Monday, December 25, 2006

buon... quella cosa là

Il mio caro amico Franco Fabbri mi ha segnalato questo brano dall'Internazionale (la rivista, non l'inno :-), che si fa (giustamente) beffe della smania politically correct di fare auguri che non offendano nessuno:

"Per favore, accetta senza nessun obbligo, implicito o sottinteso, i miei migliori auguri per un solstizio d'inverno ecologicamente consapevole, socialmente responsabile, senza additivi, non connotato dal punto di vista del genere, praticato nel rispetto delle tradizioni religiose o delle abitudini secolari che preferisci. Inoltre, ti invio i miei migliori (ma non vincolanti) auguri per l'anno 2007 del
calendario comunemente in uso, ma non senza il dovuto rispetto per i
calendari di altre culture il cui contributo ha aiutato a fare grandi gli
Stati Uniti (senza per questo sottintendere che gli Stati Uniti siano più
grandi di qualunque altro paese). Questi auguri sono inviati senza
distinzione di razza, credo, colore, età, abilità fisica, sistema operativo
del computer o preferenza sessuale del ricevente, sia esso di destra o di
sinistra. Buone (se la bontà fa parte del tuo sistema di valori) feste (se
le accetti e riconosci)"

Da parte mia, vi auguro un 2007 pieno di tutte le cose che vi rendono felici, a parte quelle che implicano la sofferenza di esseri umani e/o altri animali, un deleterio impatto ambientale, un aumento del bigottismo e del fondamentalismo religioso (di ogni religione) e un contributo al rafforzamento del pensiero reazionario e anti-democratico (di destra e di sinistra).

Non c'e' rimasto molto, vero?

Diciamo che se andate a piedi a guardare un bel tramonto, vestiti di cotone naturale, dopo che vi siete nutriti di un'insalata senza pesticidi che voi stessi vi siete coltivati, ispirati dalle teorie progressiste sul futuro sostenibile del Wuppertal Institut, piuttosto che da quelle reazionarie che auspicano il ritorno ai 'bei vecchi tempi', potete sentirvi abbastanza tranquilli...

BUON ANNO A TUTTI/E

:DARIO

Saturday, December 16, 2006

congratulazioni Ennio!

Otto nastri d'argento, sei David di Donatello, quattro Bafta, un Leone d'oro e una caterva di altri riconoscimenti. Ma la dannata statuetta dell'Academy mai. Una maledizione. Come Wimbledon per Ivan Lendl, Bologna per Federico II e l'italiano per Luca Giurato.

Nomination nel 1979 per "I giorni del cielo", nel 1987 per "Gli Intoccabili", nel 1988 per "Mission", nel 1992 per "Bugsy" e nel 2001 per "Malena". Mai un "The winner is...", anche quando sembrava ovvio, anche quando sembrava dovuto.

Fino al prossimo febbraio, quando per Ennio Morricone arriverà la statuetta più malinconica, o più significativa, secondo come la si guarda. Un oscar alla carriera, per il più grande compositore italiano vivente (e non accetto contraddittori).

Malinconica, se si pensa ai 78 anni del maestro, alle tante volte in cui gli hanno preferito un Alan Menken qualsiasi (santo cielo, avete presente quello della Sirenetta e della Bella e la Bestia? Beh, l'ha vinto quattro volte. Praticamente sempre con la stessa partitura), o ai tanti capolavori dispersi in filmetti troppo di serie B, (con titoli improbabilissimi, tipo "Sai cosa faceva Stalin alle donne?"), o troppo di serie A per l'Academy (e qui la sineddoche è "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto").

Significativa, se si pensa che in un Oscar alla carriera c'è un pezzettino di tutto. Un pezzettino dello Scion Scion di "Giù la testa", del coyote de "Il buono, il brutto e il cattivo", delle quattro note magnificamente ridondanti di "Novecento, la leggenda del pianista sull'oceano", del crescendo frammentario di "Le vent, le cri" (da “The professionals”, per chi se lo ricorda), e di tutto il resto. E il resto sta per oltre 400, e riscrivo quattrocento come negli assegni, colonne sonore.

Forse c'è anche un pochino del suo lavoro di compositore colto, di autore e/o arrangiatore di canzoni pop ("Se telefonando è la più grande canzone italiana del dopoguerra". E se lo dice Franco Fabbri...), e di compositore per la televisione (so che vi frega tra 0 e 0,5, ma una delle ragioni per cui oggi sono musicologo è il suo tema, intitolato "Le train", per uno sceneggiato televisivo, che da piccolo mi commuoveva fino alle lacrime).

