Friday, January 26, 2007

(im)maturità sessuale

Ho sempre pensato che fissare la maggiore età a 18 anni sia, da qualunque lato la si guardi, una decisione inadeguata, nel senso che ricorre troppo presto o troppo tardi rispetto alla reale evoluzione di una persona. Non mi dilungo più di tanto, sia per mancanza di tempo e voglia, e sia per non buttarla sul (vero, ma) banale. E' comunque chiaro a tutti che fissare una soglia anagrafica assoluta prima della quale non si è maturi, e dopo la quale lo si è, è una delle tante generalizzazioni e inadeguatezze del nostro sistema giuridico.
Ho pronta la soluzione? No, ovviamente, e neanche mi sono spremuto più di tanto per trovarne una. So, vedo, capisco solo che tante situazioni, persino quotidiane, pongono l'attuale stato di cose in una condizione di inadeguatezza. Soprattutto in senso morale.
Una di queste situazioni è la cosiddetta maturità sessuale. E' diventato quasi giornaliero ascoltare di stupri di, verso e tra minorenni, di atti sessuali tra minorenni e adulti, di esibizionismo sessuale tra minorenni, eccetera eccetera. Sempre coi minorenni di mezzo. E sempre più spesso con questi ultimi che 'cominciano', o almeno 'consentono'.
E (quasi) sempre con una mezza (talvolta intera) giustificazione del loro comportamento nella misura di un'ipotetica immaturità, incoscienza, e - naturalmente - con la solita sinistroide colpa della famiglia e della società.
Non nego quest'ultima parte, anche se col tempo tendo a darle sempre meno peso specifico, e soprattutto credo di capire che in tanti, tra i minorenni, abbiano capito il giochetto e lo usino spesso come scudo.
Quello che contesto fortemente è che queste ragazze e questi ragazzi non siano sessualmente maturi, e siano moralmente incoscienti.
BALLE.
Sanno benissimo quello che fanno. Sanno benissimo che è qualcosa di moralmente inaccettato. E sanno benissimo cos'è la morale (almeno in senso generale).
Troviamo un modo per evitare questi comportamenti, troviamo un modo per convergere le loro energie in direzioni inoffensive, troviamo un modo per tutto. Ma smettiamola di porre immaturità e incoscienza come paradigmi a partire dai quali cercare una soluzione.
Perchè così, è fin troppo ovvio, la soluzione non la troveremo mai.
Questi ragazzi non esercitano violenza sessuale come metafora del senso di disagio giovanile, bla bla bla.
Questi ragazzi esercitano violenza sessuale perchè sanno benissimo cos'è la violenza sessuale.
Se continuiamo a trattarli come menti caste corrotte solo da una società che non sa accogliere i loro bisogni, non solo non fermeremo il problema, ma ci toccherà pure la loro (segreta o ostentata) derisione.

6 comments:

Anonymous said...

Per certi versi io metterei la maggior età a 25 anni, almeno per evitare che certi ragazzini appena usciti dall'adolescenza si ritrovino con un'auto in mano.
Ovviamente, però, allargherei, o meglio abbasserei, la soglia di punibilità a 10 anni di età.
Risolveremo anche il problema della criminalità infantile che esiste nella misura in cui non può essere punita.
Un saluto.

Unknown said...

Concordo, in parte.
Non dovrebbero esistere scudi quali "immaturità", se sei in grado di commettere delle "violenze" devi essere altrettanto in grado di assumerti delle responsabilità... è anche vero che pero' nella nostra società, frase banale, ma vera, il mito della violenza è esaltato all'inverosimile, anche quella sessuale.
Esempio? Gionalini manga, siti pornografici spinti alla violenza all'accesso di tutti.

Un esempio?

Giorni fa cercavo delle immagini, tipo fumetti, da copiare e colorare per le mie nipotine e mi sono imbattuta su un sito di manga pornografici. Quello che mi preoccupa e che mi è saltato subito all'occhio non è la pornografia, quella ne vediamo a bizzeffe da tutte le parti, ma la violenza che ci sta dietro: cartoni animati con ragazze legate, imbavagliate, stuprate e torurate con aghi e spilli nei seni, oggetti elettrici e tutto quello che vi puo' venire in mente.
Se qualcuno fosse interessato al link e volesse denunciare con me la cosa, prego di contattarmi all'indirizzo sognatrice985@yahoo.it e vi mandero il link del sito in questione che, per ragioni credo abbastanza ovvie, non pubblico.

