Friday, June 27, 2008

Viva Zapatero siempre!!!




E non perché la Spagna sta meritatamente dominando gli Europei.
L'estensione dei diritti alla vita alla Grandi Scimmie è un evento storico, importantissimo soprattutto per coloro che adesso lo trovano ridicolo, e che - tra qualche anno - faranno la stessa fatica che facciamo noialtri (tanti) adesso a capire come certi abusi e violenze verso gli animali non umani siano possibili di questi tempi.

Gracias Zapatero. Ora per favore fai un pensierino anche alle corride.

http://www.lastampa.it/lazampa/girata.asp?ID_blog=164&ID_articolo=490&ID_sezione=339&sezione=News

PS: manco a dirlo, tra quelli che trovano la cosa ridicola c'è la Chiesa Cattolica, che persiste nella sua entusiasmante corsa contro il tempo, l'evoluzione e l'intelligenza.

PPS: Manco a dire neanche questo, la stampa italiana non ha dato particolare risalto a questa notizia, giudicandola secondaria, e trattandola - in più di un caso - con quella leggerezza a metà tra il tenero e l'ironico. Ve possino cecavve.

Monday, June 09, 2008

ZOOSPHERE!!!




Lo so che della seguente notizia potenzialmente, da 1 a 10, vi importa tra 0 e 0.5, però sono troppo imprisciato (che in tranese significa "copiosamente entusiasta ai limiti dell'eccesso di autocompiacimento"), e quindi ve la beccate lo stesso.
Oggi è uscito il mio primo disco: "Zoosphere - a musical encryptation of animal sounds", composto ed eseguito con Petri Kuljuntausta, che è uno dei più grandi compositori elettronici finlandesi (e nel sottogenere dei "soundscapes" è decisamente il più grande): per intenderci, è come giocare in doppio con John McEnroe.

Vi trascrivo le note di copertina, curate da Davide Colonnari:

***

Zoosphere – A musical encryption of animal sounds is the product of a twice-in-a-lifetime collaboration between "musicologicians" Petri Kuljuntausta and Dario Martinelli. We shall tell the story of their collaboration in chronological order, despite the order of the tracks in the present album. In 2003, Kuljuntausta invited Martinelli to perform an improvised live-electronics installation at Leena Kuumola Art Gallery in Helsinki. The idea was to combine the dense, polychromatic sound textures so masterfully created by Kuljuntausta with the various animal sounds that Martinelli has been tackling at an academic level, through his pioneering work in zoomusicology. No previous plan was made for this gig—the two simply met half an hour before the concert, plugged in their equipment, and started playing.
The result, which we hear virtually untouched in A Zoomusicological Essay (the second track of this album), is fresh, lively and colourful. It sets a here-and-now instinctive mood, blending the complex artificiality of Kuljuntausta's sounds with the straightforwardness of Martinelli's animal samples by cheerful nonchalance.

Less spontaneously Romantic and more on the side of Enlightened rationality is the duo's second effort, Do Not Feed The Artists (the first track of the album).
Composer Shinji Kanki, himself interested in animal-related music, commissioned
Martinelli to write a "zoomusicological suite" for the 2004-05 New Music Academy concert season at the Sibelius Academy. A perfect occasion for Martinelli to return the favour to his friend, so the invitation was soon extended to Kuljuntausta.

The two sat down months before the premiere (scheduled for 31st of March, 2005), and immediately set a major rule, in fact a conditio sine qua non, of this new work: this time, every tiny single sound employed in the piece should be an animal sound. Beyond this, the two musicians could do whatever they wanted with the samples, and indeed they did, even to the point of creating completely unrecognizable camouflages. The starting point, though, was always systematically, zoological. Kuljuntausta and Martinelli built a sheer Noah's Ark of sounds, possibly even more
dense than the previous piece, using dozens of animal species (from insects to big mammals), alternating soft quasi-melodic passages with industrial entropy, mechanical clockworks with a hint of irony. How not to read between the lines of the opening and closing phrases of the piece, so reminiscent of the little melody heard in Spielberg's Close Encounters of the Third Kind. Who are the aliens here, when a title like "Do not feed the – well – artists" is actually delivered?

The suite, performed as a tape-composition (featured on this album) plus live-improvisations, and repeated in Tartu at the Eclectica Avant Garde Festival the same year, was enriched by an elegantly zoomorphic choreography by Laura Pesonen, an additional bonus to a composition whose synaesthetic/multimedia intentions should be clear from the very start.

A final note, to serve as a disclaimer. Listeners who are handling this CD in the hope of finding some New Agey animal sound compilation aimed at relaxation and cosmic harmony will be profoundly disappointed. Zoosphere is an uncompromising work of experimentation, aimed to explore the richness and the potential of animal voices, with an approach that is by no means passive and contemplative, but rather inquisitive, intrusive and profoundly creative.

***

E, quest'estate, dovrebbe finalmente uscire "(R)esistere"... stay tuned!!!

Saturday, May 31, 2008

il valore dei biscotti

Notizia di qualche giorno fa:

***

Cane lancia allarme a salva padrona
Bergamo, la donna era caduta in casa
Provvidenziale possedere un cane, specie se intelligente e molto rumoroso. Ne sa qualcosa una signora di Bergamo. La donna, 80 anni, è caduta in casa e ha rischiato di rimanere ferma per giorni se non fosse stato per il suo bassotto di nome Tea. La cagnetta, avendo notato l'infortunio della padrona, ha richiamato l'attenzione dei vicini di casa abbaiando dalla finestra aperta in modo insistente. In pochi minuti sono stati chiamati i soccorsi.

La signora, 80 anni, si era infatti sentita male e, dopo essere caduta in soggiorno, non era più riuscita a rialzarsi. La bassotta Tea aveva già visto la stessa scena poche ore prima, quando c'erano ancora i familiari a soccorrere la padrona. Adesso che non c'era più nessuno ha deciso di far da sola. Si è affacciata al balcone della casa della centrale via Broseta e ha cominciato ad abbaiare forsennatamente.

Ad accorgersi di lei sono stati gli inquilini del palazzo di fronte, che hanno notato i movimenti del cane, che si spostava quasi apposta per far guardare all'interno della portafinestra socchiusa. I vicini hanno intravisto la signora a terra e hanno chiamato il 118. Per effettuare il soccorso sono dovuti intervenire anche i pompieri, che si sono arrampicati proprio sul balcone dove la cagnetta stava ancora abbaiando. Ora la donna sta bene, e per Tea ci sarà una doppia razione di biscottini.

***

Cioè, fatemi capire, Tea salva la vita alla vecchia, e tutto quello che ci si auspica per lei è una "doppia razione di biscottini"?

Ve la immaginate la stessa situazione con un essere umano al posto della cagnetta?

Ecco come potrebbe concludersi l'articolo:

"Ora la donna sta bene, e per la signora Tea ci saranno a cena quattro fette di taleggio anziché due. Giorgio Napolitano aveva pensato di farlo cavaliere, e i pompieri di dargli una medaglia al valore, ma giustamente il sindaco di Bergamo ha fatto notare che il taleggio è più che sufficiente. Anche la signora 80enne, salvata da Tea, si è trovata d'accordo con il primo cittadino, facendo notare che alla sua età si ha già un piede nella fossa, per cui il gesto di Tea non rappresenta esattamente un investimento a lungo termine sulla propria vita. Avesse avuto 40 anni, si poteva pensare di accompagnare il taleggio con la polenta taragna, ma date le circostanze va benissimo solo il taleggio".

Parafrasando una canzone dei miei amatissimi XTC, la strada verso il biocentrismo è lastricata di vetri rotti.

Friday, May 02, 2008

Nessuna meraviglia (di Gino Stefani)

Sempre con l'intento di metabolizzare la rabbia post-elettorale, vorrei mettervi a parte di un messaggio scritto da uno dei miei maestri. Gino Stefani e' stato il mio primo importante mentore, ai tempi dell'Universita' di Bologna. E' musicologo e semiologo, come me ora, e da lui ho imparato tantissime cose, a cominciare dall'idea di fare ricerca accademica mantenendo sempre viva l'attenzione verso questioni etiche e sociali. Ha scritto di pacifismo, integrazione sociale, handicap e tante altre cose, sempre rimanendo musicologo e semiologo. Dopo le elezioni ha spedito a me e ad altri amici questo messaggio, che trascrivo molto volentieri su questo blog:

***
Nessuna meraviglia…
che in queste elezioni abbia prevalso il partito e l’interesse dei ‘due terzi’ della popolazione, i benestanti, che vivono ed esprimono il paradigma dell’avere.
In questo paradigma, il valore primario è appunto l’avere, ossia il proprio personale interesse economico. Nel suo nome, un governo che cerca giustamente di far pagare le tasse viene presentato come un ladro, che cerca di “mettere le mani nelle tasche dei cittadini”, ovviamente i cittadini che nelle tasche hanno soldi.
Un secondo valore è la sicurezza, che qui vuol dire anzitutto difesa dallo straniero, l’immigrato, e questo specialmente nel ricco Nord. Sicurezza che si allea con la stabilità, valore primario per il mondo delle Borse.
E poi c’è la cosiddetta libertà. Chi parla di ‘libertà’, nell’attuale contesto politico? Non certo il ‘terzo’ sotto la soglia della povertà, i disoccupati, chi stenta ad arrivare a fine mese, gli handicappati e le loro famiglie; ben altre sono le loro aspirazioni e richieste; per loro ‘libertà’ è, semmai, ‘partecipazione’, come diceva una nota canzone. Chi parla di libertà sono, certamente, i carcerati; ma poi anche chi è a rischio di carcere, e si difende dalla giustizia; e finalmente chi vuole, insomma, mano libera per farsi i suoi affari senza intralci dalle istituzioni, anzi possibilmente con il loro aiuto.