Morricone l'ho incontrato di persona, lo scorso settembre: è stato ospite d'onore del Congresso Internazionale sulla Significazione Musicale, che quest'anno si è tenuto a Roma. Mi è spettato l'onere e l'onore di tradurre il suo intervento in inglese, e di moderare il dibattito con i miei colleghi. Per capirci, lo guardavo come Fede guarda Berlusconi. E scusa Ennio per il paragone (giacchè ci sono, mi scuso anche con me stesso).

Varie cose mi hanno colpito di lui in quella occasione: innanzitutto la timidezza, una timidezza costantemente riduttiva dei suoi meriti e quasi ostile nei rapporti interpersonali.

Poi, la simbiosi tra quest'uomo e la musica. Morricone la musica la respira, non ne può fare a meno. Se cita un tema, anche strafamoso, tipo appunto "Il buono, il brutto e il cattivo", che conoscono persino i ragazzini che lo usano come suoneria dei loro telefonini, sente la necessità di canticchiarlo o fischiettarlo, hai visto mai non sappiamo di che parla. Immaginatevi Schultz che cita Charlie Brown e poi fa uno schizzo sulla lavagna luminosa.

Terzo, Morricone non bara, nello spiegare la sua musica. Musicologi e critici musicali ne hanno le scatole piene di compositori e cantautori che fingono di non sapere cosa ci sia dietro la loro musica, che si appellano al magico e al trascendentale, e che rifiutano analisi anche blande del proprio lavoro. Morricone è (god bless him) l'opposto. Ti dice tutto di come nasce un tema, di come si sviluppa e delle idee che lo fondano.

Ah, già. E te lo canticchia pure.

Quarto, il suo modo di comporre. Una razionalizzazione dei sentimenti, e - soprattutto - un gioco di regole. Morricone si siede al suo pianoforte per comporre, e, per prima cosa, sparge qua e là dei piccoli handicap, si impone delle micro-sfide creative per rendere il lavoro più interessante. Esempio. Adesso faccio un tema utilizzando tre note in tutto, e - non bastasse - per gradi congiunti (ovvero, una dopo l‘altra, senza salti). Voilà: ecco nascere il - superbo - tema di "Metti una sera a cena" (avete presente? Voce femminile che canta suadente su ritmo di Bossa Nova. E, appunto, tre note in tutto, e per gradi congiunti).

Quel giorno, al congresso, Gillo Pontecorvo era ancora vivo, e una delle domande che posi a Morricone era se fosse poi vero quell’aneddoto che circolava sulla preparazione della colonna sonora della “Battaglia di Algeri” (che, come alcuni ricorderanno, fu co-firmata dai due). Lui si schernisce ancora (benedetta timidezza) e poi, come se dovesse canticchiare il tema di turno, ci ripete quell’episodio. Tutto vero. I due stanno lavorando alla partitura da parecchio tempo ormai, e proprio non riescono a trovare un accordo. Pontecorvo boccia le proposte di Morricone, e Morricone restituisce il favore. Un bel giorno, convinto di aver finalmente trovato il bandolo della matassa, Pontecorvo si reca da Morricone fischiettando la sua nuova idea. Morricone, che a quel tempo abita in un appartamento al secondo piano, riesce a sentire l’amico prima che questi salga le scale. Forte del suo orecchio assoluto (non è un‘iperbole: è la capacità di intuire una tonalità senza punti di riferimento. Ce l‘aveva anche Mozart), il nostro corre al piano, e trascrive subito quel tema su uno spartito.

Arriva il regista. Il dialogo (più o meno):

GP (pisano): Oh, Ennio. Stavolta ci ho un tema 'he non mi poi rifiutare
EM (romano): Momento! Te faccio sentì prima er mio.
Morricone esegue un perfetto ricalco su piano di quello che Pontecorvo stava fischiettando sotto casa.
GP: Maremma bonina! Oh home tu ha fatto? Ti si stava per proporre la stessa hosa. Te tu ci avrai miha la telepatia?
EM: Ahò, ma che telepatia! Te credo. So' mesi che lavoriamo a 'sta cosa, ormai ci abbiamo le stesse idee.

Ecco. L'oscar Morricone l'avrebbe meritato sin dai tempi della Battaglia di Algeri. Era il 1966. Quell'anno il maestro lavorò a 11 film complessivamente, e tra questi c'erano - scusate se è poco - "Il buono, il brutto e il cattivo" e "Uccellacci e uccellini". E non è neanche il suo record, che stabilì due anni dopo lavorando a 28, e dico ventotto, pellicole.

A uno così che je dai? Un oscar? Uno solo?

Friday, December 15, 2006

in morte di Pinochet

Dato che il bastardo è riuscito a sfuggire ad ogni forma di sentenza mentre era in vita, mi tocca contare sull'esistenza dell'inferno, per sperare che le migliaia di morti e torturati che quell'infame ha provocato ottengano un minimo di giustizia.