Cordialmente


Ambra

:Dario said...

Quello che cercavo di puntualizzare nel mio post, e che mi crea maggiore sconcerto, è la consapevolezza che questi ragazzi hanno di ciò che gli accade, e l'ansia quasi disperata di rendere questa consapevolezza fattiva.

Insomma, io ho poco meno di 33 anni, quindi non sono straordinariamente vecchio, eppure mi ricordo bene che ai miei tempi a quell'età tutta questa consapevolezza non c'era.

Il mio accesso a certe informazioni o competenze era limitato sia da una generale minore esposizione a queste, e sia - a ben guardare - dal filtro di una serie di tabù. Se saltava fuori il discorso della droga a 14 anni, io ricordo benissimo che vedevo attorno a me facce letteralmente spaventate, che quasi imploravano di cambiare discorso: "oh dio dio, ma cosa vai a pensare... la droga, santo cielo..." Nessuno di noi sapeva bene cosa fosse questa 'droga', ma era sufficiente lo spavento.

Oggi, alla stessa età, parli di droga, e non solo tutti l'hanno già provata (almeno quella leggera), ma le facce che vedi sono accese, eccitate, e per niente intimorite.

Sono d'accordo con Ambra che è sufficiente fare un passo che la violenza e la pornografia ti saltano addosso. Tuttavia il mio maggior timore è il fatto che, una volta fatto quel passo, i ragazzini d'oggigiorno non hanno nessuna reazione difensiva, e a dire il vero, non solo conoscono il sito in cui ti sei imbattuta tu, ma probabilmente te ne saprebbero indicare altri 100 che visitano regolarmente, e che sono meno facili da trovare in rete.

Mi preoccupa proprio questo: i teen-ager del nostro tempo sono dannatamente CONSAPEVOLI. E non sono affatto sicuro che sia un bene.

Unknown said...

'Oggi, alla stessa età, parli di droga, e non solo tutti l'hanno già provata (...)'

Vero sì, ma non facciamo di tutta l'erba un fascio.

Lavoro spesso con ragazzi di quell età in diverse città e cittadine in Lombardia. Quello che ho notato è che + si avvicina alla città, Milano, + l'argomento è attuale, fino ad arrivare a quartieri difficili come alcuni a Sesto San Giovanni o a Quartoggiaro dove "si nasce con la cartina".
Situazione opposta nei paesi in Brianza.
Monza, Vimercate, Burago. Qui questa realtà spaventa ancora fino ai 20 anni e in molti casi prosegue.

La ragione di questa diversità è ancora un punto interrogativo.

Forse più piccolo è il posto e maggiore è il controllo. Non è solo la tua famiglia ad educarti ma il paese stesso. Se esci di casa con una sigaretta in mano non puoi tirare un sospiro di sollievo perché la tua vicina di casa è Miss Marple e sa persino come si chiama il tuo pesce rosso....
Inoltre è molto più difficile trovarla: i mezzi pubblici sono quelli che sono e fino a 18 anni, senza macchina, spostarsi anche di 15 km si chiama "l'impresa eccezionale"

Come cambiare le cose? Domanda da un milione di dollari ( e per di + sbagliata).

Credo ci si debba focalizzare sul perchè le cose sono cambiate, trovarne le cause.
Come è possibile che, come dici tu, la situaizone sia così cambiata nel giro di 10? 15 anni?

Già ti vedo sbuffonchiante pensando "sempre la solita solfa"... ma la mia risposta cmq è LA TELEVISIONE.
Sì, mi dispiace, sarà anche un luogo comune ma è quanto di + importante sia cambiato in questi anni.
Una delle funzioni principali della "casa" per animali di tutte le specie è proteggersi da pericoli esterni e., per farla in barba alla definizione "pericolo esterno" lo abbiamo messo in salotto.