Ma una certa amarezza…
nel vedere, in queste elezioni, così scarsamente rappresentati i valori e diritti umani della solidarietà, della difesa degli ultimi, dell’ecologia, della dignità dell’uomo e del suo lavoro. Valori alla base del progetto “Fermare la disumanizzazione” che abbiamo proposto nell’ultimo Convegno nazionale della Globalità dei Linguaggi.
Amarezza nel pensare che molti, forse, che pure condividono il nostro paradigma non hanno avuto la necessaria “coscienza accesa” per affermarli - in una battaglia, certo, oggi già perduta in partenza - come testimoni e portatori di un messaggio di fede e speranza in un futuro più umanizzato.

Tuesday, April 15, 2008

berluscofili, berlusconidi e berluscogeni

Che siamo un popolo di imbecilli non c'è dubbio, non c'è mai stato e mai ci sarà. Però ci sono tanti modi di essere imbecilli: si può non pensare di esserlo, o pensare di non esserlo, per esempio, e la differenza non è affatto sottile.

Ma soprattutto ci sono tre specie di imbecilli italiani: i berluscofili, i berlusconidi e i berluscogeni. Tutti votano Berlusconi, e sommati fanno il 99,9% degli italiani. Certo, alcuni tecnicamente non lo votano, nel senso che la crocetta il giorno delle elezioni la mettono altrove, ma non cambia niente. Lo votano lo stesso, tutti i giorni, con costanza e metodo.

Cominciamo dai berluscofili. Sono quelli che amano Berlusconi, e dunque lo votano anche con la crocetta, sebbene in genere, a domanda specifica, facciano i vaghi e non lo ammettano, perchè un senso recondito e incolto di pudore ce l'hanno, da qualche parte del loro unico e depresso neurone. I berluscofili sono persone che "non pensano di essere imbecilli", nel senso che proprio non lo sanno. Vivono in un loro mondo semi-analfabeta che li nutre di prodotti, mediatici e non, del Berlusconismo: ammirano Berlusconi perchè non sono come lui, ma lo vorrebbero tanto. Per loro Berlusconi è carismatico, simpatico, capiscono le sue battute, solidarizzano con le sue manie di persecuzione, sono in sintonia con la sua volgarità.

Ci sono poi i Berlusconidi. Anch'essi amano Berlusconi, e quasi tutti gli assegnano la fatidica crocetta. Vanno piuttosto fieri della loro stima al mafioso piduista: sono quelli che all'inizio di quest'incubo, 14 anni fa, dissero "finalmente un imprenditore alla guida del paese". Amano Berlusconi perché sono come lui: furbi, mercanti NEL tempio, evasori fiscali, disonesti, sleali e volgari. Sono imbecilli e "pensano di non esserlo", nel senso che credono attivamente di essere in gamba. Si nutrono anch'essi dei prodotti del berlusconismo, ma in più contribuiscono alla loro ideazione, finalizzazione e soprattutto vendita.

Infine ci siamo noi altri, i Berluscogeni. Quelli che pensano di non aver votato Berlusconi, quando invece tutto quello che hanno fatto è stato mettere la crocetta altrove. Per i restanti giorni dell'anno, invece, i Berluscogeni non solo hanno votato il mafioso piduista, ma hanno diligentemente contribuito alla creazione di Berluscofili e Berlusconidi, spesso diventandolo essi stessi. Mi ci metto anch'io, ma - e lo voglio dire chiaro e tondo - mi sento molto meno colpevole della stragrande maggioranza delle persone che conosco (le eccezioni sanno già di esserlo, quindi è inutile nominarle).

Chi sono i Berluscogeni ve lo spiego con il mio personale omaggio a un'eccezione, Giorgio Gaber. Uno dello 0.01%. Il titolo è "Qualcuno è Berluscogeno":

Qualcuno è Berluscogeno perché crede che tutto quello che deve fare per sconfiggere Berlusconi è non votarlo alle elezioni.

Qualcuno è Berluscogeno perché invece di essere operativo, si parla addosso. Parla, chiacchiera, polemizza, argomenta, ciarla, ipotizza. Quanto siamo bravi a parlare. Fatti zero, ma quante belle parole. E questo blog ne è un esempio.

Qualcuno è Berluscogeno perché si fa rincoglionire dal calcio. Io per primo. La prima azione del nuovo governo Berlusconi sapete quale sarà? Comprare Ronaldinho. Coi nostri soldi. Mortacci sua, fosse almeno presidente della Juve.

Qualcuno, tutti noi, siamo Berluscogeni perché siamo tutti, tutti, malati di egocentrismo e narcisismo.

Qualcuno è Berluscogeno perché fa il provinciale cronico, e tutte le sante volte che vado in Italia mi fa le solite domande da paesano: ma fa freddo lì? Ma è vero che ci sono 6 mesi di giorno e 6 mesi di notte? Che palle!I provinciali sono il miglior pubblico dei leader populisti. O non lo sapevamo?Ce lo vogliamo fare un embrione di viaggio all'estero, andare a vedercele le cose, de-esoticizzarci. Così giacché ci siemo ci facciamo un'idea di quanto siamo ridicolizzati all'estero per aver votato Berlusconi.

Qualcuno è Berluscogeno perché, sempre con la scusa del provincialismo, giustifica il suo italico lassismo con la frase "eh... ma lì è tutta un'altra mentalità". E chi cavolo ce la deve cambiare questa mentalità? Una delegazione di finlandesi svedesi e norvegesi? Sveglia!!!

Qualcuno è Berluscogeno perché è fermo al Medio Evo. Pensa che la resistenza consista nel rimpiangere il passato e le tradizioni. Si è trasformato nella peggior specie di conservatore-reazionario. Non capisce niente di quello che sta succedendo oggi: fa il fighetto con lo slow-food e l'alternativo con la pizzica tarantata, e il progresso lo sta lasciando nelle mani dei fascisti. Complimenti!

Qualcuno è Berluscogeno perché la massima espressione della nuova generazione è indossare i pantaloni a mezzo culo. Ragazzi e ragazze, siete pie-to-si. Non leggete, non guardate, non capite. Tutto il vostro mondo è fatto di sms, feste che cominciano all'una di notte, ignoranza orgogliosa, disimpegno ostentato, canne e alcool. E nuovi amici. Sempre nuovi, tutto nuovo. siti, comunità, chat: tutto organizzato per non frequentare la stessa persona per più di 5 minuti, di fatto non siete capaci di mettere a fuoco una qualunque cosa per più di 5 minuti. Sapete quando si è giustificati ad essere così? A due anni! E' allora che le capacità attentive non ti consentono di concentrarti più di tanto. E due anni è la vostra età mentale. Pie-to-si!

Qualcuno è Berluscogeno perché non rispetta la privacy, è pettegolo, guardone, e la sua vita si riduce a farsi i fatti altrui. La De Filippi siamo noi, il Grande Fratello è fratello nostro!

Qualcuno è Berluscogeno perché dice "arrivo fra 5 minuti" e arriva dopo un'ora, o perché dice "ti faccio sapere" e poi scompare. E qualcun altro è Berluscogeno in questo preciso momento se pensa che sto esagerando. La verità è che se non siamo capaci di essere coerenti con quello che diciamo per faccende così insignificanti, figuriamoci per le faccende importanti. I nostri "arrivo tra 5 minuti" e "ti faccio sapere" sono il nostro allenamento quotidiano alla disonestà.

Qualcuno è Berluscogeno perché, sempre con il suo proverbiale provincialismo, si sorprende nell'apprendere che in Finlandia certe strutture pubbliche non sono predisposte contro furti e truffe, e la prima fottuta cosa che dice non è "che bello!", ma "scusa, ma allora uno può rubare quanto vuole, qui". Siamo Berlusconidi dentro!!!