Addio Pinochet, riposa in guerra.

Wednesday, November 29, 2006

la coppia dell'anno

I giornali riportano che Britney Spears e Paris Hilton sono diventate inseparabili, ed ormai escono sempre assieme a fare la bella vita.
Riterrei fondamentale aggiungere nel gruppo almeno una tra Victoria Beckham, Valeria Marini e Alessandra Mussolini. La sommatoria dei QI delle interessate equivarrebbe così (bene o male) a un cervello intero, e questo senz'altro garantirebbe maggiore sicurezza in termini di problem-solving generale (coordinazione motoria, interazione con la biosfera, connessione delle sinapsi, etc.)

Tuesday, November 28, 2006

Il malore di Berlusconi

Lo giuro! Non mi sto augurando che muoia. Non costantemente, almeno.
L'ideale è una malattia non dolorosa e non mortale che però lo costringa a un riposo continuato e, soprattutto, al ritiro definitivo dalla vita politica.
A pensarci bene, se la malattia di tanto in tanto gli procura qualche dolorino, tipo fitta lancinante, non sarebbe tanto male.

Friday, November 24, 2006

il ritorno delle SUSU

Ammesso e non concesso che ci sia ancora qualcuno che passi dalle parti di questo blog dopo un paio di ere geologiche di silenzio da parte del sottoscritto, cerco di rientrare in grande stile.
Dov'eravamo rimasti... le SUSU, chi si ricorda le SUSU, le situazioni umilianti senza uscita?
Ecco, ce n'è un'altra, e stavolta non c'è nemmeno bisogno di fare un salto al ristorante cinese estone.
E' anche più semplice concettualmente.
Situazione-tipo:
Due persone, che chiameremo P e D giusto per rifarci all'istanza che ho in mente in questo momento (e indovinate un po' chi è D). In salotto. D legge tranquillo. P vuole fare conversazione, e progetta come attaccare bottone.
P, candido come un saggio di Voltaire: "Che c'è D? Ti vedo pensieroso!"
D, emergendo da una copia di "Elizabeth Costello" di Coetzee (lettura scelta strategicamente per mostrare ai lettori di questo blog che D ha gusti letterari raffinati e impegnativi): "Come dici, scusa?"
P: "No, niente, è che ti vedo pensieroso... c'è qualcosa che non va?"
D pensa: "Sì, non va che detesto essere interrotto mentre leggo", ma dice: "No, no, tutto bene, grazie".
P: "Sicuro? Perchè mi sembri un po' teso... guarda che a me puoi dirlo..."
D, già un po' irritato, ma consapevole che la SUSU è in agguato: "ti ringrazio, stai tranquillo che se ci fosse qualcosa te lo direi"
P: "Mah... io dico che qualcosa non va, comunque fa' pure come vuoi..."
D, con un'occhiata implorante aiuto rivolta ad Elizabeth: "Bene, ti ringrazio per avermi permesso di fare come voglio... Ora se non ti dispia..."
P, sul "...ce": "Allora C'E' qualcosa!"
D, per niente polemico e agitato: "No, non c'è niente. Ma sembra che non ci sia modo di convincerti."
P: "Lo vedi, lo vedi come sei polemico? E' ovvio che sei agitato per qualcosa"
D, leggermente polemico e piuttosto agitato: "No, ti dico! Non c'è un bel niente. Vorrei solo starmene un po' in pace a leggere."
P: "Guarda che non ti ho mica detto niente, eh!? Comunque sei proprio irritabile oggi, e penso che parlarne ti farebbe bene"
D (Liz, posso chiamarti Liz vero?, fa' qualcosa!): "Ascoltami bene, io non ho un bel niente. O meglio, non avevo un bel niente, ma ora a furia di insistere, sì, un po' irritato lo sono".
P: "E figurati, ti pareva che non davi la colpa a me. Bravo, eh? Proprio bravo. Sta' a vedere adesso che devo portare la tua croce. Guarda, sarà bene che ti fai un bell'esame di coscienza, perchè hai un proprio un brutto carattere".
D, con un lieve guaito: "io!? Io ho un brutto carattere!? Io!? Un brutto!? Carattere!?"
P: "Oh, senti, basta, ok? Se ci hai voglia di litigare con qualcuno, non guardare me. Figurati se mo' ti do' corda"
E così via.
D ulula sulle frequenze dei coyote, modello tema de "Il buono, il brutto e il cattivo". Il suo non è un ululato di disperazione, o meglio: anche di disperazione, ma soprattutto di autocritica. Egli è consapevole di essere ricaduto in una SUSU.
Com'è successo? In che punto è successo?
Chi può dirlo: le risorse delle SUSU sono virtualmente illimitate, e illimitate sono le conseguenze a meno di non porre l'umiliante freno della resa incondizionata.
D opta per l'inevitabile.
Capo cosparso di cenere, egli abbandona le ostilità ed Elizabeth senza nemmeno avviare le trattative.
La SUSU ha vinto ancora.

