Sunday, December 04, 2005

Il ritardo antirazzista

Le partite cominceranno 5 minuti in ritardo, come forma di protesta contro il razzismo. Capisco di essere uno che non afferra subito le cose (mi ci vogliono almeno 5 minuti), ma questa che cavolo di protesta è? A che serve? Chi danneggia? Chi favorisce? Cosa comunica?
Voglio dire, immaginiamoci la scena. Il tifoso razzista (a proposito, smettiamola di dire che sono pochi imbecilli isolati... il razzismo in Italia è un problema reale, più subdolo e meno plateale di altri posti, ma comunque consistente e pienamente in salute) entra nello stadio. La partita comincia con 5 minuti di ritardo. Embè? Cosa succede in quei 5 minuti, secondo gli ideatori dell'iniziativa? Che il razzista riflette e dice a sè stesso e ai suoi tanti amici imbecilli e isolati: "Ragazzi, siamo stati veramente degli stupidi... pentiamoci!"?
E, attenzione, non sto criticando i gesti simbolici in generale. Non sto dicendo che il gesto simbolico dovrebb'essere rimpiazzato dai fatti (come quelli cui Zoro stava per passare domenica scorsa, rifiutandosi di giocare. Peccato che abbia cambiato idea), anche se ovviamente i fatti sarebbero d'uopo. Ma c'è gesto simbolico e gesto simbolico. Qualche striscione arguto e sarcastico, i giocatori che prima del calcio d'inizio alzano il pugno come Tommie Smith e John Carlos alle Olimpiadi del 1968, i tifosi non imbecilli e non isolati che coprono di fischi quelli razzisti... tutti questi sono bei gesti simbolici, che hanno un bell'impatto, sia emotivo che culturale.
Ma i 5 minuti di ritardo a cosa caspita servono???

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