Qualcuno è Berluscogeno perché ha trasformato la sua anti-cultura in cult. Le tette della Fenech, le parolacce di Lino Banfi e le scoregge di Alvaro Vitali: un tempo erano piccole debolezze che ciascuno si teneva per sè. Ora ci facciamo le "retrospettive". Qui fanno le retrospettive su Bergman, Godard e Kazan. Lì le facciamo su Bombolo. E se non ci sono le retrospettive, pazienza: ci sono sempre i fratelli Vanzina con le tette della Silvstedt, le parolacce di Christian De Sica e le scoregge di Massimo Boldi.

Qualcuno è Berluscogeno perché legge Maxim e Berluscogena perché legge Cosmopolitan.

Qualcuno è Berluscogeno perché adesso è riuscito anche a far sparire pacifisti ed ecologisti dal parlamento.

Berlusconi non è un uomo, è uno stile di vita, un modo di essere. E quel modo di essere ce lo abbiamo ben bene radicato nei nostri geni. Crocetta o meno.

Via così, allora: altri 5 anni di sistematica distruzione delle istituzioni, della cultura, della natura e dell'economia. Voi a guardare e io a guardarvi da quassù. Tutti insieme a parlare e parlarci addosso.

E la rivoluzione? Fra 5 minuti. Ti faccio sapere. Guarda: ti chiamo io tra massimo mezz'ora.

Thursday, April 03, 2008

l'abbuffata di punti interrogativi? Prima o poi doveva succedere!

Eh! Eh! Eh!
Lo sapevo... lo sapevo!!!
Su http://www.sportmediaset.it/calcio/articoli/articolo9305.shtml c'è un'intervista al centrale juventino Giorgio Chiellini, che dichiara di credere ancora allo scudetto. Titolo del servizio:
"Il titolo? Aspettatevi sorprese?"
Doveva essere: "Il titolo? Aspettatevi sorprese!" Col punto esclamativo. I babbei sono tanto fissati con le domande retoriche che ormai trasformano in domande anche le affermazioni.
Che avrà voluto dire Chiellini "domandandoci" se aspettarci sorprese o no?

Uah! Ah! Ah!

Sunday, March 30, 2008

rifacciamo lo stesso gioco

Sedicenne investito da ubriaco
Il giovane attraversava sulle strisce pedonali
(http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/italia/news/2008-03-30_130153088.html)

CORREGGERE IN:
Sedicenne investito da ubriaco ITALIANO
Il giovane attraversava sulle strisce pedonali

Ubriaco alla guida uccide un 16enne
Dramma a Brescia: il ragazzo travolto sulle strisce pedonali(http://lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200803articoli/31437girata.asp#)

CORREGGERE IN:
Ubriaco ITALIANO alla guida uccide un 16enne
Dramma a Brescia: il ragazzo travolto sulle strisce pedonali

Brescia, ubriaco falcia due ragazzi
Muore 16enne, ferita lievemente un'amica
(http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo407146.shtml)

CORREGGERE IN:
Brescia, ubriaco ITALIANO falcia due ragazzi
Muore 16enne, ferita lievemente un'amica


Nel Bresciano, il giovane travolto da un'automobile guidata un quarantenne arrestato
Nel sangue del guidatore un tasso alcolico superiore di 4 volte ai livelli consentiti
Guidava ubriaco, investe e uccide un sedicenne sulle strisce pedonali
La madre: "Non gli avevo comprato il motorino perchè temevo gli incidenti. E invece..."
(http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/cronaca/incidenti-stradali/ubriaco-uccide-sedicenne/ubriaco-uccide-sedicenne.html)

CORREGGERE IN:
Nel Bresciano, il giovane travolto da un'automobile guidata un quarantenne ITALIANO arrestato.
Nel sangue ITALIANISSIMO del guidatore un tasso alcolico superiore di 4 volte ai livelli consentiti
Guidava ubriaco, investe e uccide un sedicenne sulle strisce pedonali
La madre: "Non gli avevo comprato il motorino perchè temevo gli incidenti. E invece CON TUTTI QUESTI ITALIANI AL VOLANTE..."
(Quest'ultima correzione, cinica, risponde al cattivo gusto del giornalista di riportare il commento di una madre devastata come se questa fosse lievemente contrariata. "E invece" puntini puntini. Ma va, va).

Saturday, March 29, 2008

verità scomode, e verità ancora più scomode

Qualche giorno fa, grazie a una di quelle catene di S.Antonio via e-mail che continuo a ricevere nonostante le mie esplicite proteste ai mittenti, ho ricevuto una presentaizone Power Point molto interessante. Ha a che vedere con la crescente emergenza-acqua che, secondo gli esperti, potrebbe diventare drammatica e fatale verso l'anno 2070.

Il link della presentazione (che vi consiglio caldamente) è il seguente:
http://www.scribd.com/doc/2244567/Year-2070

Se non volete cliccare, eccovi il testo:
This is the year 2070 I have just turned 50, but I look and feel 85.
I suffer from serious kidney problems, because I do not drink enough water. I'm afraid I do not have much time left to live.
I am one of the oldest people in this society. I remember when I was a child of 5. There were lots of trees in the parks, houses with beautiful gardens,and I could enjoy having a shower for half an hour. Everything was very different. Nowadays we use towels with mineral oil to clean our skin. Before, women had beautiful hair.
Then, my father washed his car with water coming out of a hosepipe.Now, my son does not believe that water could be wasted that way. Now, we have to shave our heads to keep them clean without the use of water. I remember there were SAVE WATER warnings on outdoor posters, radio and TV, but nobody paid attention. We thought that water was to last forever.
Now, all the rivers, lakes, dams and underground water beds are either dry or contaminated. Industry came to a standstill,unemployment is sky high.Desalination plants are the main source of employmentand workers receive part of their salary in drinkable water. Assaults on the streets for a can of water are very common. Food is 80% synthetic. Before, it was recommended an adult drinks 8 glasses a day. Nowadays, I am only allowed half a glass.
We now have to wear disposable clothing,and this increases the amount of litter.
We are using septic tanks,because the sewerage system does not work for lack of water. All the people look horrible: wrinkled due to dehydration,full of sores caused by ultra violet radiation,as the ozone layer is almost gone.
Skin cancer, gastrointestinal infections and of the urinary tractsare the main causes of death. Due to the excessive drying of the skin young people of 20 look like 40. Water cannot be produced, oxygen is not sufficient due to the lack of trees and vegetation, and the intellectual capacity of the younger generations is severely impaired.Scientists have no solution to the problem. The morphology of spermatozoa in many men has changed.As a consequence, babies are born with deficiencies, mutations and physical deformities. The average life expectancy is 35 years. Water became a very coveted treasure.Any green zones crossed by rivers are guarded by armed soldiers. Where I live, there are no trees, because it seldom rains.
If it does, it is acid rain. We were warned to look after the environment, but nobody cared. I tell my son about the green fields,the beautiful flowers, the rain, how we swam and fish in the rivers and dams, drinking all the water we could, and how healthy people were. He asks:Daddy! Why there is no water? Was I guilty?
My generation destroyed the environment.
We did not heed the warning signs. Now our children pay a very high price! Soon, I think, life on earth will not be possible,as the destruction of nature has reached an irreversible stage. How I would like to go back and make mankind understand… ...that we still had time to save our Planet Earth.

Ben mi sta, vero? Faccio così tanto lo schizzinoso verso le catene di S.Antonio, e poi mi ritrovo qui a trascriverne una intelligente, profonda e persino poetica.

Beh, a dire il vero, di questa bella presentazione sto per parlare abbastanza male:
Primo perché - confermo - queste lettere cumulative con 5Mb e passa di attachement che arrivano non richieste, mi stanno sulle balle almeno quanto i vari "Enlarge your penis" e "Impress your wife", che almeno si prendono cura della mia felicità ed efficienza fisica.

E secondo perché, ancora una volta, mentre ci facciamo belli nel denunciare un problema, in realtà non abbiamo nessuna voglia ne' di risolverlo, ne' di capire quali - in linea di principio - potrebbero essere le soluzioni.
Questa presentazione è come le canzoni cosiddette di protesta di Vasco Rossi: fanno tanto le incazzate, ma non scalfiscono niente e nessuno. C'è chi dice no... c'è chi dice no... a cosa? a chi? rispetto a quale problema? in prospettiva di quali soluzioni?

Lo volete un esempio operativo, facile, pratico ed efficacissimo per affrontare il problema dell'acqua?
Diventate vegetariani!!!
Così il consumo d'acqua lo dimezziamo. Ripeto: dimezziamo. 50% in meno. Non sono dati di associazioni animaliste: lo dice lo United States Department of Agriculture, che in linea di principio, in quanto ente governativo di uno Stato con ampi consumi di carne, avrebbe tutto l'interesse a diffondere notizie di orientamento etico opposto.
Dimezzare il consumo d'acqua significa che, tanto per cominciare, la lettera in power point, piuttosto che riceverla nel 2070, la riceveremmo già nel 2132.

Che palle, vero? Già, 'sti vegeteriani rompono con i diritti degli animali, poi rompono con la salute, ora rompono anche con l'ecologia.