Wednesday, August 23, 2006

alè oo

ecco come finisce se cervo e cacciatore lottano ad armi pari!
Mii, che goduria:

http://multimedia.repubblica.it/home/379516

Monday, August 07, 2006

bambi e bambini

Maurizio Costanzo ha scritto il testo di "Se telefonando", sulla splendida musica di Ennio Morricone. Per questo e per la televisione di qualità che ha fatto negli anni '70, prima della (o durante la) sua iscrizione alla P2, gli si può attestare un minimo di stima.

Oggi, invece, parlare di Costanzo significa parlare del principale promotore della più mediocre televisione degli ultimi vent'anni, di un individuo poco rispettoso e molto arrogante, di un leccapiedi Berlusconiano che si spaccia per uomo di sinistra (per far fare ancor migliore figura a Berlusconi, che passa così per editore tollerante), e soprattutto di qualcuno che vende il suo semplicistico burinismo per saggezza.

Nella (nuovamente mediocre) rubrica che tiene sul (mediocre) quotidiano Il Messaggero, Costanzo ieri scriveva:

"C’è polemica per i caprioli: l’Europa ne chiede una severa selezione. In Italia dovrebbero essere abbattuti circa 50 mila caprioli. Non conosco le ragioni del provvedimento ma non posso non condividere la presidente della Regione Piemonte che ha detto: «Si fa un gran baccano per i bambi e si parla molto meno dei bambini che quotidianamente vengono uccisi in Libano». In Italia siamo specializzati per togliere l’attenzione da un discorso e passare ad altro. I caprioli sono l’ultimo esempio"

Per chi lo ignorasse, e Costanzo ammette di ignorarlo, ogni anno varie regioni d'Italia incoraggiano l'abbattimento di migliaia di esemplari di capriolo, specie che (particolarmente prolifica) è in Italia sovrappopolata di circa il 15%, e la cui presenza, per vari motivi, provoca ogni anno danni per un totale di circa 4 milioni di euro in tutta la penisola. I cacciatori vengono incoraggiati ad abbattere i caprioli con prezzi (relativamente al tipo di fauna) piuttosto stracciati: per sparare a un cucciolo, il cacciatore deve solo pagare 40 euro. Per abbattere un adulto, ne sono sufficienti 110. Un ostacolo da niente per gli invasati necrofili che non vedono l'ora di vantarsi dei loro 'amore per la natura' e 'rispetto delle sue leggi'.

Ora. La ragione del sovraffollamento di caprioli è data dalla scarsa presenza, in Italia, del suo predatore principale, ovvero il lupo. Una politica ecologica saggia ed equilibrata suggerirebbe, anzichè l'abbattimento dei caprioli, una mirata ripopolazione del canis lupus italicus (ovvero il cosiddetto lupo appeninico). Oppure, come qualcuno ha proposto, smistare (anche previo cattura) una discreta quantità di caprioli dalle zone di sovraffollamento, ad altre (come la Calabria) che invece annoverano un numero equilibrato di questi animali.

Detto questo (e sono naturalmente convinto che Costanzo sia bonariamente all'oscuro di tutto), passiamo a commentare la rubrichetta del Messaggero:

Primo. Bambi non è un capriolo, ma un cervo. Non è né la stessa specie, né lo stesso genus. Uno è Capreolus capreolus, l'altro è Cervus elaphus. Si fosse parlato di daini (Cervus dama dama), l'ignoranza sarebbe stata tollerabile. Sarebbe come confondere un corvo con una cornacchia: grossolano, ma si può perdonare. Ma dire che Bambi è un capriolo è più o meno come dire che Nonna Papera è un gabbiano.

Secondo. «Si fa un gran baccano per i bambi e si parla molto meno dei bambini che quotidianamente vengono uccisi in Libano». Ma quando mai??? Dei bambini uccisi in Libano si parla di continuo (e per fortuna, data la tragica situazione di quelle parti): dei caprioli non se ne parla affatto, se non in qualche angoletto di giornale, o in qualche blog.

