Monday, December 10, 2007

I miei omaggi, dottor Luttazzi (bonus track)

Rileggo il post di ieri, e mi accorgo che ho dato per scontate molte cose che viceversa andrebbero puntualizzate per evitare equivoci e fraintendimenti:

1) sono per la libertà di satira. Sempre. Ma dev'essere satira, e non insulto fine a se stesso. Solo questo. La prima parte del passaggio incriminato di Luttazzi è pienamente satirica, oltre che totalmente condivisibile: "come si fa a sopportare che Berlusconi a distanza di 4 anni dall’inizio della Guerra in Iraq sostenga che in fondo lui “era contrario al conflitto”?". Quello che non va è il seguito, dove si perde ogni traccia di satira, e si trova solo una sequela di volgarità che nemmeno Alvaro Vitali avrebbe accettato di pronunciare. Contro quest'ultima parte, rimango convinto che un'emittente televisiva abbia diritto di cautelarsi.

2) "cautelarsi", tuttavia, non ha niente a che vedere con cancellare le registrazioni passate e future del programma di Luttazzi, come invece sembra stia avvenendo. Qui, è ovvio, esprimo tutta la solidarietà possibile al comico, che - al di là di questo scivolone - è persona colta, intelligente e 'scomoda' nel senso più nobile del termine (opposto, ovvero, alla scomodità di uno Striscia la Notizia qualsiasi, che fa solo qualunquismo)

3) La scelta di sospendere la trasmissione è una possibile soluzione per difendersi dalla volgarità (battaglia che mi sento di appoggiare in pieno, a tutti i livelli: ma questo significa innanzitutto liberarsi di Sgarbi, Fede, lo stesso Ferrara, Liguori, veline/schedine/letterine/cretine, reality show, amici, defilippi, costanzi, etc. Luttazzi sarebbe l'ultimo dei problemi). Però non sono sicuro che sia la soluzione migliore. Personalmente, avrei chiamato Luttazzi in direzione, gli avrei fatto un cazziatone di 45 minuti, e gli avrei permesso di continuare solo a condizione di scusarsi in diretta, non tanto (ma anche) con Ferrara, quanto con gli spettatori, per essere stato volgare e NON aver fatto satira, in quel frangente, che è il motivo per cui è pagato. Dunque, scusarsi per aver fatto male il proprio lavoro.

4) Nel futuro, La7, o chi per essa, dovrebbe puntualizzare molto chiaramente nei contratti che stipula con i suoi dipendenti, che le volgarità fini a se stesse non sono ammesse. Va benissimo usare parole forti se c'è un programma satirico alla base. Se Luttazzi avesse parlato, chessò, di Blair che fa qualunque cosa gli dica Bush, avrebbe potuto creare la stessa scenetta (magari un po' meno forte, perché si può anche far ridere in modo leggermente più fine), mettendo Blair al posto di Ferrara, Bush al posto di Berlusconi, e la Rice al posto della Santachè. Tutto uguale, eccetto che in quel caso Luttazzi farebbe satira.

5) Ammiro profondamente Luttazzi. Mi piace molto il suo blog, più di quello di Grillo, perché, a differenza di quest'ultimo, Luttazzi è meno populista e più istruito. Ma c'è qualcosa che sempre meno persone capiscono: non si dà prova di libertà e indipendenza intellettuale mostrandosi 'liberi' di essere scurrili. Cazzo, figa, culo, tette, Vaffanculo-day, pisciare, cagare... ecco! Sono più libero adesso? No che non lo sono. Ma soprattutto, non è questo il metro per misurare la mia libertà. Non ho dimostrato proprio niente, se non scarsa educazione. La parolaccia va bene se contestualizzata, se dà colore, catarsi (certo) e se comunque non è in sé "l'arma", ma si accompagna a un contenuto, a un paradigma. Quando tutto quello che sai rispondere a un'ingiustizia è una sequela di insulti, vuol dire che hai perso tu.

Per questo gente come Dario Fo ha sempre vinto: Fo ha demolito chiunque con la sua arte, la sua satira e la sua cultura, senza mai, mai, essere volgare. Per questo il Nobel lo danno a lui e non a Luttazzi.

2 comments:

Anonymous said...

As myliu savo Dariuka! ;)

Anonymous said...

Sottoscrivo.