Sì. E se aspettate qualche post, vedrete che rompono anche con i diritti umani.

Ma per intanto concentriamoci sull'ecologia.
Allora, che facciamo? Facciamo girare ancora un po' la catena di S.Antonio a 5 amici che poi la gireranno a 5 amici eccetera eccetera, o cerchiamo di convincere 5 amici (tra cui noi stessi) a diventare vegetariani, o almeno a ridurre drasticamente il consumo di carne?

La risposta soffia nel vento... anzi, scorre nell'acqua.
Quella poca che ci è avanzata dal MacDonald, e dal macellaio sotto casa.

PS: La cosa più divertente è che il mittente di questa catena di S.Antonio è un mio amico avidissimo consumatore di carne, e che (in aggiunta) di mestiere fa il vivisettor... pardon, il ricercatore in bioteconologie.

PPS: non mi venite a dire che ridurre il consumo di carne aumenta quello delle piante perché è una baggianata. In effetti lo riduce: il 60% dei vegetali coltivati a scopo alimentare viene usato per nutrire gli animali che poi verranno macellati. A noi esseri umani tocca il 40%. La cosa non deve sorprendere, perché per arrivare a una bistecca nel vostro piatto bisogna passare per mesi (talvolta anni) di foraggiamento per l'animale che poi verrà consumato nel vostro piatto. Fatevi un po' i calcoli...

Wednesday, March 19, 2008

facciamo un gioco

Io vi trascrivo 4 titoli di altrettanti quotidiani on-line, e voi mi dite cosa c'è in comune tra di essi, a parte l'ovvio fatto che trattano della medesima notizia:

www.ansa.it:
Roma, ubriaco alla guida uccide due irlandesi
L'incidente mortale nel centro della città, vicino a Castel Sant'Angelo. Le due ragazze, di 28 e 29 anni, investite da una Mercedes a folle velocità: una è stata sbalzata per circa 40 metri, l'altra trascinata per 60. L'investitore ai domiciliari.

www.corriere.it:
Travolge e uccide 2 ragazze, il pirata subito scarcerato
Friedrich Vernarelli (in foto) era ubriaco. Ora è ai domiciliari. Le due irlandesi rientravano in albergo

www.tgcom.it:
Roma, due irlandesi travolte e uccise
Spunta online la scuola guida del pirata
L'autista è ai domiciliari: probabilmente guidava con un tasso alcolico al di sopra del consentitoLe due giovani vittime, 28 e 29 anni, sono morte sul colpo. Il conducente dell'auto si è dato alla fuga ma è stato raggiunto e bloccato dai vigili urbani. Da Internet spunta un video dove il pirata si presenta ai cybernauti facendosi riprendere al volante della sua auto durante un viaggio spericolato tra Roma e Budapest. Intitolata ironicamente "Friedrich - drive safely!" (Friedrich - guida sicura!), la clip mostra il ragazzo visibilmente alterato mentre guida senza mani, balla e ride.

www.repubblica.it:
Ubriaco, travolge due giovani irlandesil'investitore è già agli arresti domiciliari
Tragedia nella notte a Castel Sant'Angelo nel centro di Roma. Le vittime avevano 28 e 29 anni. L'automobilista (foto) è fuggito: raggiunto e arrestato, è già uscito dal carcere.

Trovato?
No? Allora ve lo spiego io.
La notizia, com'è ovvio, si riferisce a quel delinquente imbecille di Friedrich Vernarelli, che non solo beve e guida spericolato per abitudine, ma se ne fa anche un vanto via internet. Ora ci sono scappati i morti, trascinati o schizzati via per decine di metri dalla macchina (che doveva andare dunque a velocità pazzesca). Poi il troglodita è anche fuggito senza soccorrere le due povere ragazze, che - tra le altre cose - stavano anche attraversavando sulle strisce pedonali. Infine, dato che abbiamo una delle giustizie più creative del mondo, il babbeo è già ai domiciliari.
Spero gli diano l'ergastolo.

Ma lasciamo perdere questa storia tristissima, e torniamo al giochino.
Cosa accomuna, a parte le ovvietà, i 4 titoli?
L'elemento che s'impone all'attenzione è la mancanza, in tutti i titoli (e in altri che ho visitato sul web), di ogni riferimento alla nazionalità del Vernarelli.

Nazionalità che è ITALIANA. Capito? Italiana! Non rumena, non albanese, non tunisina.
I-ta-lia-na! E pazienza per il nome tedesco.

Il bello è che, quando l'idiota è straniero (soprattutto se proveniente da "certi" stati), i giornali (di qualunque orientazione essi siano: ecco perché ho trascritto i titoli da un giornale di sinistra, uno di centro, uno di destra e uno teoricamente imparziale come l'Ansa) si affrettano a titolare cose tipo "Tal dei tali, di nazionalità rumena...", o addirittura anche senza certezza: "autista non ancora identificato, ma di probabile provenienza extra-comunitaria..."

Cos'è? Non ce li abbiamo gli attributi per sottolineare che i mascalzoni sono anche i nostri cari compatrioti?
Oppure fa meno notizia quando il criminale è italiano?
Oppure fa più comodo a certe politiche alimentare la xenofobia (come se ce ne fosse bisogno: anche Grillo fa lo xenofobo ormai)?
Oppure in fondo in fondo siamo tutti un po' razzistelli?

Permettetemi di riscrivere i 4 titoli:
www.ansa.it:
Roma, italiano ubriaco alla guida uccide due irlandesi
www.corriere.it:
Travolge e uccide 2 ragazze, il pirata, di nazionalità italiana, subito scarcerato
www.tgcom.it:
Roma, due irlandesi travolte e uccise da un italiano
Spunta online la scuola guida del pirata

www.repubblica.it:
Ubriaco di nazionalità italiana, travolge due giovani irlandesi. L'investitore è già agli arresti domiciliari

Che dite? Non sono più carini così, i titoli?

Tuesday, March 04, 2008

Le domande retoriche? Che je possino!

Il giornalismo italiano? Linguisticamente pietoso. Il motivo? Le domande retoriche.
"Se un giorno dovessi fare un trapianto di cervello vorrei quello di un giornalista sportivo. Perché so che non è mai stato usato" Joe Paterno è uno yankee repubblicano che si occupa di football americano, ma se riusciamo a perdonargli questi tre difetti, quello che ne rimane è il creatore di uno degli aforismi più azzeccati dai tempi di Oscar Wilde.

Il giornalismo italiano, soprattutto - appunto - quello sportivo, ha preso da tempo l'abitudine di formulare titoli, sottotitoli e passaggi da interviste e conferenze-stampa, con lo schema delle domande retoriche.

Esempi freschi di stampa. Contesto: Juve-Fiorentina 2-3, avant'ieri. Ranieri, allenatore bianconero, viene messo in discussione dalla tifoseria. Giocatori e società lo difendono. Ecco come i quotidiani italiani riassumono le dichiarazioni di Buffon e compagni. "Ranieri? Non si discute"; "Ranieri? E' merito suo se siamo terzi"; "La Champions League? Non é in pericolo"; "Un punto in tre partite? Può capitare a tutti". E via dicendo. La stragrande maggioranza dei titoli è di questo tipo. Pochissime le eccezioni.

Mi chiedo (non retoricamente): perché? E mi vengono in mente due sole possibilità, una più idiota dell'altra:

1) Il giornalista vuole sottintendere che l'intervistato sta rispondendo ad una domanda del giornalista. Invece di strutturare l'articolo nello schema classico domanda-risposta, preferisce prendersi la licenza di incorporare la domanda nella dichiarazione dell'intervistato.

2) Soprattutto nei titoli, il giornalista vuole essere più sintentico possibile. La domanda retorica - così crede - gli permette di dire tutto quello che gli serve in poche parole.

Analizziamo (un po' più retoricamente): sarà vero?

Per quanto riguarda il punto 1, l'intenzione può essere programmaticamente plausibile (ma comunque non la condivido: che c'è di male nella struttura classica dell'intervista?), ma esteticamente risulta disastrosa. Primo, perché la strategia ormai è così abusata che la domanda retorica scatta una frase sì e una frase no, e quindi il livello stilistico dell'articolo è più basso di un Hofner. Per capirci, riformulo lo stesso periodo:

"Il punto 1? L'intenzione può essere programmaticamente plausibile. Esteticamente? Disastrosa. Perché? Perché la strategia ormai è così abusata che la domanda retorica scatta una frase sì e una frase no, e quindi il livello stilistico dell'articolo è più basso di un Hofner. Che cosa intendo? Riformulo lo stesso periodo"

Secondo, perché l'intervistato ci fa una figura o da scemo, o da sordo, o da pedante logorroico. Da scemo, perché sembra perennemente bisognoso di ripetere quello che l'intervistato gli chiede. Immaginate la scena:
Giornalista: che ne pensa di Ranieri?
Intervistato: Ranieri?
G: Eh, Ranieri!
I: Ah, Ranieri. Allora...