Terzo. Perché ogni santa volta che qualcuno solleva un problema di ordine animalista, i soliti semplicioni stanno lì a dirci di pensare alle cose più gravi? Perchè non si può fare un appello per salvare le foche senza che arrivi sempre qualche idiota a dirci che dovremmo pensare a chi muore di fame in Africa? Che cavolo c'entra? Il mondo è (sfortunamtente) così grande da contenere tantissimi problemi: ciascuno (se può e se vuole) si occupi di quello (o quelli) che gli sta(nno) più a cuore. Chi si occupa d'altro (o non si occupa di niente) si faccia gli affari suoi, e sia contento che qualcuno si adopera per migliorare il mondo anche attraverso canali che non sono i propri prediletti.
E, detto questo, vorrei scrivere a lettere cubitali che per me un problema animalista non è MAI, ripeto MAI, un problema secondario. Anzi, a tal proposito,

Quarto. Rincaro la dose. Esiste in Libano un'associazione chiamata BETA (Beirut for the Ethical Treatment of Animals) che si preoccupa degli animali che patiscono (con la morte, o con traumi di vario tipo) i bombardamenti (illegali, fascisti e incivili: vorrei anche questo scriverlo a lettere cubitali) di Israele in Libano. Se c'è una categoria di individui completamente incolpevoli di questa guerra, quella è senz'altro la categoria degli animali non umani.

Datemi del blasfemo, ma io, nel volgere dei tragici eventi di questi giorni, sto pensando (anche, talvolta soprattutto) a loro.
Se non altro perché non ci sta pensando nessuno.
Come per i caprioli.

Thursday, July 06, 2006

mi ero ripromesso di non infierire contro la Germania...

...dato che comunque l'arroganza e la penosa ospitalità di certa loro stampa è stata ben messa a tacere dagli azzurri.
Mi ero ripromesso di non infierire. Ma questa è troppo forte:

Tuesday, July 04, 2006

EDIZIONI LIMITATE: i re di Roma erano molto più di sette (5)

C'era anche Flavio Briato, il re più testa di cazzo di tutti

Monday, June 26, 2006

orari

Bossi aveva dichiarato ieri: "Se vincono i NO mi trasferisco in Svizzera". Ora che i No hanno (stra)vinto, vorrei rendermi utile al leader della Lega:
Dunque. Il prossimo treno da Milano verso Zurigo parte alle 21:25, cioè tra un'ora. Non so se ce la fa, dipende quanto ci mette a fare le valigie. In più ci sono tre cambi, e con molti bagagli può essere scomodo.
Meglio domani mattina. C'è il diretto delle 7:10, che alle 10:51 arriva a Zurigo. Così ha anche il tempo di guardarsi la Svizzera in TV questa sera contro l'Ucraina.
Al limite, ci sarebbe un altro diretto alle 8:25, però ci mette un pochino di più (4 ore e 26 minuti), e sono sicuro che il senatur ha fretta di lasciare l'Italia.
E se non ce l'ha lui, ce l'ho io che la lasci.
VATTENE.
MISERABILE, PATETICO, IGNORANTE, CAFONE E PERDENTE.

Saturday, June 24, 2006

Una Sottile differenza

La Repubblica di ieri titolava "Gregoraci: si, ho fatto sesso con Sottile". Il Corriere invece "Gregoraci: non ho fatto sesso con Sottile".
Non è esattamente la vecchia storia della sfumatura ideologica nel presentare le notizie. Ovvero, non è che Repubblica dice A e il Corriere A1. Qui si tratta di A e -A. La cosa mi spinge a pormi tre interrogativi:

1) La nozione di sesso, da Clinton in poi, ha subito variazioni ermeneutiche piuttosto drammatiche. E' senz'altro questione di punti di vista se una fellatio sia un atto sessuale o meno. Potrebb'essere, chessò, un atto caritatevole, un attestato di stima, un momento di meditazione. Mi chiedo: non è che la disparità nei due titoli sia dovuta proprio alla differente concezione di sesso da parte delle due testate? Che la Repubblica sia più platonica (e ci starebbe pure, conoscendo l'opera del filosofo greco), tanto da considerare subito 'sesso' qualcosa che probabilmente era molto meno, e il corriere più aristotelico, tanto da non accontentarsi di ciò che è accaduto prima di scomodare il termine 'sesso'?

2) Non è che Sottile, oltre a essere il portavoce di Fini, è una marca di preservativi? In quel caso la disparità dei titoli sarebbe molto più comprensibile. Per gli uni, sì, la Gregoraci ha fatto sesso con Sottile; per gli altri no, ha usato Control.

3) Chi cazzo è la Gregoraci?