Adesso i ragazzini seguono O.C. un telefim che vede protagonisti ragazzi californiani alle prese con festini fra anfetamine e allucinogenoci e che offre propone modelli di famiglia che fino a 10 anni fa non ci appartenevano e che adesso stanno +che mai prendendo piede.
L'idea del "genitore = amico" si sta diffondendo a macchia d'olio, questo è preoccupante.
I ragazzi sono pieni di amici, quello di cui hanno bisogno (ogni volta che lo dico mi sento un po "matusa"....) è un modello, un punto fermo di riferimento, non qualcuno che per fargli contenti gli sia 50E a settimana!
E questo è all'ordine del giorno, perché se come dici tu a 14 anni si hanno gia esperienze di droga... qualcuno gli avrà pur dato i soldi per comprarla.. no?
Non prentendo si torni a dare del "voi" ma che si ristabilisca un equilibrio sì.

Lavoravo in un pub l'anno scorso, il venerdi e il sabato all'1 di notte c'erano tavoli pieni di 15enni davanti ad una birra.
domanda:
Se è venerdi, il sabato non hai scuola?
E se è sabato sera, la domenica non hai compiti da fare??
E se hai 15 anni, perché hai una birra in mano??

Quest ultimo punto è quello che + di tutti mi fa arrabbiare: i giovani e l'acohol.

Concordo con il tuo articolo,fissare con l'eta la maturità o meno di una persona è stupido, ma nel momento in cui una legge c'è che si rispetti! Che si faccia come per il fumo: è vietato fumare in luoghi pubblici, pena, multe sia per il fumatore che per il gestore del locale.
I controlli devono essere messi all'entrata,come succede in moltissimi paesi,persino in Irlanda, patria della Birra, con meno di 18 anni non si entra nel locale.
E siccome, mi sembra ma non ne sono sicura, dal 1 gennaio il limite è stato spostato dai 16 anni ai 18 anche da noi, che si rispetti.

O no?

I ragazzi non sono "consapevoli" di cosa sia la droga o degli effetti dell'alcohol. Sono curiosi, e la curiosità è normale che ci sia in ogni campo. Quello che è sbagliato e che la curiotà venga soddisfatta così presto, e se questo avviene è perchè c'è chi gli permette di farlo.
Con questo non voglio de-responsabilizzare i ragazzi scusando le loro azioni. No. Ma neanche voglio chiudere gli occhi su una società che spiana la strada a questi scenari.


Ambra

Unknown said...

perdonate gli orrori do ortografia nella mia risposta, ho scritto un "sono" invece che siano, scrivo sempre di getto in fretta e furia, mia cattivissa abitudine che cerchero di correggere...
Per chi fosse interessato il limite legale per l'assunzione di alcohol è 18 anni dal 1 gennaio 2007, vi riporto il link

http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/economia/conti-pubblici-19/scheda-irpef/scheda-irpef.html

Era ora qualcuno lo facesse



;)) Ambra

:Dario said...

Sono d'accordo con te, Ambra, sul ruolo della televisione. Sarà banale, ma è davvero diventato il filtro ufficiale del mondo. I reality show mi sembrano l'esempio più lampante, con tutti i loro effetti collaterali (l'esibizionismo, il voyeurismo, la volontaria - anzi desiderata - perdita della privacy come valore, e tutto il resto).

E hai ragione quando dici che la realtà cambia a seconda dei posti. Tuttavia, mi sembra, l'asse della consapevolezza (per me) o della curiosità (per te) si sta decisamente spostando in avanti (o all'indietro, se osserviamo la cosa dal lato etico), da qualunque parte ci si trovi: tra Roma e Minervino Murge rimangono differenze in senso relativo, non più - temo - in senso assoluto.

Tu i ragazzi li vedi soprattutto curiosi, e probabilmente hai ragione. Però a me non danno tanto l'impressione della curiosità, anzi mi appaiono piuttosto apatici, e con l'attaggiamento di chi ha visto già tutto (alla TV probabilmente!). A me piuttosto sembra che quella che chiamavo (e chiamo ancora) consapevolezza, si traduca più in un'enfasi sproporzionata dell'Io.

Letteralmente, mi sembra che sia drammaticamente aumentata la quota di egocentrismo. Sarà stupido, però hai notato com'è aumentata l'auto-referenzialità nei discorsi e nelle conversazioni?

L'impressione è che certe azioni tradiscano soprattutto un disperato bisogno di attenzione, che (ribadisco la nostra identità di vedute) è principalmente promosso dalla TV.

E forse anche da Internet, a cominciare dai famigerati blog... e così chiudo il post con una nota totalmente auto-contraddittoria!!!