Sordo, perché pare che non sia sicuro di quello che gli chiedono.
G: che ne pensa di Ranieri?
I: Gli stranieri?
G: No stranieri. Ranieri. Ra-nie-ri!
I: I portieri?
G: Daje! Ranieri. Ranieri. L'allenatore della Juve
I: Ranieri?
G: Si, bravo!
I: Ma chi, il cantante o il principe?

E pedante, perché si fa le domande da solo per poter continuare a parlare. Non so se avete presente, quelli che fingono di aver capito che stai per far loro una domanda che in realtà non t'è passata manco per l'anticamera del cervello: "La Juventus bla bla bla la difesa non è all'altezza bla bla bla Trezeguet non ha visto palla bla bla bla... E poi tu mi chiederai: e Ranieri? Ranieri ha fatto delle scelte bla bla bla"

Punto 2: dicevamo, il giornalista crede di risparmiare sulla lunghezza del titolo. La cosa sarebbe accettabile, e rispettabile, se l'unica opzione, in forma affermativa, fosse qualcosa come "Vedo che Lei mi pone una domanda sulle prestazioni di Ranieri Claudio, attuale allenatore della Juventus F.C., messo in dicussione da parte della tifoseria di detta squadra, che lo considera inadeguato a guidare una formazione storicamente abituata a lottare per lo scudetto. Ebbene, mi sento di rispondere, a nome della società stessa che ho l'onere e l'onore di rappresentare dinanzi alla stampa, che, a mia modesta opinione (che peraltro ritengo suffragata dai fatti, dato che comunque la nostra squadra, reduce - non dimentichiamolo - da un campionato di serie B, occupa momentaneamente un rispettabilissimo terzo posto, davanti a formazioni ben più attrezzate tecnicamente), il sig. Ranieri non va messo in discussione, a nessun titolo. Ha fatto e sta facendo quello che può, e anche di più".

Il giornalista allora opta per: "Ranieri? Non si discute", con mirabile vocazione alla sintesi. Ma perché, allora, non scrivere direttamente "Ranieri non si discute"? A voler essere precisi abbiamo anche risparmiato un carattere ("?"). Senza contare tutte le soluzioni al punto 1: ora l'intervistato ci fa una figura migliore, e soprattutto l'estetica della frase è molto più misurata.
"La Champions League non è in pericolo". Che problema c'è?
"E' merito di Ranieri se siamo terzi". Qui abbiamo rispiarmiato due caratteri ("di" al posto di "?" e di "suo": 3 + 1 - 2)

Il cervello? Se un giorno dovessi trapiantermelo, vorrei quello di un giornalista sportivo. Perché? Saprei che non è mai stato usato.

Monday, December 31, 2007

2008+100

Per una simpatica coincidenza, questo messaggio risulta essere il post numero 100 di DiarioDiDario. Festeggiare con cifra tonda, per qualche motivo, è sempre stato particolarmente attraente.

E allora, per questo 2008, vi auguro tante cifre tonde:
100000 se state comprando casa
10000 per capitare sulla tassa patrimoniale, invece che a Parco della Vittoria
1000 se anche voi partite da Quarto per salvare l'Italia
100 di qualunque giorno stiate festeggiando
10 se vi devono dare un voto
1 mondo migliore
0 auguri sdolcinati e retorici come questi

Monday, December 10, 2007

I miei omaggi, dottor Luttazzi (bonus track)

Rileggo il post di ieri, e mi accorgo che ho dato per scontate molte cose che viceversa andrebbero puntualizzate per evitare equivoci e fraintendimenti:

1) sono per la libertà di satira. Sempre. Ma dev'essere satira, e non insulto fine a se stesso. Solo questo. La prima parte del passaggio incriminato di Luttazzi è pienamente satirica, oltre che totalmente condivisibile: "come si fa a sopportare che Berlusconi a distanza di 4 anni dall’inizio della Guerra in Iraq sostenga che in fondo lui “era contrario al conflitto”?". Quello che non va è il seguito, dove si perde ogni traccia di satira, e si trova solo una sequela di volgarità che nemmeno Alvaro Vitali avrebbe accettato di pronunciare. Contro quest'ultima parte, rimango convinto che un'emittente televisiva abbia diritto di cautelarsi.

2) "cautelarsi", tuttavia, non ha niente a che vedere con cancellare le registrazioni passate e future del programma di Luttazzi, come invece sembra stia avvenendo. Qui, è ovvio, esprimo tutta la solidarietà possibile al comico, che - al di là di questo scivolone - è persona colta, intelligente e 'scomoda' nel senso più nobile del termine (opposto, ovvero, alla scomodità di uno Striscia la Notizia qualsiasi, che fa solo qualunquismo)

3) La scelta di sospendere la trasmissione è una possibile soluzione per difendersi dalla volgarità (battaglia che mi sento di appoggiare in pieno, a tutti i livelli: ma questo significa innanzitutto liberarsi di Sgarbi, Fede, lo stesso Ferrara, Liguori, veline/schedine/letterine/cretine, reality show, amici, defilippi, costanzi, etc. Luttazzi sarebbe l'ultimo dei problemi). Però non sono sicuro che sia la soluzione migliore. Personalmente, avrei chiamato Luttazzi in direzione, gli avrei fatto un cazziatone di 45 minuti, e gli avrei permesso di continuare solo a condizione di scusarsi in diretta, non tanto (ma anche) con Ferrara, quanto con gli spettatori, per essere stato volgare e NON aver fatto satira, in quel frangente, che è il motivo per cui è pagato. Dunque, scusarsi per aver fatto male il proprio lavoro.

4) Nel futuro, La7, o chi per essa, dovrebbe puntualizzare molto chiaramente nei contratti che stipula con i suoi dipendenti, che le volgarità fini a se stesse non sono ammesse. Va benissimo usare parole forti se c'è un programma satirico alla base. Se Luttazzi avesse parlato, chessò, di Blair che fa qualunque cosa gli dica Bush, avrebbe potuto creare la stessa scenetta (magari un po' meno forte, perché si può anche far ridere in modo leggermente più fine), mettendo Blair al posto di Ferrara, Bush al posto di Berlusconi, e la Rice al posto della Santachè. Tutto uguale, eccetto che in quel caso Luttazzi farebbe satira.

5) Ammiro profondamente Luttazzi. Mi piace molto il suo blog, più di quello di Grillo, perché, a differenza di quest'ultimo, Luttazzi è meno populista e più istruito. Ma c'è qualcosa che sempre meno persone capiscono: non si dà prova di libertà e indipendenza intellettuale mostrandosi 'liberi' di essere scurrili. Cazzo, figa, culo, tette, Vaffanculo-day, pisciare, cagare... ecco! Sono più libero adesso? No che non lo sono. Ma soprattutto, non è questo il metro per misurare la mia libertà. Non ho dimostrato proprio niente, se non scarsa educazione. La parolaccia va bene se contestualizzata, se dà colore, catarsi (certo) e se comunque non è in sé "l'arma", ma si accompagna a un contenuto, a un paradigma. Quando tutto quello che sai rispondere a un'ingiustizia è una sequela di insulti, vuol dire che hai perso tu.

Per questo gente come Dario Fo ha sempre vinto: Fo ha demolito chiunque con la sua arte, la sua satira e la sua cultura, senza mai, mai, essere volgare. Per questo il Nobel lo danno a lui e non a Luttazzi.

Sunday, December 09, 2007

I miei omaggi, dottor Luttazzi

Solidarizzo in pieno con La7. La sequenza di volgarità con cui Luttazzi ha descritto Giuliano Ferrara e soci è stata ampiamente sopra le righe di ogni possibile decenza.

Luttazzi, che aveva tutte le ragioni di questo mondo (e tutti noi democratici a sostenerlo) nel ribellarsi contro l'allora editto bulgaro di Berlusconi, questa volta non ha davvero nessun diritto di appellarsi alla libertà di satira.

Quale satira? Dov'è la satira nell'invitare a immaginarsi una scena di bassa pornografia in cui una persona (pur deprecabile in ogni sua azione o dichiarazione politica) viene sottoposta a minzione, defecazione e sadomasochismo?
Questa non è satira, e per la cronaca non è nemmeno ironia o sarcasmo, e di fatto nemmeno umorismo. Si tratta solo e semplicemente di volgarità e scurrilità da bambini di scuola media maleducati.

Un canale televisivo ha secondo me tutti i diritti di tutelare la qualità della propria programmazione e non permettere che questo genere di volgarità vengano trasmesse e raggiungano la gente, soprattutto in tempi come questi, che stanno sempre più perdendo di vista i valori dell'educazione e del dialogo pacato (perché Sgarbi viene ancora invitato in TV?).