Sunday, June 04, 2006

i perversi, o iper versi

Eccomi di ritorno... anche se ancora non sufficientemente rilassato da poter scrivere un post tutto mio. Poco male, però, perchè quello che pubblico (segnalatomi dal mio grande amico Giuseppe) è di quelli strepitosi... In più, sapete che quando c'è da prendersela con la chiesa, non mi tiro mai indietro ;)

LEVITICO E OMOSESSUALITA'
Sommario
In questa pagina è contenuta una sarcastica lettera sulle parole della religione e la realtà della vita vissuta.
La dottoressa Laura Schlesinger é una famosa giornalista della radio americana; nella sua trasmissione dispensa consigli alle persone che telefonano. Qualche tempo fa, Laura ha affermato che l'Omosessualità, secondo la Bibbia (Lev.18:22)* é un abominio,e non può essere tollerata in alcun caso.

La seguente é una lettera spedita alla dott.ssa Laura Schlesinger.

Cara Dottoressa Schlesinger,
le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi del Signore. Ho imparato davvero molto dal suo programma, ed ho cercato di dividere tale conoscenza con più persone possibile.
Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18:22 si afferma che ciò é un abominio. Fine della discussione.
Però, avrei bisogno di alcun consigli da lei, a riguardo di altre leggi specifiche e come applicarle.

- Vorrei vendere mia figlia come schiava, come sancisce (Esodo 21:7). Quale pensa sarebbeun buon prezzo di vendita?

- Quando sull'altare sacrificale accendo un fuoco e vi ardo un toro, so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo per il Signore (Lev.1.9). Il problema é con i miei vicini: loro, i blasfemi, sostengono che l'odore non é piacevole. Devo forse percuoterli?

- So che posso avere contatti con una donna quando non ha le mestruazioni (Lev.15: 19-24.).Il problema é come faccio a chiederle questa cosa? Molte donne s'offendono.

- Il Levitico ai versi 25:44 afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschiche femmine, a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere.
Un mio amico afferma che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Può farmi capire meglio? Perché non posso possedere schiavi francesi?

- Un mio vicino insiste per lavorare di Sabato. Esodo 35:2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente?

- Un mio amico ha la sensazione che anche se mangiare crostacei é considerato un abominio (Lev. 11:10), lo sia meno dell'omosessualità. Non sono affatto d'accordo. Può illuminarci sulla questione?

- Sempre il Levitico ai versi 21:20 afferma che non posso avvicinarmi all'altare di Diose se ho difetti di vista. Devo effettivamente ammettere che uso gli occhiali per leggere...La mia vista deve per forza essere 10 decimi o c'é qualche scappatoia alla questione?

- Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se questo é espressamente vietato dalla Bibbia (Lev 19:27). In che modo devono esser messi a morte?

- Ancora nel Levitico (11:6-8) viene detto che toccare la pelle di maiale morto rende impuri. Per giocare a pallone debbo quindi indossare dei guanti?

- Mio zio possiede una fattoria. E' andato contro Lev. 19:19, poiché ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo; anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perché usa indossare vesti di due tipi diversi di tessuto (cotone/acrilico). Non solo: mio zio bestemmia a tutto andare. E' proprio necessario che mi prenda la briga di radunare tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono,come simpaticamente consiglia Lev 20:14 per le persone che giacciono con consanguinei?

So che Lei ha studiato approfonditamente questi argomenti, per cui sono sicuro che potrà rispondere a queste semplici domande. Nell'occasione, la ringrazio ancora per essere così solerte nel ricordare a tutti noi che la parola di Dio é eterna ed immutabile.
Sempre suo.

Un ammiratore devoto.

*= per chi non lo sapesse il Levitico 18:22 recita così: "Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole" (N.d.B.)**

**= N.d.B. sta per Nota del Blogger***

***= il blogger sarei io****

****= per io intendo Dario, quello del Diario*****

*****= dunque non la Schlesinger******

******= che per altro non conosco di persona*******

*******= e che, vista su Internet, non sembra granchè (http://www.harrywalker.com/speakers_template.cfm?spea_id=203)

Thursday, April 27, 2006

scusate!!!



Carissimi/e!

Sono carico di lavoro come un 386 al quale hanno installato e lanciato contemporaneamente Fifa2006, AutoCad (qualunque versione), Adobe Photoshop 7.0, e ProTools per PC.

Un po' di pazienza. Scriverò un nuovo post appena possibile

Ciao

Monday, March 27, 2006

CaroDario2: nazionalismo e ironia

Questa lettera arrivò alla redazione della Rondine circa 2 anni fa, ormai. Nella microstoria della rivista, e della mia rubrica in particolare, ebbe un'importanza piuttosto rilevante, in quanto inaugurò una lunga serie di lettere (e polemiche) su nazionalismo e patriottismo. Pubblicherò su questo blog anche le successive puntate, naturalmente.

