicce della Carica dei 101) o di un bobtail (che è capellone, e dunque sessantottino). Rin Tin Tin è comunque il tipico yankee imperialista di destra.
I gatti partono già più a sinistra, in quanto meno asserviti al dispotismo umano (tra l'altro, hanno i baffi!). In particolare i randagi, che, organizzati in autentiche comuni, vivono dei rifiuti della società capitalistica e non possono che strizzare l'occhio a Marx, rispetto a spaparanzati e ultra-coccolati persiani, il cui modello sembra essere Re Sole.
Degli altri animali domestici, mi sembrano più di sinistra i pappagalli, dotati di maggiore dialettica e di una ridondanza oratoria sottilmente ironica verso il sistema, che non i canarini, il cui canto, nell'incivile condizione cui l'essere umano li relega, appare più simile a un Me ne frego, che non a una ballata di Joan Baez. A destra è anche l'acquario, all'opposto dell'ampolla col pesciolino, soprattutto se rosso!
Capitolo volontariato. A monte, le fondazioni e i circoli vanno a destra e le associazioni e le leghe a sinistra. Ne consegue che il WWF e l'ENPA sono nere (anche perchè le politiche protezioniste e conservazioniste sono tipiche di quest'area politica), mentre la LAV e la Legambiente sono rosse. Discorso a sé va fatto per l'Animal Liberation Front, che appartiene ad una frangia sicuramente extra-parlamentare, ma bisogna vedere da che parte. Se infatti, da un lato, le sue incursioni terroristiche, senz'altro condannabili, si rifanno chiaramente alle tecniche di strategia della tensione di estrema destra; dall'altro, l'intento è palesemente rivoluzionario, per cui se si accetta l'idea che l'attuale stato di cose, in materia di diritti animali, è paragonabile ad un regime totalitario fascista, ben vengano i partigiani dell'ALF a liberare gli oppressi.
In ultimo, uno sguardo agli animalisti celebri. La sinistra può vantare una schiera molto nutrita, da George B.Shaw, notoriamente comunista dichiarato, a Albert Einstein. Da Gabriele Salvatores a Fabio Fazio e Peter Gabriel (la sinistra dei Genesis). Camerate animaliste sono invece Brigitte Bardot (dichiarata simpatizzante di LePen), Franco Zeffirelli (deputato di Forza Italia), Adriano Celentano (leghista), Phil Collins (la destra dei Genesis), e, più indietro nel tempo, Federico II (che, sì, cacciava, ma che è stato il primo a imporre dei divieti di caccia nelle zone a rischio, salvando di fatto molti esemplari dall'estinzione) e Adolf Hitler (sincero amante degli animali, e - anche se duole ammetterlo - fautore, durante il nazismo, di una civilissima legislazione in materia di diritti animali). Abbastanza neutrali andrebbero considerati i Beatles (sicuramente McCartney e Harrison, Ringo come al solito si accoda, mentre su Lennon ci sono notizie contrastanti, ma a sentire "The continuing story of Bungalow Bill" bisogna accreditargli come minimo un disprezzo verso la caccia), mentre decisamente super partes è il vegetariano dei vegetariani, Leonardo da Vinci.
E questo è quanto. Giova, a mo' di conclusione, sottolineare che sia l'interesse che il disinteresse verso queste tematiche mostra in generale un carattere molto al di sopra delle parti, e in un certo senso, al di sotto. Infatti, la consapevolezza ecologica ed interspecifica sono potenzialmente alla portata di tutti e al di là dei pregiudizi ideologici, ma, allo stesso tempo, appare evidente che questa consapevolezza non è stata acquisita ne' da una fazione ne' dall'altra (soprattutto dell'altra mi girano un po' le scatole: tanto parlare di anti-razzismo e anti-fascismo, ed eccoli cadere in un blando e interminabile campionario di specismo). C'è ancora da aspettare, anche se ragioni per essere ottimisti ce ne sono.
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3 comments:
necessita di verificare:)
necessita di verificare:)
imparato molto
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