La Rai di Bernabei sarà stata pure puritana e conservatrice, ma trasmetteva programmi meravigliosi che tutto il mondo ammirava. Erano programmi educati ed educativi, e chi ci lavorava era un professionista che doveva, tra le altre cose, superare esami di dizione (vero Luca Giurato?).

Daniele Luttazzi è un ottimo comico, e ha varie volte fatto dell'ottima televisione, satirica, informativa e coraggiosa. Anche Decameron era partito sotto i migliori auspici (meraviglioso il monologo della prima puntata). Con le offensive indecenze dell'altro giorno non ha fatto niente di tutto questo. E, peggio, ha fornito un ottimo argomento ai berlusconiani, i quali sicuramente cominceranno a dire che, a conti fatti, la prima censura verso Luttazzi non era così illegittima.

Complimenti, dottore.

Wednesday, December 05, 2007

lapponia e domande

La settimana scorsa sono stato in Lapponia. In 8 anni di vita in Finlandia era la prima volta.
Si tratta di un posto senz'altro affascinante, ma estremamente costoso, e - tirate le somme - non particolarmente attraente per il tipo di turismo che mi piace fare (ozio e cultura: lì è soprattutto escursioni e natura, quindi è di fatto l'opposto ideologico). Anni fa, quando mi chiesero se avevo intenzione di andarci, risposi - scherzando ma neanche tanto: "Guarda: ci vado solo se mi pagano".

Così è stato.

L'università di Rovaniemi mi ha invitato a tenere un corso. Quando puoi andare in un posto dove le camere più malfamate costano 100 euro a notte, completamente spesato e addirittura salariato, dire di no ha quasi meno senso di Briatore.
Così ho accettato, e ho rilanciato con ricatto: anche zita a carico, o niente.
Andata bene anche così, non ho avuto scelta.

Rovaniemi in particolare, e la Lapponia in generale, vivono di due cose: Babbo Natale e le renne. Queste ultime sono una risorsa imprescindibile. Sebeok ha definito il rapporto tra esseri umani e renne come una forma di parassitismo, e la settimana scorsa ho capito perché. Le renne sono libere, ma non indipendenti. Pur vivendo per conto loro, appartengono tutte a qualche essere umano. Ogni lappone può 'possedere' massimo 150 renne. Ci fanno la carne, i souvenir, pelli e pellicce, le usano come mezzi di trasporto e ci fanno gironzolare i turisti eccitati. Peggio che noi altri con i maiali (che almeno non trascinano le slitte).

L'altra risorsa fondamentale di Rovaniemi è Babbo Natale. Quello vero. Vive sul Circolo Polare Artico, ha casa, ufficio postale, e un'impresa economica che ricorda Bill Gates.
Siamo andati sia da Babbo Natale che da un'allevatrice di renne.
Con entrambi ci siamo intrattenuti con alcune domande.
Ve le riporto (non prima di precisare che sognavo di porle sin da bambino):

1) A Babbo Natale:
Caro Babbo Natale, come si diventa professionisti Babbi Natale?
Cioè, voglio dire, io so bene che ci sono quattro di voi che si alternano in questa simpatica farsa (vero: il comune di Rovaniemi stipendia quattro dipendenti per svolgere questo ruolo). Non è tanto sapere come ci si prepara a diventare Babbo Natale (sapevo già che esistono specifiche scuole di addestramento: vi si insegnano lingue, storia, geografia e altre materie utili per sostenere la parte). No. Quello che mi interessa è come vi recrutano.
Cioè, voglio dire, come apprendete che il posto è vacante? Ci sarà un annuncio, giusto? Allora - cioè, voglio dire - cosa dice l'annuncio? Qualcosa tipo: "The Employment Office in Rovaniemi is conducting a job recruitment etc.", "Eligible candidates should produce their original and attested copies of...".
Ecco.
Of what?
Che titoli e diplomi porta un candidato Babbo Natale? Un certificato dall'Ipercoop che attesta che egli ha fatto Babbo Natale part-time nel periodo 1-31 Dicembre 2006, presso la filiale di Andria? Ma soprattutto, nella terra che per prima ha dato il voto alle donne, che ne è delle pari opportunità??? Oggi, per legge, uno deve scrivere "Women are encouraged to apply". Cioè, voglio dire, qui non incoraggiano un bel niente. Si tratta di un profilo professionale maschilista.
Allora, Babbo Natale? Che mi dici?

2) La Rennatrice. Le abbiamo chiesto domande di ogni genere, ottenendo in genere risposte davvero interessanti. Il massimo di 150 renne a persona, ad esempio, serve per evitare monopoli, quindi non può arrivare nessun Silvjo Berluskooni, comprare 3000 renne e far fuori gli altri con prezzi più competitivi.
Dove però aspettavo la rennatrice al varco era sulla questione che mi sta più a cuore. Ovvero (cioè, voglio dire), quella animalista. L'opportunità me la da lei, quando ci spiega quali sono i pericoli maggiori per le renne.
"Lupi, orsi, ghiottoni". Il ghiottone, lo dico a beneficio dei lettori di X-Men, sarebbe il Wolverine.
"Davvero? - faccio io - e in cosa consiste il pericolo?"
"Beh, tutti questi predatori ogni anno ci fanno fuori 4000 renne". Notare il "ci", che già sottolinea chi davvero ha da lamentarsi di questa perdita.
"Capisco. 4000 renne all'anno uccise da tutti i predatori. E, così per curiosità, quante ne ammazza il solo essere umano?"
La rennatrice si fa silente per un attimo. Ovviamente ha accusato il colpo. Impallidisce (lievemente, perché più pallido di un lappone...). Poi, a metà tra il mormorìo e il balbettìo, mi fa:
"C-c-c-...nt...m...a"
"Come?"
"C-c-c-...nt...m...a"
"Più forte!"
"C-C-C-...NT...M...A!"
"Scandire, per favore!"
"Centomila. Sì, centomila!"
Ah, ecco.
Lupi, orsi e ghiottoni, insieme, arrivano a 4000. E loro sarebbero il maggiore pericolo per le renne. Invece, gli amici umani, buoni, miti e civili, da soli, ne fanno fuori 100000 all'anno.
Le renne cosa ne pensano, secondo lei?

Wednesday, November 21, 2007

Il savoiardo che non va bene manco per un Tiramisù

Dalla Repubblica: "I Savoia chiedono 260 milioni di euro allo Stato italiano come risarcimento per i danni morali subìti in 54 anni di esilio: 170 milioni li vuole Vittorio Emanuele; 90 suo figlio Emanuele Filiberto. Ma non è tutto: oltre agli interessi sulle somme richieste, i Savoia vogliono anche la restituzione dei beni confiscati dallo Stato al momento della nascita della Repubblica Italiana".

Se le facce di bronzo fossero sinfonie, opere d'arte e calcio, i Savoia sarebbero rispettivamente la quinta di Mahler, la Cappella Sistina e il Brasile del 1970

Vediamo che risarcimento dovremmo chiedere noi ai Savoia (e senza contare le infamie degli antenati, soprattutto durante il fascismo, leggi razziali incluse. Se calcolassimo anche quelle, non dovremmo neanche cominciare a discutere):

1) Il commercio d'armi. A partire dagli anni '70, Vittorio Emanuele si associa a Corrado Agusta, padrone di una fabbrica d'elicotteri e mercante internazionale d'armi. Il commercio d'armi, che è comunque un'attività totalmente da condannare dal punto di vista etico, è anche 'impreziosito' dall'illegalità. Non solo il nostro vende a stati con cui legalmente può commerciare, ma anche ad altri sotto embargo, uno su tutti il Sudafrica razzista dell'Apartheid. Una prima inchiesta, del giudice di Venezia Carlo Mastelloni viene insabbiata dalla Procura di Roma;

2) Una seconda inchiesta, del giudice di Trento, Carlo Palermo, rivela che oltre al traffico di armi, i Savoia sono invischiati anche in traffici di droga. Anche Palermo viene ostacolato, a conferma che questi traffici non si possono fare senza il consenso dei poteri forti.