***

Gentile Redazione di La Rondine,

So che il vostro giornale si occupa di tutte le cose inerenti all'Italia, percio' vorrei segnalarvi un episodio capitatomi di recente. Circa un mese fa ho ricevuto un invito dalla ditta Tamore per una serata italiana. L'invito mi ha irritato moltissimo in quanto mi sono resa conto che il tema della serata sembrava essere la mafia non l'Italia. Siccome non e' la prima volta che vedo e sento in Finlandia cose analoghe dove continuamente l'Italia viene assiociata alla mafia, vorrei tanto avere la vostra opinione in merito. Nonostante sono finlandese, l'Italia mi ha ospitato per 15 anni e la sento come un'altra patria. Vi riporto qui in calce la mia e-mail alla Tamore nonche' la loro risposta (arrampichiamoci sui vetri.....).

---

Gentile Sig.ra Elisa,

Grazie per la Sua lettera.

Le sto scrivendo il giorno dopo l'approvazione del cosiddetto "Lodo Maccanico", ma avrei potuto scriverLe anche dopo la "Legge Cirami", o la "Bossi-Fini", o quant'altro. Voglio dire che siamo in un periodo in cui - istituzionalmente parlando - l'Italia è un Paese poco difendibile (prima di procedere, vorrei ricordare che in questa sede esprimo opinioni del tutto personali, e decisamente non a nome della "Rondine" tutta, per cui mi assumo piena ed esclusiva responsabilità di quello che dico). Avrei anche potuto scriverLe un annetto fa, subito dopo aver scoperto che - per la prima volta nella mia breve carriera di insegnante universitario - un mio studente aveva interamente copiato un compito, e quello studente era italiano. Oppure avrei potuto scriverLe una dozzina di anni fa, quando ero io a copiare i compiti di matematica e latino. A pensarci bene, avrei potuto scriverLe in mille altre occasioni, ma sarei sempre e costantemente andato fuori tema, nel senso che non avrei realmente risposto alla Sua lettera, se non attraverso temi obsoleti e qualche chilo di retorica.

Invece no. La Sua lettera è molto più profonda, e merita ogni sforzo per evitare le banalità. Ci provo.

Devo sinceramente dirLe che, quando mi hanno portato una copia dell'invito alla festa dell'azienda Tamore Oy, come prima reazione ho riso, e di gusto. So che forse La farò arrabbiare ancora di più, ma l'idea della mazzetta al posto dell'invito mi ha fatto veramente divertire. Non intendo sottovalutare la Sua protesta, tutt'altro. Vorrei solo provare ad offrirLe un'altra chiave di lettura.

Io penso che se c'è una legge che questo nostro approssimativo governo dovrebbe approvare, quella dovrebb'essere il "Lodo Ironico", nel senso che si dovrebbe dare l'immunità a coloro che utilizzano l'ironia come mezzo di comunicazione. Quelli che, poi, utilizzano anche l'autoironia, quelli li farei Cavalieri della Repubblica e senatori a vita. Credo che i signori e le signore della Tamore abbiano voluto fare della semplice e affettuosa ironia. Non avevano motivo né interesse ad offendere gli italiani e le italiane.

Certo, si può discutere della qualità intrinseca dell'ironia, non tanto nella misura di un ipotetico buono o cattivo gusto, ma quanto dell'articolazione semiotica dell'intera presa in giro. E in questo senso, il risultato è un po' deludente: la Tamore ha fatto uso contemporaneamente di almeno quattro stereotipi italiani (la mafia, il cibo, il bel canto e le gondole veneziane) nello stesso contesto, suggerendo una relazione che - almeno direttamente - non sussiste. Cosa c'entra la mafia con le gondole? In questo senso, l'ironia non è felice, semplicemente perché non fa ridere quanto potrebbe se fosse più accurata. Sembra un'operazione piuttosto sincretistica, dunque un tantino superficiale. Una specie - se mi è concessa, appunto, l'ironia - di Inter di Massimo Moratti: tanti campioni ma nessuna squadra.

E allora perché non rispondere con altrettanta ironia, o - se proprio vogliamo mostrarci superiori - con autoironia? Io, al posto Suo, a quella festa ci sarei andato, però attuando una o più delle seguenti soluzioni:

1) Invece del fac-simile delle 100 lire, avrei consegnato al buttafuori un fac-simile di un marco finlandese;

2) Avrei telefonato alla Tamore e avrei richiesto altri inviti per mio fratello, tre miei cugini, due pro-cugini, quattro zie, e svariate parentele di terzo e quarto grado;

3) Sarei andato alla festa con coppola e lupara (un fac-simile, naturalmente);

4) Avrei consegnato al presidente della Tamore una carta geografica dell'Italia, cerchiando in rosso Palermo e Venezia, tracciando una riga tra le due città e scrivendoci la distanza chilometrica (che per la cronaca è 1362 km in auto e 1438 km in treno);

5) Avrei indossato la maglia di Vieri, Totti, o Del Piero (per chi non lo sapesse, gli autori dei quattro gol rifilati alla Finlandia nei recenti due incontri).

E via dicendo. Volendo, potremmo indire su questo giornale un concorso a chi trova la 'risposta' più divertente.

La Sua lettera, comunque, porta con sé una valutazione più generale, molto importante, secondo me. Ovvero: non è la prima volta che qui in Finlandia (come in tutto il mondo, aggiungerei) si accosta l'Italia alla mafia, quasi fosse un'equazione. E qui Lei ha ragione su vari punti, a cominciare dal fatto che la maggioranza degli italiani e delle italiane sono persone oneste (non sarei così generoso da stimare queste persone come il 98% della popolazione complessiva, però siamo d'accordo che si tratta della maggior parte), e non meritano di essere accostate ad un fenomeno del quale, evidentemente, non sono direttamente responsabili.

Lei è una persona onesta, come Suo marito, come tutti gli amici e le amiche che ha incontrato nei Suoi 15 anni di permanenza in Italia. Tuttavia, io mi interrogherei anche sul motivo per il quale noi si viene costantemente accostati alla mafia. E qui ragioni ne vedo tante, dal fatto che l'Italia è la prima ad esportare la mafia come prodotto mediatico (si veda il clamoroso caso dello sceneggiato "La Piovra"), al fatto che - in fondo in fondo - un po' di queste critiche ce le meritiamo: insomma, cara sig.ra Elisa, io non mi sento un mafioso, però mi sento anche uno che fa ben poco perché questo fenomeno venga estirpato. E anche qui parlo a titolo esclusivamente personale.

L'ironia è un meraviglioso strumento di riflessione: che ci riguardi o meno, dev'essere sempre un'occasione per interrogarci su noi stessi e sulle nostre azioni.

A presto.

Un cordiale saluto.

Monday, March 20, 2006

povero principe

I tabloid inglesi di ieri riportavano la sconcertante notizia che il fidanzamento tra il principino Harry e la compagna Chelsy Davy sarebbe in crisi. Ora. Già di questo, in scala da 1 a 10, ce ne frega 0. Però almeno non ci fa girare i marroni.
A me invece girano quando gli stessi giornali aggiungono che per darsi un'occasione di riflessione e discussione sul loro rapporto, i due avrebbero organizzato - ta-dah!!! - un safari in Africa.
Un safari.
A parte il fatto che spero vivamente che quel safari sia solo fotografico, e a parte il fatto che ancora una volta i ricchi non perdono occasione per mostrare tutta la loro cafoneria e volgarità... ma avete presente un safari? Che cacchio di modo è per discutere di un rapporto in crisi?
Su una Jeep, con l'autista e almeno due bodyguard. Su sentieri impervi. Rumori della macchina e dell'ambiente circostante a iosa. E il safari in sé.
"Harry, io penso sinceramente che tu mi trascu... guarda! Una gazzella!"
"Chelsy, non credo di trascurarti, però tu chiedi sempre tanto da questo rappo... scatta, scatta, che c'è un rinoceronte!"
Delle tre almeno una:
1) Auguriamoci che i due si lascino per mettersi rispettivamente con una gazzella e un rinoceronte;
2) Auguriamoci che, durante il safari, al rinoceronte venga un'idea tutta sua su come ravvivare la relazione tra i due;
3) Auguriamoci che Harry e Chelsy rimangano insieme per tutta la vita, ma che non possano avere figli. Che almeno non continui la stirpe.

Monday, March 13, 2006

ceci n'est pas une déclaration électorale, 2éme partie

Sempre per rinfrescare la memoria dei miei connazionali riguardo al prestigio italiano all'estero, sarebbe opportuno riguardarsi le immagini della giornata inaugurale del semestre italiano in Europa:

http://video.google.com/videoplay?docid=-926629105834987595

Non posso esimermi dal sottolineare come la signorilità e l'incisività dei parlamentari europei siano qualità del tutto aliene alla politica italiana, a destra e a sinistra. Dice: ma il bello di noi italiani è proprio la passione, l'istinto, in barba alle convenzioni e alla diplomazia un po' ipocrita.
Balle.
Un politico deve fare il politico, il che significa: rispetto delle istituzioni, diplomazia, educazione, chiarezza e competenza.
In questo senso, sono molto contento di sentirmi molto più europeo che italiano.

Spero vivamente che ad Aprile tutti noi si mandi quel cafone a casa.

EDIZIONI LIMITATE: i nani erano molto più di sette (7)

C'era anche Bombolo, il nano che girava commedie di serie B