3) Nel 1981 viene alla luce l'iscrizione di Vittorio Emanuele e la P2 (tessera numero 1621, dunque l'iscrizione avvenne persino prima di Berlusconi, la cui tessera è la numero 1816, e di Maurizio Costanzo, che già allora andava a braccetto col cavaliere, essendo la sua tessera la 1819). Vittorio Emanuele di Savoia (che d'ora in poi abbrevieremo con VES, che sta anche per Vergognati Emerito Stronzo), raggiunge il grado di Maestro nella gerarchia della loggia. Considerate le implicazioni giudiziarie della P2, possiamo dunque ritenere VES consapevole (e parzialmente responsabile) dei seguenti eventi:

Strage Del Treno Italicus
Strage Di Bologna
Strage Di Ustica
Strage Di Piazza Fontana
Strage Del Rapido 904
Omicidio Calvi
Omicidio Pecorelli
Omicidio Olof Palme
Omicidio Semerari
Colpo Di Stato Militare In Argentina
Tentativo Di Colpo Di Stato Di Junio Valerio Borghese
Tentativo Di Colpo Di Stato Della Rosa Dei Venti
Caso Dei Dossier Illegali Del SIFAR
Operazione Minareto
Falso Rapimento Sindona
Tentativo Di Depistamento Durante Il Rapimento Moro
Rapimento Bulgari
Rapimento Ortolani
Rapimento Amedeo
Rapimento Danesi
Rapimento Amati
Rapporti Con La Banda Della Magliana
Rapporti Con La Banda Dei Marsigliesi
Inchiesta Sul Traffico Di Armi E Droga Del Giudice Carlo Palermo
Riciclaggio Narcodollari (Caso Locascio)
Caso Cavalieri Del Lavoro Di Catania
Fuga Di Herbert Kappler
Crack Sindona
Crack Banco Ambrosiano
Crack Finabank
Scandali Finanziari Legati Allo IOR
Caso Rizzoli-Corriere Della Sera
Caso SIPRA-Rizzoli
Scandalo Dei Petroli
Caso M. Fo. Biali
Caso Eni-Petronim
Caso Kollbrunner
Cospirazione Politica E Truffa Di Antonio Viezzer
Cospirazione Politica Di Raffaele Giudice
Cospirazione Politica Di Pietro Musumeci
Cospirazione Politica E Falsificazione
Documenti Di Antonio La Bruna
Finanziamenti FIAT Alla Massoneria

4) 6 anni dopo viene alla luce la sua iscrizione a un'altra loggia massonica, la Loggia di Montecarlo, ai cui vertici troviamo Enrico Frittoli, uomo di fiducia del trafficante internazionale d'armi Samuel Cummings. In questa loggia, troviamo VES attivo in piani di restaurazione monarchica nei paesi usciti dal blocco sovietico. Come dire, dalla padella alla brace.

5) Nell'agosto 1987, VES, completamente sbronzo, litiga con il playboy Nicky Pende, e, armato di fucile, spara ad altezza d'uomo, colpendo un giovane velista tedesco, Dick Hammer, che dormiva tranquillo nella sua barca. Sappiamo com'è andata a livello processuale.

6) Sempre nella seconda metà degli anni '80 VES si lega al Craxismo, e comincia a fare affari nel modo tradizionale dei socialisti di quegli anni: usando, ovvero, tangenti. Si lega a Silvano Larini e Chicchi Pacini Battaglia, cassieri delle tengenti socialiste. VES opera intermediazioni per Italimpianti e Condotte, entrambe aziende Iri. Un fottìo di miliardi esce dalle casse dello Stato, va a finanziare opere e imprese spesso inutili, e infine torna in parte nelle casse dei partiti e nei conti all'estero dei loro leader, attraverso l'intermediazione di personaggi compiacenti. Il tutto, mentre, nel 1992, VES dichiara al Giornale: «Peccato che ci sia tanta corruzione, la storia delle tangenti, delle bustarelle... è disonorevole». Che caro!

Allora, ES, facciamo un po' i conti. Quanto ci devi restituire? Quei 260 milioni che cerchi sono una richiesta di prestito per cominciare a pagarci la prima di settemila rate che hai accumulato con la tua storia meschina, vigliacca e schifosa?

Ma mi facci il piacere!

Che tu possa essere esiliato, non già all'estero, ma in una baracca abusiva di mezzo metro quadro della periferia di Roma, senza riscaldamento ed elettricità, a campare con 200 euro al mese. E che gli unici a poterti far visita siano non già i tuoi amici nobili che di moscio non hanno solo la erre, ma i parenti e gli amici delle vittime della strategia della tensione, i parenti e gli amici di Dick Hammer, e tutti gli altri con cui sarai in debito per tutta la vita, tua e delle duecento generazioni di savoiardi andati a male che ti seguiranno.

Viva la repubblica!
Abbasso V.E.R.D.I.!

Tuesday, October 23, 2007

Monday, October 22, 2007

la fine del past-modernismo?

Adoro Darwin. Ma molti darwinisti non hanno capito niente (soprattutto quelli che hanno postulato il cosiddetto darwinismo sociale, un modo per mascherare razzismo e classismo da teoria scientifica).

Analogamente, ce l'ho col post-modernismo. O meglio, ce l'ho soprattutto con i post-modernisti, non (solo) con il post-modernismo. E nemmeno con tutti. Ce l'ho con un modo particolare di essere post-modernisti, quel modo un po' saccente e un po' annoiato di dire che non si inventa più niente, che siamo solo costrutti storici, eccetera eccetera. E ci credono così tanto che in effetti le loro produzioni artistiche sono completamente prive di idee (almeno di idee originali, certe volte di idee e basta): collage, sincretismi, qualcosa presa di qua, qualcosa di là, tanto autocompiacimento, e l'illusione che violare le regole si riduca semplicemente a violare le regole.

Per questo lo chiamo past-modernismo, con la a. Perchè ciò che riesce a fare meglio è il lavoro di patchwork del già detto, visto e pensato.

No, grazie.

All'inizio del XX secolo, il futurismo, come tanti altri movimenti modernisti (senza post-, grazie al cielo), si mise in testa di voler davvero guardare avanti. Pullulava di idee nuove, originali, provocatorie, ma non nel senso di uno scrittore che si produce nell'ennesimo esercizio di realismo magico, o nel regista che ancora una volta gioca a fare un film che sa di essere film (come facevano rispettivamente un Calvino e un Fellini molto prima che ci riempissimo la bocca del post-parolone). No, provocatorie davvero, e soprattutto provocatorie per la prima volta.

Certo, la parte esaltata dei futuristi si lasciò irretire da quell'ebete megalomane di Mussolini, ed è un vero peccato, perchè di fatto questa associazione politica (peraltro gonfiata dalla storiografia) ha rovinato la reputazione di uno dei più interessanti movimenti artistici della storia.

E in questo senso, delude ma non sorprende scoprire che il gruppo "Azione Futurista", che si è reso protagonista della provocazione della Fontana di Trevi (non chiamiamolo atto vandalico, su... Non è successo niente di irreparabile), è formato da simpatizzanti e militanti dell'estrema destra.

Ma, sapete cosa? Non importa, per una volta non importa. Il gesto aveva tutte le caratteristiche dell'azione di un movimento modernista. Originale e provocatorio. E non avevano del tutto torto i neo-futuristi (non post-, se possibile) nel sottolineare che 2 milioni e mezzo di denaro pubblico sono serviti per pagare gli alberghi di attori e attoretti per la Festa del Cinema, in barba al fatto che con quei soldi si potrebbe dare lavoro dignitosissimo per un anno a 1500 persone (calcolando un 1500 euro al mese circa).

E, so di non essere il solo a pensarlo, la Fontana di Trevi, per qualche ora, si è tinta di un'insolita, suggestiva, bellezza.

Lo ammetto: mi piacerebbe davvero tanto se a qualcuno venisse di nuovo in mente di "combattere accanitamente la religione fanatica, incosciente e snobbistica del passato" (Umberto Boccioni, 1910) .

Ripulite questo combattimento da violenze, bellicosità e fascismi, e magari ad Azione Futurista aderisco anch'io.

Non foss'altro per fare un dispetto ai past-modernisti.

Sunday, September 23, 2007

il coraggio dei bracconieri


Sembra che il cinghiale di Orbetello sia fuori pericolo: la ferita è lieve, e i veterinari sono molto ottimisti. I bracconieri che lo hanno trafitto con un dardo, nella riserva naturale Duna Feniglia, sono ricercati.

Due buone notizie che non cambiano però niente: questa immagine è raccapricciante, non tanto per la sua crudezza e violenza (scontate), quanto per la commovente dignità con la quale l'animale continua a camminare.
Va avanti, con una forza e un coraggio che voi cacciatori non avrete mai, nascosti come siete dietro il prolungamento fallico di un fucile o di un'altra arma, che vi fanno sentire tanto uomini.

Non la date a bere a nessuno. Siete piccoli piccoli, meschini, vigliacchi, codardi e bravi solo a fare pum pum.

Spero che vi prendano.
Ma soprattutto spero che un giorno vi troviate disarmati di fronte a un cinghiale incazzato.

Ve lo auguro di cuore.
Allora vedrete chi è più forte, veloce, agile, coraggioso e valoroso.

Ah! Nel caso doveste salvarvi, portatevi mutande e pantaloni di ricambio.

Wednesday, September 05, 2007

DIS: i peggiori versi delle canzoni

Tornano, dopo un bel po' di tempo, le famigerate Desert Island Selection. L'altro giorno, al supermercato, stavano facendo sentire "Laura non c'è", che è probabilmente uno dei più brutti testi della storia della canzone italiana. Così ho avuto l'ispirazione per una classifica dei versi più irritanti.
L'idea è che i lettori e le lettrici di questo blog (se ce ne sono ancora, data la mia scarsa frequentazione negli ultimi tempi), possano partecipare aggiungendo le loro (si fa per dire) preferenze.
Ecco la mia lista (in ordine sparso):

- "più bella cosa non c'è,
più bella cosa di te,
unica come sei,
immensa quando vuoi,
grazie di esistere",
da "Più bella cosa" (Eros Ramazzotti). Campionario di banalità anti-poetiche, con una culminazione retorica da adolescente.

- "Laura non c'è capisco che
è stupido cercarla in te
io sto da schifo
credi e non lo vorrei
stare con te
e pensare a lei
stasera voglio stare acceso
andiamocene di la
a forza di pensare ho fuso"
da - appunto - "Laura non c'è" (Nek). Un'espressione più brutta dell'altra, intrisa di una povertà lessicale sconcertante... "a forza di pensare ho fuso". E ci credo: con un neurone solo, che ci vuole?

- "Amici come prima,
non vale più la pena,
considerando il fatto che
è stato solo un gioco",
da "Amici come prima" (Paola e Chiara). La frase è molto più brutta di quel che possa sembrare, per via dell'indecorso accento sulla seconda sillaba (e automaticamente anche sull'ultima, per via del conseguente bisogno di scomporre la parola in due tronconi) su 'considerando', che diventa 'consìderandò'. Brrrrrr

- "In te" (Nek). Tutta! Non saprei scegliere tra espressioni come "mani cucciole" (mani cucciole!!!), o "Risalirò col suo peso sul petto come una carpa il fiume" (che bella metafora, eh?). La poesia lo persegue, ma Nek è più veloce.

- "Provo l'unico rimedio
Che adotto da un po'
La mia testa chiude l'audio
La storia la so",
da "Fiumi di parole" (Jalisse). Lo so che tutti si scagliano contro questa canzone, che ormai è il prototipo della meteora sanremese. Ma come si fa solo a pensare di scrivere una frase come "La mia testa chiude l'audio"? "Chiudere" l'audio: ma che verbo è? Li (rin) chiudessero a loro...

- "ci sarà
un azzurro
più intenso
in un cielo
più immenso",
da "Ci sarà" (Albano e Romina). Questa l'ho scelta in rappresentanza di tutta una tradizione canzonettistica che fa delle rime baciate più banali, zuccherose e retoriche il proprio credo (amore/cuore, malinconia/nostalgia, nuvola/favola, etc.) . Io non so perché Romina a un certo punto è scappata da Albano, ma non mi sorprenderei se centrassero i testi delle canzoni che cantavano. E, visto che ci siamo:

- "Come va, come va?
Tutto ok? Tutto ok?
E l'amore...?"
da "Cara terra mia" (Albano e Romina). Questa non la commento neanche.

- "Con gli occhi pieni di vento
Non ci si accorge dov’è il sentimento",
da "Non voglio mica la luna" (Fiordaliso). Quanto è brutta 'sta metafora, mamma mia... Come sempre, l'immaginazione lessicale degli autori ti fa venire voglia di buttargli addosso il Devoto-Oli. Occhi "pieni" di vento? Ma cos'è???

- "
Se nel buio che ti avvolge
una fiamma scorgerai
corri corri senza indugi
forse è il sole che tu vuoi",
da "C'è tutto un mondo intorno" (Matia Bazar). Mi si stringe il cuore, perché musicalmente la canzone è molto bella, ed io ho un debole per i Matia Bazar (versione 1.0, con Antonella Ruggero e Carlo Marrale). Però questo tono retorico-favolistico è proprio insopportabile, e fa pensare molto più a Cristina d'Avena che a un gruppo che negli anni '80 avrebbe fatto poi la storia dell'elettro-pop italiano (questo pezzo è precedente a quella fase).

- "
C'è qualcosa che non va
In questo cielo
C'è qualcuno che non sa
Più che ore sono
C'è chi dice qua, c'è chi dice la
Io non mi muovo
C'è chi dice la, c'è chi dice qua
Io non ci sono
Tanta gente è convinta che ci sia nell'aldilà
Qualche cosa chissà
Quanta gente comunque ci sarà
Che si accontenterà"

da "C'è chi dice no" (Vasco Rossi). Questa la volevo includere a tutti i costi, un po' a nome di tutti i testi di Vasco Rossi (uno peggiore dell'altro), e un po' per esternare la mia indignazione sul fatto che questa canzone fu considerata a suo tempo "impegnata". Ma vogliamo scherzare? Impegnata a far cosa? A blaterare qualunquismo? C'è chi dice qua, c'è chi dice la, c'è chi dice no, trallalò trallalà. Ce li vogliamo rileggere i testi di De Andrè o no?
"Io non mi muovo". Bravo: resta lì e stai zitto.

Friday, July 27, 2007

l'erba topa

Come passare dall'incoraggiante al ridicolo in due mosse.
Ora vi faccio vedere.
Aprite la pagina seguente e leggete:
http://www.corriere.it/Rubriche/Salute/Medicina/2007/07_Luglio/26/cannabis_cervello_adolescenti.shtml

Se non volete leggere, o se avete letto e non siete passati dall'incoraggiante al ridicolo, vi spiego io.
Nel riportato articolo si narra di due ricerche sugli effetti a lungo termine della marijuana. Una a Cardiff, una a Sidney. Entrambe svolte da altrettante autorevoli equipe di ricercatori, e pubblicate su riviste molto importanti come The Lancet (non esattamente Cosmopolitan, per intenderci).

Allora, per uno come me, da sempre contrario anche alle droghe leggere (la cui pericolosità mi pare persino maggiore, vista la promozione che viene fatta della marijuana in certi ambienti, come se non facesse 'meno male' delle altre, ma addirittura facesse bene!), per uno come me, dicevo, leggere che si è riscontrato che la cannabis aumenta del 41% (che è parecchio) il rischio di psicosi come la schizofrenia, è decisamente motivo di soddisfazione.

E', appunto, incoraggiante.

Bravi gallesi. Spero che ricerche di questo tipo aiutino a riflettere sull'eccessiva leggerezza e disinvoltura con la quale si affrontano i temi della pericolosità di certe droghe.
E' accettabile parlare della cannabis come di una sostanza meno pericolosa dell'eroina. Ma l'asse che congiunge questi due punti è un asse che va dal pericolosissimo al pericoloso, non dal pericoloso all'innocuo. Sarebbe davvero ora di dirlo con chiarezza.

Ma, ahimè, c'è la seconda mossa. Quella che ci porta al ridicolo. Da Cardiff a Sidney. Qui i ricercatori ci informano che la pericolosità della marijuana ha a che fare anche con il fatto che piace più ai giovani che agli adulti, e che dunque i primi sono portati a consumarla in maggiori quantità. Cosa, evidentemente, negativa, molto negativa.

Epperò, maremma maiala, l'articolo non finisce qui. L'autore non ci lascia nella religiosa speranza che i ricercatori australiani siano arrivati a questa conclusione dopo anni di osservazione su gruppi di adolescenti e adulti, questionari, esami, e quant'altro.

No, mannaggia alla morte. L'autore ci dice testualmente:
"Un gruppo di sperimentatori coordinati da Iain Mc Gregor hanno iniettato per 18 giorni una dose elevata di tetraidrocannabinolo (o Thc, il principio attivo della cannabis) sia in topi adulti che adolescenti. Due settimane dopo la dose finale, i topi adulti evitavano di passare nelle zone della camera dei test dove avevano ricevuto il Thc, mentre quelli più giovani non avevano alcuna avversione. «Questo significa che per i topi adulti la cannabis è sgradevole - sostiene Mc Gregor - mentre per gli adolescenti no»."

Appunto, stramaledetto McGregor, questo significa CHE I TOPI fanno quelle scelte. Non gli esseri umani. I TOPI giovani si ripresentavano dal pusher, e I TOPI adulti se ne andaavno altrove.

Questo esperimento idiota (e inutilmente crudele, ma per un attimo vorrei lasciar da parte il mio animalismo, e parlare solo di scienza) ci ha dato molte informazioni su dei topi (tra l'altro inutili anche dal punto di vista etologico, perchè non mi risultano situazioni naturali in cui i topi vengono a contatto con la marijuana. E se sì, cazzi loro), e non ci ha detto un'emerita carota sugli esseri umani.

Pur con tutto l'amore per gli animali, io mi rifiuto categoricamente di essere paragonato a un topo. Sono più grosso, più grasso, più alto, più pesante, mangio cose diverse, cammino a due zampe, ho un metabolismo diverso, organi strutturati diversamente, una termoregolazione molto meno efficiente, proporzionalmente meno peli (alè), non ho la coda, ho unghie molto meno incisive, eccetera eccetera eccetera!

Non sono un topo, maledizione.
Non sono un topo.
Non sono un topo.
Non sono un topo.

Capito?
SQUIIIIIIIIIIIT!!!